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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
21.04.2002 22/4/02 Martiri senza virgolette...
i palestinesi, chissà perché, sono sempre ragazzi, anche quando sono terroristi assassini ...

Testata: Famiglia Cristiana
Data: 21 aprile 2002
Pagina: 1
Autore: Chiara Prato
Titolo: «IL MIO MOUHAMMAD MARTIRE DELLA JIHAD»

Dice di chiamarsi Um Hamad, ma non è il suo vero nome. È la madre di Mouhammad Farhat, un ragazzo di 19 anni

i palestinesi, chissà perché, sono sempre ragazzi, anche quando sono terroristi assassini ...

che lo scorso 7 marzo è partito dalla sua casa, una baracca a Gaza, con in fronte la fascia verde della jihad (guerra santa) islamica e al collo il fucile. È arrivato nell’insediamento ebraico di Atzmona, a nord di Tel Aviv, e ha aperto il fuoco sui coloni ebrei.
... e gli israeliani sempre coloni, anche quando vengono assassinati.

Ne ha uccisi cinque e feriti oltre trenta, prima di essere a sua volta ucciso.

Mouhammad è uno dei martiri di Allah.
Martiri senza neanche le virgolette!


Un kamikaze che ha deciso di sacrificare la propria vita


più che altro sembrerebbe che abbia deciso di sacrificare la vita degli altri


per la libertà della sua gente. E la madre racconta di essere pronta a sacrificare gli altri cinque figli in nome del loro Dio e per la liberazione della loro terra: «Mouhammad è stato educato alla resistenza e alla jihad per Allah. Questo fa parte del nostro credo e io non potevo impedirglielo, se l’avessi fatto sarebbe stato un peccato nei confronti del nostro Dio. Un vero musulmano deve rispettare tutte le raccomandazioni, e la jihad è una di queste».

Fiera e orgogliosa, Um Hamad racconta le ore prima che suo figlio lasciasse per sempre la sua famiglia per immolarsi alla causa palestinese.


Quanta ammirazione per questa madre dell'agnello sacrificale!

Non versa una lacrima mentre mostra con orgoglio le foto del figlio, vestito con la tuta mimetica e ornato del fucile con il quale ha compiuto il suo "dovere" di musulmano. «Non posso certo ignorare i miei sentimenti», racconta, «ma ci sono delle circostanze in cui si devono mettere da parte, per liberare la nostra terra e per santificarla. Sento un inferno dentro, ma nello stesso tempo mio figlio mi ha resa orgogliosa per quello che ha fatto. Con il suo martirio si è guadagnato il paradiso».

Perché tanti giovani decidono di andare a morire? La risposta è nelle stradine di ogni campo profughi palestinese, di Gaza o di Ramallah. Sono la povertà, l’indigenza, l’ignoranza che, mescolate all’integralismo, danno vita al terrorismo islamico.

E l'odio istillato nelle scuole, nelle moschee, alla radio, alla televisione, nei discorsi dei dirigenti, quello no? E perché tanta miseria, quando nelle casse dell'Autorità Palestinese sono entrati miliardi di dollari?

Da oltre cinquant’anni qui si combatte una guerra efferata tra due popoli che non riescono a condividere una terra.

CINQUANT'ANNI FA NON C'ERANO TERRITORI OCCUPATI! CINQUANT'ANNI FA GAZA E RAMALLAH APPARTENEVANO RISPETTIVAMENTE A EGITTO E GIORDANIA! CINQUANT'ANNI FA ISRAELE AVEVA ACCETTATO DI CONDIVIDERE LA TERRA! A MENO CHE LA GIORNALISTA, COME I TERRORISTI PALESTINESI, PER TERRITORIO OCCUPATO NON INTENDA QUELLO DELLO STATO DI ISRAELE...


Per i palestinesi, gli israeliani rappresentano l’usurpatore, che ha strappato la terra nella quale i loro padri sono nati e cresciuti; per gli israeliani questa terra spetta loro e i palestinesi sono selvaggi. Um Hamad ha educato i suoi figli
educato??
e ha insegnato loro che morire per la libertà della Palestina è cosa buona e giusta.

Non è un po' blasfemo usare le parole della messa per parlare del terrorismo?


Ora le restano altri cinque figli, il più grande ha 17 anni, la più piccola 7. Tutti loro conoscono la fine del loro fratello Mouhammad, lo stimano e sono pronti a imitarlo.

Mouhammad è un eroe e la sua famiglia aspetta di ricevere un premio in denaro. Saddam Hussein ha promesso di pagare 15 mila dollari per ogni ragazzo che muore urlando Allah-u-Akbar. Ma per quanto siano disperate le condizioni di vita degli abitanti della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, non è per soldi che i giovani kamikaze vanno a morire. Lo fanno, con il supporto della comunità, per guadagnarsi il paradiso. «Tutto questo», dice Um Hamad, «è il risultato di un’enorme sofferenza e di umiliazioni continue. Non siamo felici di uccidere, non siamo terroristi, vogliamo i nostri diritti, vogliamo la pace, vogliamo vivere senza altre sofferenze. Non è possibile una soluzione politica, quello che è stato preso con la forza va riconquistato con la forza. Questo nemico non conosce altra lingua».


La donna del campo profughi, probabilmente analfabeta e indottrinata dai suoi dirigenti, può anche non sapere che tutto questo è falso, ma la giornalista non dovrebbe ignorarlo.



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