2 Lettere: Tragedia e farsa
1. La realtà rovesciata dei fans degli ayatollah
Gent. Deborah Fait,
ringraziandola ancora per le sue interessanti rassegne, invio le mie personali riflessioni a riguardo degli ultimi eventi, auspicando un futuro in sicurezza e prosperità per Israele.
La tragedia, quando si intreccia alla farsa, diventa atrocità.
I teocrati e gli esponenti del terrore, i sopravvissuti, e gli interlocutori privilegiati degli ayatollah, e degli jiadisti, in Italia (e in Europa) sono ora imprigionati nella logica da sè medesimi adottata per sostenersi a vicenda.
Gli attivisti e attiviste sono screditati, specie dopo le espressioni pubbliche di ringraziamento e solidarietà ricevute dal regime, e mai potrebbero, volendo cambiare atteggiamento, protestare contro i loro sostenitori teocrati.
Alcuni giornalisti fautori della libertà di stampa assoluta, senza tenere conto del contesto e delle conseguenze, convinti di poter trasformare una dittatura con gli enunciati, restano al sicuro dietro le tastiere, mentre C. Sala che ha operato sul posto, è in cella.
Hanno preteso il capo d’accusa e di fare in fretta, presto accontentati, così il caso è avviluppato ora nella burocrazia del procedimento giudiziario; prima gli ideali, poi i fatti.
Attivisti e attiviste sono convinti che la realtà debba adattarsi al loro pensiero, trascurando che la realtà attuale è un’impresa tesa allo sterminio di chi non si sottomette, con la propaganda e con la violenza, e che Israele non si fa distruggere.
Israele ha reagito esercitando le prerogative dello Stato di Diritto per proteggere la popolazione e ha disarticolato la rete terroristica, come fecero le democrazie anglosassoni con i nazisti.
Ne emerge ora, per adattamento evolutivo, un capo di al-Qaeda in edizione british, dal cammino incerto senza anfibi, e con i muscoli allenati costretti nella camicia; egli predica pace e tolleranza inclusiva, specie con i cristiani. Lui dichiarato pubblicamente terrorista pentito non ha sulla testa nessun mandato di cattura.
Allo stesso tempo gli ayatollah, stretti in attesa delle strategie militari USA e Israeliane, predicano la teologia della liberazione citando Gesù al Vaticano, sapendo che c’è chi li ascolta.
Si rivolgono all’occidente che per non offenderli, non cita Gesù e Babbo Natale, ha tolto i crocifissi dalle scuole, e che descrive i lupi solitari aizzati dalla propaganda, come poveri disadattati sociali, o peggio lucidi sovranisti, anche se attaccano i simboli cristiani addobbati con le bandiere di al quaeda.
Tutti insieme contro Netanhyau, lo stratega della disfatta della proclamata distruzione di Israele, da subito accusato di genocidio da Hamas, che nella carta costitutiva leggibile in rete proclama di voler distruggere ebrei, cristiani e laici, comprese le istituzioni liberali.
Tutti insieme alle organizzazioni internazionali dove siedono nelle commissioni dei diritti umani le teocrazie, i cui capi non subiscono mandati di cattura per i crimini contro l’umanità.
Tutto questo è tragedia e farsa insieme, e prodromo di peggiori atrocità.
Le società occidentali dovrebbero selezionare leader in grado di affrontare la realtà in modo pragmatico, non ideologico, e i veri liberali e progressisti costruire un fronte comune con Israele contro le teocrazie e le dittature, superando gli schieramenti di parte.
Shalom
Maurizio Curcelli
Vice presidente dell’Associazione Italia-Israele di Torino
Caro Maurizio,
Scrivo spesso che se non ci fosse da piangere bisognerebbe ridere. Tutti questi personaggi da lei elencati si fanno del male da soli pur di essere tutti uniti contro Netanyahu, quindi contro Israele, quindi contro gli ebrei. Non capiscono che stanno dalla parte della piovra che li stritolerà. A questi poveri illusi aggiungiamo il Papa che, trasformando Gesù in arabo palestinese…musulmano, nega automaticamente l’esistenza del cristianesimo. Qualcuno ha scritto che stia commettendo il più grande suicidio teologico della storia. Sono pronti a tutto, anche a questo, pur di mettere il popolo ebraico all’angolo. Aggiungiamo a questo quegli ebrei conniventi che sono pochi ma sempre troppo e qui la farsa diventa la tragedia che perseguita gli ebrei da 2000 anni. Ho avuto modo di vedere la locandina emessa da “Voci ebraiche per la pace” che il 19 gennaio commemoreranno “Verso il Giorno della Memoria” parlando di Gaza. Il sottotitolo dice “ A più di un anno dalla aggressione di Hamas e dalla guerra aperta da Israele contro i palestinesi” E io che penavo che la guerra l’avessero incominciata i palestinesi con il pogrom del 7 Ottobre. Vede a volte a essere distratti! Questi signori tra cui Gad Lerner e Stefano Levi Della Torre ci dicono che la guerra l’abbiamo incominciata noi israeliani. Tra gi invitati vedo che sarà presente Widad Tamimi, giornalista fortemente antiisraeliana. Prevedo un festival di voci antisemite promosso da degli ebrei che odiano Israele. Non potrebbe esserci tragedia più grande.
Come scrive lei giustamente farsa e tragedia si mescolano e non ne uscirà niente di buono. Ma noi continuiamo a sperare che la verità e la giustizia prima o poi prevalgano e che i nemici e i traditori scompaiano nell’oblio.
Un cordiale shalom
Deborah Fait
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2. Il Papa e l'Islam
Cara Deborah,
Una sola domanda a proposito dei tragici fatti di cui si rende protagonista l'attuale papa (mai stato il mio, oggi meno che mai) nel suo rapporto amoroso col mondo islamico e, in specie, con la teocrazia assassina di Teheran: perché lo Stato di Israele non rompe i rapporti diplomatici con la cosiddetta Santa Sede? Al papa non importerebbe nulla, ma tanti cristiani e persone di retto sentire ne rimarrebbero colpiti.
Un cordiale Shalom.
Mara Marantonio
Cara Mara,
confesso di averlo pensato anch’io! Credo però che la diplomazia veda i problemi in modo diverso. I rapporti tra Israele e Santa Sede risalgono solamente al 1993, dopo gli accordi di Oslo. Interromperli adesso sarebbe uno smacco molto grave che scatenerebbe probabilmente altro odio contro lo stato ebraico. È vero che molti cattolici non amano questo Papa considerato usurpatore del trono di Pietro ma milioni di altri lo sostengono. Abbiamo tanto di quell’odio che ci travolge che non ci serve altro. Secondo me Bergoglio ha già fatto una figura barbina di fronte al mondo intero.
Un cordiale shalom
Deborah Fait