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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
30.12.2024 Se gli amici abbandonano Israele
Commento di Mordechai Nisan (traduzione di Giulio Meotti)

Testata: Il Foglio
Data: 30 dicembre 2024
Pagina: II
Autore: Mordechai Nisan
Titolo: «Se gli amici abbandonano Israele»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 30/12/2024, a pag. II, il commento di Mordechai Nisan, pubblicato originariamente su Israel Hayom, tradotto da Giulio Meotti dal titolo: "Se gli amici abbandonano Israele ".

Mordechai Nisan
L'islamizzazione del continente europeo, svuotato dei suoi valori, è un processo che costituisce la maggior minaccia all'Occidente dai tempi della caduta di Costantinopoli nel 1453.

Il trauma delle due guerre mondiali sul suolo europeo ha lasciato il continente dell’Illuminismo alla ricerca di direzione ed equilibrio” scrive su Israel Hayom lo storico dell’Università di Gerusalemme Mordechai Nisan. “La decolonizzazione in Africa, il ritiro dal medio oriente e l’ascesa delle potenze asiatiche hanno contribuito a marginalizzare lo status e l’influenza internazionale dell’Europa. Poi è emerso l’Islam, quasi invisibilmente all’inizio, per consolidare il più grande pericolo per l’Europa (e per l’intero Occidente) dalla caduta di Costantinopoli in mano ai turchi nel 1453. L’emergere dell’Islam come forza politica sociale e religiosa in Europa e l’assertività dei paesi musulmani nella politica globale si sono scontrati con un’Europa confusa da sensi di colpa storici, stanchezza della civiltà e confusione morale.

“Nel suo libro ‘L’art d’être français’, Michel Onfray ha scritto che un misto di laicité, nichilismo e islamo-gauchismo ha macchiato l’anima della Francia e prosciugato il suo vigore spirituale. I molteplici filoni di cambiamento in Europa stavano minando quella che un tempo era una cosiddetta civiltà giudaico-cristiana. Vale a dire, il paradosso di un’Europa scristianizzata non religiosa stava assistendo allo sviluppo di un’Europa islamica. Attraverso il multiculturalismo, la diversità e l’avanzata della legge della sharia, ‘Londra non era più una città inglese’, ha concluso l’opinionista Douglas Murray. L’Europa, mentre sviluppava relazioni congeniali e vantaggiose con i paesi musulmani e arabi, che garantivano una fornitura di lavoratori stranieri e risorse petrolifere, si mostrava ambigua nei confronti di Israele. La Francia nel 1967 e la Gran Bretagna nel 2024 hanno imposto embarghi sulle armi e hanno assistito il programma nucleare dell’Iraq e il programma chimico della Libia. Hanno corteggiato il regime islamico dell’Iran, come al solito.

L’Europa ha sostenuto il verdetto di colpevolezza della Corte penale internazionale a luglio sulla condotta militare delle Forze di difesa israeliane nella guerra di Gaza, emettendo mandati di arresto per il primo ministro israeliano Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant. L’Occidente nel suo complesso ha ceduto ai musulmani in molti modi. Bernard Lewis ha offerto una prognosi pungente nel 1995: ‘Potrebbe darsi che la cultura occidentale se ne vada davvero: la mancanza di convinzione di molti di coloro che dovrebbero essere i suoi difensori e l’intensità appassionata dei suoi accusatori potrebbero benissimo unirsi per completarne la distruzione’. Trent’anni dopo, la traiettoria della previsione di Lewis rimane in carreggiata. L’Occidente credeva che la sua civiltà avrebbe conquistato il globo, ora la conquista universale islamica diventava una prospettiva molto più probabile. Israele, lo stato ebraico, è entrato nell’equazione globale per caso e per scelta. La sua rinascita politica dopo una pausa di 2.000 anni ha rotto il modello ciclico di nascita, decadenza e morte. Il ritorno sionista nella patria ebraica è stato un atto di fede, spirito e resilienza. Al contrario, l’Europa non è riuscita a superare l’angoscia del nazionalismo, in particolare tedesco. Il sostegno totale e incondizionato ai palestinesi contro Israele è l’ultima stampella morale per l’abbandono del popolo ebraico da parte dell’Europa ai pugnali, alle armi e alle bombe islamiste. Un’accusa popolare per delegittimare lo stato ebraico di Israele come un’impresa coloniale e razzista sionista, che occupa la Palestina ed espellendo i palestinesi, è servita ad alleviare il passato coloniale dell’Europa e a focalizzare l’attenzione sul presente coloniale di Israele. (…) “Questa innovazione post 7 ottobre segue anni di campagna di boicottaggio. La guerra contro gli ebrei e Israele nelle strade e nei campus dell’Occidente ha assunto un’intensità e una militanza fanatiche, riversandosi nelle università e nelle arene politiche. Rappresentare gli israeliani come nazisti cancella la responsabilità dell’Olocausto da parte dell’Europa: gli europei non sono più colpevoli dell’Olocausto, che gli ebrei nazisti meritavano. Questa diabolica ricostruzione della storia, essa stessa una falsificazione palestinese originale, rispecchia la barbarie nazista di Hamas contro i civili ebrei in Israele. Non dovremmo ignorare che la Torah e la Bibbia, come fonti (occidentali) di legge, moralità e profezia, rendono al popolo ebraico un credito storico senza pari al mondo. Ciò che per l’Europa e l’Occidente è la problematica e irritante questione ebraica è in sostanza l’insondabile mistero degli ebrei. Se perseguito fino in fondo, l’inevitabile risultato della guerra congiunta musulmana e occidentale contro Israele sarà la distruzione dello stato ebraico. I credenti musulmani ovunque festeggerebbero nel loro modo febbrile. Non ci sarà scampo dalle conseguenze. La colpa, se Israele cade, si insinuerà nei tendini della civiltà occidentale e come un tumore maligno distruggerà le fondamenta morali e il corpo politico dell’Europa. Nel 1968, il filosofo Eric Hoffer rivelò un segreto interiore. ‘Ho una premonizione’, disse, ‘che non mi lascia in pace: come va per Israele andrà per tutti noi’”.

(Traduzione di Giulio Meotti)

 

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