Londra, Starmer sotto accusa Analisi di Dario Mazzocchi
Testata: Libero Data: 09 gennaio 2025 Pagina: 15 Autore: Dario Mazzocchi Titolo: «Starmer sotto accusa a Westminster per gli stupri delle gang pachistane»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/01/2025, pag. 15, con il titolo "Starmer sotto accusa a Westminster per gli stupri delle gang pachistane", l'analisi di Dario Mazzocchi.
Dario Mazzocchi
La politica britannica continua a fare i conti con Elon Musk e con lo scontro tra maggioranza e opposizione sull’avvio di un’inchiesta nazionale che faccia luce sulle responsabilità di chi ha omesso di indagare attentamente sugli abusi sessuali commessi per anni all’interno di alcune comunità pachistane. Musk ieri non ha mollato la presa e dal suo profilo su X è tornato alla carica, in vista del voto dei Comuni, chiamati a dichiararsi favorevoli o contrari all’apertura delle indagini con una commissione parlamentare: un esito scontato, considerando la larga maggioranza del Labour, che si è detto contrario e ha accusato i Conservatori e Reform UK di voler cavalcare l’onda mediatica.
«Contattate i vostri rappresentanti e ditegli che centinaia di migliaia di ragazzine che sono state, e lo sono ancora, sistematicamente e orribilmente violentate meritano giustizia in questo mondo», ha postato il magnate della tecnologia. «È di vitale importanza o queste cose continueranno ad accadere». Quanto avvenuto nel Regno Unito rappresenta «un enorme insabbiamento», ha aggiunto condividendo un video dell’intervento della leader conservatrice Kemi Badenoch che, nel corso del consueto Question time del mercoledì, ha avvertito il primo ministro Keir Starmer su come l’opinione pubblica comincerà ad essere preoccupata in caso di uno stop all’inchiesta.
Era stata la stessa Badenoch, con un commento sull’edizione domenicale del Daily Mail, a chiedere che fosse Westminster a occuparsi direttamente della questione, dopo il clamore sollevato dal rifiuto di Jess Phillips, ministro che all’interno dell’Home Office si occupa di tutele contro le violenze sulle persone, di accettare la richiesta presentata direttamente dal consiglio comunale di Oldham, una delle città coinvolte nello scandalo assieme ad altri centri come Huddersfield e Rotherham. Yvette Cooper, titolare del dicastero degli Interni, nel tentativo di ridimensionare la posizione della collega, ha precisato che un’inchiesta è necessaria, ma deve essere condotta a livello locale. Downing Street si è quindi premurata a dichiarare che l’esecutivo sarà pronto a portare avanti tutti gli accertamenti del caso se a chiederlo saranno direttamente le vittime.
Troppo poco e soprattutto troppo tardi. Il dibattito su quelle che sono state ribattezzate le “grooming gangs”, le bande dell’adescamento, tornato alla ribalta mediatica dopo alcuni contenuti di Musk rilanciati la scorsa settimana, riporta a galla imbarazzanti dichiarazioni per il Labour Party di oggi che conta sul sostegno di molte comunità di immigrati: «La Gran Bretagna ha un problema con gli uomini pachistani che stuprano e sfruttano le ragazze bianche» aveva scritto per il Sun nel 2017 la deputata laburista Sarah Champion, poi obbligata a dimettersi da ministro ombra per la Pari opportunità.
Nell’acceso confronto di ieri, Badenoch ha invitato Starmer a «essere un leader, non un avvocato», con riferimento alla carriera legale del primo ministro. «Sappiamo che le persone temevano di raccontare la verità perché pensavano che sarebbero state definite razziste», ha proseguito. «Se vogliamo che ciò non si ripeta, non dobbiamo avere paura».
Le ha fatto eco Nigel Farage, leader di Reform UK che con Musk – a lui si torna - condivide l’amicizia con Donald Trump e un progetto politico che si è inceppato nell’ultima settimana, dopo le affermazioni di Musk sulla necessità di una figura più coinvolgente alla guida del movimento. «È dal 2012 – le sue parole- che faccio campagna per avere più verità e onestà su quanto accaduto, ma ogni tentativo è stato fermato». Farage ha chiesto una stretta sui permessi di soggiorno ai nuovi immigrati di origine pachistana e si è concesso una frecciatina alla Badenoch: «Devo notare che, in qualità di ministro per le Donne e le Pari opportunità dal 2022 al 2024, non ha incontrato neanche una vittima di questi stupri e non ha mai sollevato la questione».
Inchiesta parlamentare o meno, la faccenda non si chiuderà qui.
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