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Quando si danno le notizie solo per diffamare Israele La notizia di Natale, diffusa dal dottor Munir al Bursch, è quella di un neonato morto di gelo alla vigilia. Poi i neonati sono diventati due. Notizie non verificate e parecchio improbabili, visto il clima caldo desertico di Gaza, anche in questo mese. E che però tutti i media rilanciano, prendendole a scatola chiusa, perché l'importante è criminalizzare Israele. Sono due giorni che la TV, le radio, i social danno praticamente ogni ora la notizia di un neonato morto per congelamento in quel di Gaza, ripetendo come tanti pappagalli le parole di un sedicente dottor Munir al Bursh: “ un neonato è morto a causa del freddo estremo”. Da notare perché è importante per la psicologia della gente: “ Il neonato è morto assiderato la notte di Natale”. Eh che sono furbi? Nessuno batte i palestinesi in furbizia, questo è certo. Il dottore di Gaza, confidando nell’idiozia della stampa occidentale affetta dal desiderio inconsulto di diffamare Israele, ha furbescamente lanciato una notizia totalmente falsa, una delle tante che escono da quel nido di vipere. Gaza è situata a 50 km a sud di Israele dove sono tutti in maniche di camicia o canottiere perché fa caldo. A Gaza la temperatura notturna non scende al di sotto dei 14/15 gradi, quella diurna è di 17/ 18 gradi, a giorni si arriva anche oltre i 20. Allora come la mettiamo? Ma le ultime notizie farlocche non finiscono qui. Adesso, per accontentare la sete di odio del pubblico italiano, i neonati sono arrivati a tre. Non pretendo che l’Ansa e i media verifichino le notizie provenienti da quei luoghi, troppa fatica, inoltre chi ha il coraggio, memore di Charlie Hebdò, di smentire quello che dicono i più fedeli seguaci della taqiyah che esistano al mondo, i palestinesi. Ormai tutti dovrebbero sapere il significato di quella strana parola, taqiyah, che è una regola importante del Corano, mentire, simulare, rinnegare. Tutto è concesso pur di ingannare il mondo e ci stanno riuscendo alla perfezione. Se l’Occidente mettesse un terzo dell’interesse che prova per i bambini palestinesi, sui piccoli israeliani rapiti 17 mesi fa e tuttora prigionieri, se vivi, nei buchi di Gaza, la guerra sarebbe già finita. Ma i bambini ebrei non fanno pena, come non fanno pena quei poveri scheletrini con la pancia gonfia, che tentano di sopravvivere nei campi dei rifugiati africani. Si chiama indignazione selettiva, quel fenomeno in cui i più accaniti “sostenitori della giustizia e della pace nel mondo”, tacciono quando si trovano di fronte ad atrocità che non vanno d’accordo con le loro storie preferite. I bambini africani letteralmente morti di fame, i bambini israeliani prigionieri delle belve di Gaza non fanno parte della narrazione preferita della maggior parte dei media internazionali il cui interesse si concentra solamente sulle sofferenze innegabili dei bambini palestinesi. Ma non solo. La caduta di Bashar al Assad ha portato alla luce gli orrori accaduti in Siria durante il suo regime. Alcuni organi di informazione ne hanno parlato, non ampiamente ma hanno accennato alle fosse comuni, alle torture, senza che i guerrieri della giustizia nei campus americani ed europei si scomponessero, indifferenti alle uccisioni di massa di persone innocenti. Questi impavidi guerrieri si svegliano urlanti solamente quando possono attribuire atrocità inventate a Israele, in sostanza agli ebrei. Chiunque abbia una bussola morale dovrebbe discernere la differenza tra una guerra iniziata da un’organizzazione terroristica e i feroci crimini contro l’umanità come quelli che stanno scoprendo in Siria. Eppure non ci sono proteste, nessun corteo, nessun mandato d’arresto per Assad e in nessuna piazza del mondo si manifesta contro le nefandezze commesse dal suo regime spietato. Giorni fa leggevo che un giornalista americano ha posto questa semplice domanda: perché? L’unica risposta è che Assad non è ebreo e che la Siria martoriata non è Gaza. Sapevamo da tempo che Assad aveva usato armi chimiche contro il suo proprio popolo ma adesso stiamo leggendo qualcosa di più sugli orrori di Sednaya, una prigione a 30 chilometri da Damasco, denominata anche “la stanza del macellaio”. Ex detenuti sopravvissuti raccontano di atrocità inimmaginabili, torture, esecuzioni, corpi sciolti nell’acido, anche l’orrore di una macchina per schiacciare le vittime. Sono stati trovati mucchi di cadaveri, fosse comuni in ogni luogo. Eppure, cari miei, non c’è stata una sola risoluzione dell’Onu contro la Siria di Assad (nel 2021 l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato 14 risoluzioni anti-israeliane, mentre tutti gli altri 194 paesi del mondo sono stati colpiti in totale soltanto da quattro risoluzioni di condanna (una ciascuno contro Corea del Nord, Iran, Myanmar e l’attività russa in Crimea). Nel frattempo è stato rinviato il voto su una bozza di risoluzione contro il regime siriano e i suoi crimini contro l’umanità. Israele.net). Nessuna denuncia da parte del Sud Africa alla Corte Penale Internazionale. Erano tutti troppo occupati a criticare Israele, a accusare Israele di genocidio e di pulizia etnica. L’Irlanda ha persino proposto di cambiare la definizione di genocidio per poterla adattare a Israele. In Siria sono state uccise 500.000 persone, tra cui qualche migliaio di rifugiati palestinesi. Qualcuno ha notizia di manifestazioni in difesa dei “poveri palestinesi siriani”? La verità è che al mondo non potrebbe frega di meno dei palestinesi se non avessero come controparte Israele e gli ebrei! Le proteste, la loro violenta intensità per Gaza non hanno uguali rispetto alle reazioni riguardo altri conflitti. Questo doppio standard è disgustoso e rivela un livello spaventoso di ipocrisia che mette a nudo l’antisemitismo che anima i movimenti “per la pace”. I “paladini della giustizia” che urlano slogan sordidi contro Israele e il popolo ebraico dovrebbero rivedere le loro posizioni per non andare a grandi passi verso l’abisso morale da cui non sono lontani. Adesso, non contenti dopo un anno di linciaggio morale di Israele, siccome è inverno e in Italia fa freddo, i media si sono inventati i neonati congelati con cui turlupinare l’opinione pubblica. Troppo stupidi ed esaltati per evitare il ridicolo andando almeno a controllare il meteo di Gaza che non può congelare nessuno, al massimo, se sei completamente nudo, può venirti un leggero raffreddore.
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