Dalla viva voce di un terrorista di Hamas che lavorava nell’ospedale a Gaza Cronaca del Jerusalem Post
Testata: israele.net Data: 09 gennaio 2025 Pagina: 1 Autore: Redazione del Jerusalem Post Titolo: «Dalla viva voce di un terrorista di Hamas che lavorava nell’ospedale Kamal Adwan»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo tradotto dal Jerusalem Post, dal titolo "Dalla viva voce di un terrorista di Hamas che lavorava nell’ospedale Kamal Adwan".
“Hamas usa l’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, come rifugio sicuro perché sa che l’esercito israeliano non può colpirlo direttamente”. E’ quello che afferma durante un interrogatorio ripreso in video, e pubblicato martedì dalle Forze di Difesa israeliane, un miliziano delle Brigate Ezzedin al-Qassam (braccio armato di Hamas), arrestato a dicembre dai militari all’interno dell’ospedale dove figurava come un operatore addetto alle pulizie.
Il miliziano racconta che i terroristi palestinesi trasportano armi dentro e fuori l’ospedale, partono dal centro medico di notte per operazioni di sorveglianza e pattugliamento e che l’ospedale viene usato per distribuite granate e mortai per attaccare i blindati, tendere imboscate, armare i tunnel.
Domanda: Qual è il tuo nome?
Miliziano di Hamas: Anas Muhammad Faiz Al-Sharif, 21 anni. Lavoro all’ospedale Kamal Adwan come supervisore delle pulizie. Sono entrato nelle Brigate Al-Qassam (Hamas) nel 2021, nelle Forze Nukhba, nel Battaglione Occidentale
Dove sei stato arrestato?
Dentro l’ospedale Kamal Adwan.
Quando eri all’ospedale Kamal Adwan, chi altri c’era?
C’erano persone, lo staff… il team medico con cui lavoro ogni giorno direttamente. C’erano anche operativi di Hamas e Jihad Islamica (Palestinese), della Divisione Al-Nasser e altre organizzazioni nella (striscia di) Gaza settentrionale.
Perché vi nascondevate nell’ospedale Kamal Adwan?
Pensano che sia un rifugio sicuro per loro, perché i militari non possono prenderlo di mira direttamente.
Cosa intendi quando dici che è “un rifugio sicuro”?
Perché là ci sono civili e pazienti. Pensano che i militari non possono bombardarlo, tipo con un missile da un (jet) F-16 o demolendo l’edificio (…)
Ora, quando gli operativi erano nell’ospedale, che cosa facevano?
Gli operativi erano là, trasportavano attrezzature e armi come (mitra) AK-47 e pistole …Le armi venivano trasferite all’ospedale e dall’ospedale, dall’esterno all’interno e dall’interno verso l’esterno, all’interno dell’ospedale. Veniva usato per sorveglianza e pattugliamenti. Lasciano l’ospedale a tarda notte, arrivano all’ospedale al mattino. All’interno dell’ospedale distribuiscono granate e attrezzature per mortai per attaccare tank, per postazioni da imboscata e per tunnel sotterranei, ai centri comando e controllo, sia a Kamal Adwan, a Faluja (campo di Jabaliya) o nuovi luoghi dove si trovano gli operativi.
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