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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
02.01.2025 Basta sopportare: chi ci disprezza va mandato via
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 02 gennaio 2025
Pagina: 1/7
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Basta sopportare: chi ci disprezza va mandato via»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 02/01/2025, a pag. 1/7, con il titolo "Basta sopportare: chi ci disprezza va mandato via", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Gli immigrati islamici dominavano il Capodanno a Milano, in piazza Duomo. Risse, violenze e insulti all'Italia e alla polizia, il tutto sapendo di restare impuniti. Complimenti al sindaco Sala per l'ennesima dimostrazione di sottomissione.

Se avessimo – ma non la abbiamo – voglia di scherzare, potremmo dire che no, certamente non erano né militanti tedeschi di AfD né simpatizzanti di Elon Musk, né tifosi di Trump né di Milei. E – spiace dare questo dolore ai nostri partigiani in servizio permanente effettivo – non erano nemmeno nostalgici mussoliniani. Di chi parliamo? Della torma di facinorosi immigrati che la notte di Capodanno si sono abbandonati a un ormai consueto rituale di vandalismo e aggressioni a Milano (complimenti, sindaco Sala!), quest’anno impreziosito dal grido bestiale: «Vaffanculo, Italia».
Guardatele le immagini che girano in rete: visi stravolti dalla rabbia, urla da belve umane, un rancore assoluto e irriducibile. E – ciò che più conta – l’arroganza di chi sa che resterà impunito. Di chi sa che – a sinistra e non solo – è già pronta la solita canzoncina del “non li abbiamo ascoltati”, “non abbiamo fatto abbastanza”, “è colpa nostra”.
Di chi sente intorno l’ovatta del giustificazionismo, l’autorazzismo della colpevolizzazione rivolta sempre e solo contro gli italiani, e una freddezza ingiustificabile nei confronti delle forze dell’ordine (oggetto, non a caso, di altre offese belluine: «Polizia di merda»).
È l’ora di dire basta. Il nostro è un paese serio che non può più tollerare simili scene di disprezzo: non solo della legalità (questo è pacifico), ma pure di quel sentimento di amor patrio di cui sentiamo parlare – a volte sinceramente, più spesso retoricamente – da tante parti.
E allora si agisca di conseguenza. E si tratta di una sfida politica per tutti. La sinistra dovrebbe finalmente sottoporsi a un bagno di realtà: non le verrà nulla di buono dalla difesa di queste scene orrende. Ci sarà pure qualche testa rimasta minimamente lucida tra i progressisti: se sì, comprendano che la sinistra – ormai – non ha una vertenza con Giorgia Meloni o con il governo, ma ha un gigantesco problema di sconnessione rispetto agli elettori. Cittadini comuni che considerano lunare la minimizzazione che a sinistra continua a esserci rispetto a questo andazzo.
Ma pure la destra è chiamata a un salto di qualità. A onor del vero, sul tema dell’immigrazione, l’impegno del governo merita un plauso: i numeri parlano chiaro, e sia dalla Cassazione sia dall’Ue sono giunti altri segnali che certamente l’esecutivo può rivendicare.
Ma è sul mix tra immigrazione illegale e sicurezza che si può fare di più. L’esperimento delle zone rosse va esteso e potenziato. Nelle stazioni delle principali città e nei luoghi “caldi” serve uno sforzo permanente: costerà in termini di uomini impiegati e di risorse, ma va fatto.
E soprattutto, anche per mostrare il cambio di clima, per compiere una potente opera di dissuasione, servirebNon si tratta di una materia facile da maneggiare, ne siamo ben consapevoli: per ragioni varie che vanno dalle garanzie individuali a un quadro giuridico complesso. Ma sarebbe di straordinario valore educativo, oltre che un modo di far capire a tutti che il vento è cambiato, se si potesse procedere all’espulsione (nei casi in cui non si tratti di soggetti con cittadinanza italiana, e quando ricorrano le condizioni necessarie) dei soggetti che – in uno sventolio di bandiere tunisine e di altre nazioni – hanno gridato quel «Vaffanculo, Italia» o quel «Polizia di merda». Si può fare? Lo si faccia. Serve una forzatura e un atto di coraggio politico? Lo si compia, si tenti. C’è da affrontare una polemica? La stragrande maggioranza degli italiani sarebbe pronta ad applaudire questa decisione a scena aperta.

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