La sinistra aizza la rivolta Cronaca di Fabio Rubini
Testata: Libero Data: 09 gennaio 2025 Pagina: 6 Autore: Fabio Rubini Titolo: «La sinistra aizza la rivolta: Salis inneggia agli scontri che hanno incendiato Milano. Il Pd attacca il centrodestra»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 09/01/2025, a pag. 6, con il titolo "La sinistra aizza la rivolta: Salis inneggia agli scontri che hanno incendiato Milano. Il Pd attacca il centrodestra", la cronaca di Fabio Rubini.
Fabio Rubini
Sul caso Ramy gli inquirenti possono pure smettere di indagare; i magistrati possono serenamente voltare pagina. C’è chi ha già fatto tutto il lavoro per loro. Sia quello inquirente sia quello giudicante: la sinistra italiana, che sulla vicenda del Corvetto ha già trovato i colpevoli - i due carabinieri e in generale il centrodestra - e scritto la sentenza: ai primi bisogna levare la divisa senza se e senza ma; ai secondi l’agibilità politica.
Le parole più forti sono state quelle dell’europarlamentare Ilaria Salis (sotto processo in Ungheria per la sua presenza durante un pestaggio di militanti di destra), che dopo aver spiegato come «le immagini dell’inseguimento lasciano addosso una rabbia profonda», che le parole dei carabinieri sono «inaccettabili in un Paese civile» e che molte cose che sono state dette dopo l’incidente sono vergognose e contribuiscono a un clima di ingiustizia e mistificazione»; dopo tutto questo, dicevamo, Salis si è lanciata in un peana sui disordini del Corvetto: «Se oggi il caso non può essere insabbiato, come già accaduto altre volte in situazioni simili, lo dobbiamo anche alle proteste del quartiere Corvetto». E qui ci fermiamo per ricordare che le «proteste» sono quelle che hanno messo a ferro e fuoco il quartiere. Per Salis, però, «queste proteste raccontano qualcosa che va oltre il Corvetto: ci parlano del razzismo sistemico e del classismo che permeano la nostra società». Ancora: «È la gioventù proletaria e meticcia di questi quartieri popolari che ha alzato la voce». Sipario.
Non da meno Ilaria Cucchi che ha scritto una lunga lettera al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Salvatore Luongo. La Cucchi, che attualmente è una parlamentare di Avs, dopo aver specificato che scrive «da privata cittadina», spiega da un lato che «le sentenze spettano alla magistratura», dall’altro però chiede a Luongo «la sospensione e conseguente destituzione dei carabinieri che hanno messo negli atti ufficiali una ricostruzione dell’accaduto che mi pare incompatibile con quanto documentato dalle immagini».
In realtà non sembrerebbe essere così. Il video, come fa notare l’europarlamentare leghista Silvia Sardone: «dimostra che nella fase finale dell’inseguimento non c’è stato alcun speronamento».
Anche il leader della Lega, Matteo Salvini non ha dubbi: «Di fronte a un posto di blocco forzato, i Carabinieri hanno fatto il loro dovere in una situazione ad alto rischio. Lasciatemi dire che provo sdegno verso chi dalla mattina alla sera, su giornali e social, getta fango sulle nostre forze dell’ordine».
Idem Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia: «Dopo aver visto questo video, resto però ancora più convinto che i carabinieri abbiano fatto solo il proprio dovere. Chi scappa così dalle forze dell’ordine ha torto. Punto».
Anche il Pd ha fatto sentire la sua voce con il consigliere regionale Carmela Rozza che ha chiesto «rispetto per i ragazzi di seconda generazione» e la segretaria dem Silvia Roggiani che ha attaccato il governatore Fontana (che aveva espresso dubbi sulla tempistica dell diffusione del video, a indagini aperte), definendo le sue parole «surreali e vergognose».
In serata si sono fatti sentire anche i genitori di Ramy: «Non dovevano parlare così (gli agenti del video, ndr), ma i carabinieri non sono tutti come quei quattro o cinque ragazzi». Poi il padre del ragazzo deceduto al termine dell’inseguimento, lancia l’ennesimo appello alla serenità: «Ho chiesto ai suoi amici di mantenere la calma».
Il rischio, infatti, è che le parole della sinistra- Salis in testa - possano nuovamente riaccendere le piazze. La prima riprova la si avrà già oggi, quando gli studenti del collettivo di Torino vicino al centro sociale Askatasuna, saranno in piazza per chiedere «giustizia per Ramy».
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