mercoledi` 08 gennaio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
07.01.2025 La sinistra ha trovato chi la unisce: Mussolini
Editoriale di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 07 gennaio 2025
Pagina: 1/3
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «La sinistra ha trovato il suo nuovo federatore: Benito Mussolini»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 07/01/2025, a pag. 1/3, con il titolo "La sinistra ha trovato il suo nuovo federatore: Benito Mussolini", l'editoriale di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

"M, il Figlio del Secolo", la serie Sky tratta dal libro di Scurati sulla nascita del fascismo. Viene trasmessa quando la sinistra trova nel "pericolo fascismo" l'unico motivo di unione di partiti fra loro inconciliabili.

Hanno trovato il Federatore. Ma quale Paolo Gentiloni, ma quale Ernesto Maria Ruffini? E – con tutto il rispetto – ma quale Elly Schlein? Signore e signori, non c’è storia e non c’è partita: altro che laici e cattolici, altro che piddini e grillini, altro che centristi da recuperare negli scantinati di qualche museo.
Il Federatore è Lui. Ancora Lui, proprio Lui. Il Duce. Del resto, il fascio littorio – recuperato nel ventennio dall’iconografia romana – era proprio un’unione (un fascio, appunto) di bastoni e fascine, legati con del cuoio e tenuti insieme da una scure. Mussolini, ottant’anni dopo la sua morte, svolge ancora la stessa funzione.
Ma – ennesima maledizione che lo colpisce post mortem – stavolta “affascia” nientemeno Bonelli e Magi, Fratoianni e la Salis, più tutte le falangi delle ex grisaglie ministeriali del Pd.
Questa comitiva, come si sa, se mai tornasse a Palazzo Chigi, non sarebbe unita su nulla: né sulla politica estera, né sull’economia, né sull’energia o sulla politica industriale.
E allora come se ne esce? Elementare, Watson: con l’eterno Rischio Fascismo. L’unico modo che hanno di darsi un ubi consistam comune, un linguaggio condiviso, una parvenza di prospettiva unitaria è questo qua: applicarsi a nuovi esorcismi contro una dittatura che non c’è più, e tentare di infilare a forza stivaloni-fez-camicia nera agli avversari che li hanno democraticamente battuti nelle urne del 2022.
Appena una settimana fa, e agli ingenui sembrava uno sberleffo, Libero ha scelto Mussolini come uomo dell’anno esattamente per questa ragione: non certo per rimpiangerlo o celebrarlo (figurarsi), ma per segnalare come la sinistra ne faccia ancora il centro del proprio disturbo ossessivo-compulsivo, la causa e insieme il prodotto della propria nevrosi.
Che la nostra non fosse una provocazione ma un’analisi sociale, politica e culturale, lo dimostrano le ultime trentasei ore. Parte la serie Sky tratta dall’ennesimo tomo di Scurati, e tutti i partecipanti a questo lavoro si stracciano le vesti, si strappano i capelli, gridano la loro voglia di resistenza, denunciano strette autoritarie che ovviamente non esistono. Loro – per stare tranquilli – fatturano, incassano, hanno il viso illuminato a giorno dai faretti delle telecamere. E però – nel tempo libero – frignano e si lagnano.
Ecco l’attore Marinelli, a cui non risulta che nessuno abbia puntato la pistola alla tempia per imporgli di interpretare la parte di Mussolini. E invece eccolo su Huffington Post: «È stato devastante». Per chi non avesse capito bene, rieccolo sulla Stampa: «Devastante entrare nei panni del Duce». E due. La devastazione (nostra, in questo caso) prosegue sul Corriere, con due pagine di intervista lacrimosa e lacrimogena rilasciata dall’attore a Walter Veltroni, già in pena – ci fa sapere – per la nonna antifascista di Marinelli. Ma Luca, che ha il cuore d’oro, ha fatto assistere l’anziana parente a una proiezione anticipata e alla fine lei gli ha mormorato: «Hai fatto bene». Noi non sappiamo se trattenere il riso o il pianto, ma Marinelli ci informa che tutto questo lo ha rincuorato. Fino a un certo punto, si capisce, perché comunque «interpretare Mussolini è stato doloroso». Un calvario, insomma.
Occhio, però, non credetevi assolti, amici lettori. Perché a Veltroni non sfugge nulla, e pone la domanda chiave: «Lei teme si possa tornare a sistemi autoritari?». E Marinelli lesto: «Vedo già tante cose che mi sembrano indicare quella deriva». Avete capito? Ci risiamo: il 2025 come il 1925.
E del resto, come ieri vi aveva spiegato benissimo il nostro Alberto Busacca, una delle pensate del regista Wright è stata quella, nella serie Sky, di immaginare un Mussolini che, appena riceve l’incarico di formare il governo, si gira verso la telecamera e sibila: «Make Italia Great Again». Oplà, il cerchio si chiude: fascismo allora e fascismo ora, fascismo sempre, fascismo eterno.
E i resistenti? I partigiani? Meglio: quelli che oggi sono più che altro party-giani che fanno? Si godono contratti, emettono fatture, e soffrono. O forse: s’offrono.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT