La sinistra ha trovato chi la unisce: Mussolini Editoriale di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 07 gennaio 2025 Pagina: 1/3 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «La sinistra ha trovato il suo nuovo federatore: Benito Mussolini»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 07/01/2025, a pag. 1/3, con il titolo "La sinistra ha trovato il suo nuovo federatore: Benito Mussolini", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Hanno trovato il Federatore. Ma quale Paolo Gentiloni, ma quale Ernesto Maria Ruffini? E – con tutto il rispetto – ma quale Elly Schlein? Signore e signori, non c’è storia e non c’è partita: altro che laici e cattolici, altro che piddini e grillini, altro che centristi da recuperare negli scantinati di qualche museo.
Il Federatore è Lui. Ancora Lui, proprio Lui. Il Duce. Del resto, il fascio littorio – recuperato nel ventennio dall’iconografia romana – era proprio un’unione (un fascio, appunto) di bastoni e fascine, legati con del cuoio e tenuti insieme da una scure. Mussolini, ottant’anni dopo la sua morte, svolge ancora la stessa funzione.
Ma – ennesima maledizione che lo colpisce post mortem – stavolta “affascia” nientemeno Bonelli e Magi, Fratoianni e la Salis, più tutte le falangi delle ex grisaglie ministeriali del Pd.
Questa comitiva, come si sa, se mai tornasse a Palazzo Chigi, non sarebbe unita su nulla: né sulla politica estera, né sull’economia, né sull’energia o sulla politica industriale.
E allora come se ne esce? Elementare, Watson: con l’eterno Rischio Fascismo. L’unico modo che hanno di darsi un ubi consistam comune, un linguaggio condiviso, una parvenza di prospettiva unitaria è questo qua: applicarsi a nuovi esorcismi contro una dittatura che non c’è più, e tentare di infilare a forza stivaloni-fez-camicia nera agli avversari che li hanno democraticamente battuti nelle urne del 2022.
Appena una settimana fa, e agli ingenui sembrava uno sberleffo, Libero ha scelto Mussolini come uomo dell’anno esattamente per questa ragione: non certo per rimpiangerlo o celebrarlo (figurarsi), ma per segnalare come la sinistra ne faccia ancora il centro del proprio disturbo ossessivo-compulsivo, la causa e insieme il prodotto della propria nevrosi.
Che la nostra non fosse una provocazione ma un’analisi sociale, politica e culturale, lo dimostrano le ultime trentasei ore. Parte la serie Sky tratta dall’ennesimo tomo di Scurati, e tutti i partecipanti a questo lavoro si stracciano le vesti, si strappano i capelli, gridano la loro voglia di resistenza, denunciano strette autoritarie che ovviamente non esistono. Loro – per stare tranquilli – fatturano, incassano, hanno il viso illuminato a giorno dai faretti delle telecamere. E però – nel tempo libero – frignano e si lagnano.
Ecco l’attore Marinelli, a cui non risulta che nessuno abbia puntato la pistola alla tempia per imporgli di interpretare la parte di Mussolini. E invece eccolo su Huffington Post: «È stato devastante». Per chi non avesse capito bene, rieccolo sulla Stampa: «Devastante entrare nei panni del Duce». E due. La devastazione (nostra, in questo caso) prosegue sul Corriere, con due pagine di intervista lacrimosa e lacrimogena rilasciata dall’attore a Walter Veltroni, già in pena – ci fa sapere – per la nonna antifascista di Marinelli. Ma Luca, che ha il cuore d’oro, ha fatto assistere l’anziana parente a una proiezione anticipata e alla fine lei gli ha mormorato: «Hai fatto bene». Noi non sappiamo se trattenere il riso o il pianto, ma Marinelli ci informa che tutto questo lo ha rincuorato. Fino a un certo punto, si capisce, perché comunque «interpretare Mussolini è stato doloroso». Un calvario, insomma.
Occhio, però, non credetevi assolti, amici lettori. Perché a Veltroni non sfugge nulla, e pone la domanda chiave: «Lei teme si possa tornare a sistemi autoritari?». E Marinelli lesto: «Vedo già tante cose che mi sembrano indicare quella deriva». Avete capito? Ci risiamo: il 2025 come il 1925.
E del resto, come ieri vi aveva spiegato benissimo il nostro Alberto Busacca, una delle pensate del regista Wright è stata quella, nella serie Sky, di immaginare un Mussolini che, appena riceve l’incarico di formare il governo, si gira verso la telecamera e sibila: «Make Italia Great Again». Oplà, il cerchio si chiude: fascismo allora e fascismo ora, fascismo sempre, fascismo eterno.
E i resistenti? I partigiani? Meglio: quelli che oggi sono più che altro party-giani che fanno? Si godono contratti, emettono fatture, e soffrono. O forse: s’offrono.
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