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israele.net Rassegna Stampa
29.12.2024 Israele all’Eurovision 2025
Cronaca del Jerusalem Post

Testata: israele.net
Data: 29 dicembre 2024
Pagina: 1
Autore: Redazione del Jerusalem Post
Titolo: «Lo straordinario duetto della cantante araba israeliana e del giovane del kibbutz Be’eri cui hanno ucciso entrambi i genitori»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un articolo del Jerusalem Post dal titolo "Lo straordinario duetto della cantante araba israeliana e del giovane del kibbutz Be’eri cui hanno ucciso entrambi i genitori"

Valerie Hamati e Daniel Weiss a HaKochav Haba

Domenica sera, nel corso della seconda edizione in tempo di guerra del talent show televisivo israeliano HaKochav Haba (“La prossima stella”), il cui vincitore rappresenterà Israele all’Eurovision, Daniel Weiss, un sopravvissuto al massacro del 7 ottobre, ha fatto squadra con la cantante arabo-israeliana, Valerie Hamaty, con una versione particolarmente toccante di Hurricane, la canzone che Eden Golan portò alla scorsa edizione del concorso canoro internazionale.

La canzone è un tributo alle oltre 360 persone trucidate dai terroristi palestinesi al festival Nova il 7 ottobre 2023 e Golan la interpretò con una strepitosa performance piena di pathos e dignità, nonostante le vergognose bordate di fischi che la investivano da una parte del pubblico in sala, e si classificò seconda nel voto del pubblico televisivo internazionale e quinta nella classifica generale, a dispetto degli appelli al boicottaggio lanciati da attivisti anti-israeliani.

La canzone ha incontrato enorme favore da parte del pubblico: il video dell’esibizione dal vivo di Golan ha ottenuto 5,5 milioni di visualizzazioni su YouTube e il videoclip ufficiale quasi 10 milioni.

Difficile replicare una performance come quella di Golan. Eppure Hamaty e Weiss, in una serata in cui i concorrenti erano chiamati ad esibirsi in duetto, hanno dimostrato di essere all’altezza. La loro commovente interpretazione di Hurricane ha ricevuto dai giudici un punteggio del 95%, il più alto della serata.

Daniel Weiss è originario del kibbutz Be’eri (uno dei più colpiti nella carneficina del 7 ottobre) ed esibendosi a piedi nudi ha mostrato di non aver abbandonato i suoi modi da kibbutznik, anche se non ha più potuto vivere nella sua casa da quando Hamas ha scatenato la guerra. Weiss è sopravvissuto al massacro nel kibbutz. Ma suo padre, Shmulik, è stato ucciso e sua madre, Yehudit, è stata rapita e deportata a Gaza dove è stata successivamente assassinata.

Proprio la scorsa settimana, i suoi genitori sono stati trasferiti dalle tombe temporanee al loro luogo di sepoltura finale nel cimitero del kibbutz, che da poco è considerato un luogo abbastanza sicuro per tenere un funerale. “Sento che ora possiamo alzare lo sguardo verso l’alto e guardare la bella vita che stiamo ricreando qui”, ha detto Daniel.

Daniel Weiss ha ricordato d’aver partecipato, prima della guerra, a un talent in cui partecipava anche Valerie Hamaty e che suo padre, presente tra il pubblico, gli aveva detto che un giorno avrebbe dovuto trovare un modo per esibirsi con lei. Oggi, dice, “mi è venuta la pelle d’oca” quando ha saputo che avrebbe duettato con lei a HaKochav Haba.

Hamaty, un’affermata cantante israeliana che ha preso parte in passato a “La prossima stella”, si è beccata la sua dose di odio online dopo la sua precedente esibizione in questa stagione da parte di gente convinta che, in quanto araba, non dovrebbe partecipare a nessuna competizione con ebrei. Interpellata dalla conduttrice Rotem Sela su questi attacchi, Hamaty ha detto che si tratta di una “rumorosa minoranza” e che la maggior parte delle reazioni che ha ricevuto sono positive.

Ha raccontato d’aver appena ricevuto un messaggio da una donna la cui figlia è stata uccisa al festival Nova. La ha detto: “Mia figlia ti ha sempre ammirato e ti voleva molto molto bene, e non ne posso più di tutto questo odio”.

Ha poi raccontato che, quando ha saputo che avrebbero duettato insieme, ha guardato il nastro dell’audizione di Daniel Weiss in cui parlava dell’assassinio dei suoi genitori e si è ritrovata a piangere.

Il pubblico li ha abbracciati dal momento in cui hanno iniziato a cantare la canzone, che è sia di lutto che piena di speranza e che è diventata una specie di inno della gioventù israeliana.

Particolarmente commovente il momento in cui Weiss ha cantato il verso Who’s the fool who told you boys don’t cry? (“Chi è il pazzo che ti ha detto che i ragazzi non piangono?”).

Quando hanno intonato insieme le parole I’m still broken from this hurricane (“Sono ancora distrutto da questo uragano”), diversi giudici avevano le lacrime agli occhi.

Anche altri concorrenti di HaKochav Haba sono stati personalmente colpiti dal massacro del 7 ottobre.

Yuval Raphael, un’altra finalista, è sopravvissuta alla strage fingendosi morta per ore in un rifugio anti-razzi vicino al festival musicale.

Il finalista dell’anno scorso, Shaul Greenglick, 26 anni, capitano riservista che all’inizio di dicembre 2023 si era presentato in uniforme al provino per il concorso mentre era a casa in licenza dai combattimenti a Gaza, è poi caduto in battaglia a fine dicembre.

L’Eurovision è parte importante della cultura popolare israeliana ed è stata una delle prime arene internazionali in cui il piccolo stato ebraico si è distinto.

Nato all’indomani della seconda guerra mondiale per incoraggiare la competizione pacifica tra le nazioni, l’Eurovision si è trasformato in uno spettacolo sempre più sfavillante, con milioni di persone in tutto il mondo che lo seguono in televisione e votano le performance preferite.

Israele ha iniziato a parteciparvi nel 1973 poiché, analogamente a quanto avveniva per lo sport, era ostracizzato da qualunque competizione mediorientale.

Si aggiudicò il primo premio nel 1978 con il brano A-Ba-Ni-Bi cantano da Izhar Cohen e gli Alphabet, e nel 1979 con Hallelujah interpretata dai Milk and Honey. Vinse di nuovo nel 1998 con Diva di Dana International, prima donna trans a vincere il concorso.

Infine, nel 2018, Netta Barzilai divenne la quarta vincitrice israeliana dell’Eurovision con la sua travolgente interpretazione di Toy, un inno all’auto-affermazione femminile.

(Da Jerusalem Post, 23.12.24)

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