giovedi` 02 gennaio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
29.12.2024 Putin minaccia la Scandinavia
Analisi di Matteo Legnani

Testata: Libero
Data: 29 dicembre 2024
Pagina: 15
Autore: Matteo Legnani
Titolo: «La flotta fantasma di Mosca minaccia la Scandinavia»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/12/2024, a pag. 15, con il titolo "La flotta fantasma di Mosca minaccia la Scandinavia" l'analisi di Matteo Legnani.

Una flotta fantasma russa, costituita da petroliere e navi mercantili comprate nelle più disparate micro-nazioni e paradisi fiscali della terra, usata per fare lavori sporchi di cui Putin non si assume la responsabilità. Come la Eagle S che ha tranciato i cavi sottomarini nel Baltico, che collegano la Finlandia e l'Estonia. Per i paesi nordici che si affacciano sul Baltico questa è una minaccia diretta.

Che si tratti di incidenti non lo crede ormai più nessuno. Eppure, cavi delle telecomunicazioni continuano a essere tranciati sul fondo del Mar Baltico e i Paesi vittime dei sabotaggi (oltre ai loro alleati della Ue) non sembrano in grado di trovare contromisure che inducano i russi a mettervi fine.
A compiere i sabotaggi sono le navi della cosiddetta flotta fantasma’ di Mosca: petroliere e mercantili decrepiti e battenti le bandiere dei Paesi più improbabili, utilizzati dalla Federazione Russa per aggirare i divieti di esportazione di greggio e di altri beni.
Una cinquantina di navi sono state individuate e sanzionate, ma sembrano spuntarne in continuazione, a prendere il posto di quelle individuate dagli alleati dell'Ucraina.
Da mesi, queste navi compiono anche un altro 'lavoro sporco', tranciando i cavi sottomarini che assicurano le telecomunicazioni tra i Paesi che si affacciano sul Mar Baltico, che si presta facilmente a questo tipo di sabotaggi a causa del fondale poco profondo, sul quale i cavi sono appoggiati.
Come è capitato mercoledì, quando la petroliera Eagle S, battente bandiera delle isole Cook, ha tranciato il cavo sottomarino Estlink 2, che collega la Finlandia e l'Estonia. O almeno, di ciò sono convinte le autorità finlandesi, che hanno posto sotto sequestro la petroliera in attesa che vengano condotte indagini sull'accaduto.
A metà novembre due altri atti di sabotaggio erano stati portati a termine a poche ore di distanza l'uno dall'altro: in quel caso era stato colpito il collegamento di 218 chilometri esistente tra Svezia e Lettonia e sei ore prima era toccato ai 1.200 chilometri di fibra ottica che corrono tra Helsinki e Rostock, in Germania, e che costituiscono la principale arteria digitale esistente tra la Scandinavia e l'Europa Centrale.
Le autorità svedesi avevano fermato una portacontainer cinese, la Yi Peng 3, che i radar avevano visto navigare proprio nella zona dei cavi negli orari in cui questi erano stati tagliati.
Un anno fa, un altro mercantile cinese salpato dal porto russo di Kaliningrad tranciò con un’ancora pesante due tonnellate il gasdotto Balticonnector e due fibre ottiche tra Finlandia ed Estonia. In quel caso, la nave sganciò poi l’ancora e proseguì la sua rotta verso oriente.
Ieri della vicenda ha parlato usando toni piuttosto accesi, il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock. «Accade ormai quasi ogni mese che navi danneggino importanti cavi sottomarini nel Mar Baltico. Il copione è sempre lo stesso: gli equipaggi di queste navi abbassano l'ancora, la trascinano sui fondali bassi per chilometri senza un'apparente ragione. Tutto questo non è certo una coincidenza ma dovrebbe essere un campanello d'allarme per tutti noi, perché i cavi sottomarini sono oggi le arterie che tengono il nostro mondo insieme», ha spiegato la Baerbock, sollecitando sanzioni più dure nei confronti della Russia e investimenti più consistenti nella sicurezza nazionale.
In tema di sabotaggi, ieri gli hacker filorussi del gruppo che si fa chiamare NoName hanno preso di mira il sito web degli aeroporti di Malpensa e Linate. L’hackeraggio ha tuttavia colpito solo il portale dedicato alle informazioni al pubblico e non ha avuto ripercussioni sull’operatività dei due scali milanesi.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT