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Libero Rassegna Stampa
21.12.2024 Trump: in armi il 5% o fuori dalla NATO
Analisi di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 21 dicembre 2024
Pagina: 16
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Trump strapazza l'Europa: comprate gas americano o sono dazi vostri. E per la Nato vuole il 5%»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 21/12/2024, a pag. 16, con il titolo "Trump strapazza l'Europa: comprate gas americano o sono dazi vostri. E per la Nato vuole il 5%" l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Trump e Mark Rutte (segretario generale della NATO), rapporti tesi ancor prima dell'insediamento alla Casa Bianca del nuovo presidente. Donald Trump vorrebbe portare le spese della difesa di ogni membro della NATO al 5% del PIL e sa che è difficile perché anche gli Usa stessi spendono poco più della metà di quella soglia. Ma la NATO ha un forte bisogno di cambiamenti, forse è giunta l'ora

Trump manda un duro avvertimento all’Unione europea: «acquisti su larga scala di gas e petrolio se non vuole dazi», ha scritto su Truth. Ed ha anche avvertito i Paesi Nato che dovranno arrivare al 5% di spesa militare.
La prima, in realtà, suona come minaccia, ma potrebbe non esserlo. Il neo-presidente ha infatti fatto una campagna elettorale in cui ha promesso dazi in quantità per proteggere l’industria Usa, ma se c’è una cosa che invece gli States hanno ripreso a esportare dopo decenni sono gli idrocarburi.

FRACKING

Grazie al fracking, di cui Trump è appunto un grande sostenitore, tanto è che questo sostegno è stato importante per fargli vincere in uno Stato come la Pennsylvania, che di questo boom è protagonista. E poiché l’Europa proprio di gas e petrolio ha bisogno dopo la rottura con la Russia di Putin in seguito all’invasione dell’Ucraina, nell’attesa dell’insediamento ha iniziato a prospettare l’aumento dell’import di gas liquido o prodotti agricoli se la guerra commerciale non viene invitata. Insomma, nella pratica il messaggio significherebbe: «va bene. Mi avete convinto, vada per niente dazi se aumentate il vostro import». Siccome però la retorica che ha usato è un’altra, la rigira in un altro modo: «guai a voi se non fate quello che mi avete appena offerto di fare».
Ovviamente, bisognerà vedere gli sviluppi. «Ho detto all’Unione Europea che deve colmare il suo enorme deficit con gli Stati Uniti acquistando su larga scala il nostro petrolio e il nostro gas. Altrimenti, sono dazi a tutto spiano!», è il testo del messaggi. «E se no, so’ dazi vostri!» suona come gioco di parole da osteria, ma è quasi una traduzione letterale. La minaccia fa appunto seguito alle proposte già avanzate da Bruxelles, secondo cui gli Stati membri potrebbero acquistare più Gnl statunitense, che è stato un'ancora di salvezza dopo l'invasione dell'Ucraina. Secondo il Financial Times, funzionari dell'Ue hanno anche iniziato a lavorare su potenziali rappresaglie commerciali nel caso in cui Trump dovesse imporre dazi, ma sono desiderosi di evitare un conflitto economico con la Casa Bianca, visti altri settori di dipendenza dagli Stati Uniti. La stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato a novembre che l’Ue prenderà in considerazione la possibilità di acquistare più gas dagli Stati Uniti. «Riceviamo ancora molto Gnl dalla Russia e perché non sostituirlo con quello americano, che è più economico per noi e fa scendere i prezzi dell'energia», ha dichiarato ai giornalisti. Anche un funzionario Ue ha osservato: «sembra strana come minaccia, dato che la von der Leyen ha alluso alla possibilità di fare proprio questo». II fatti sono che Ue e Usa hanno economie profondamente integrate. «Siamo pronti a discutere con Donald Trump su come possiamo rafforzare la nostra cooperazione, anche nel settore energetico. C'è già un alto livello di complementarietà nelle relazioni commerciali tra Ue e Usa», ha detto un altro portavoce. Gli Stati Uniti sono già il principale fornitore di Gnl e petrolio dell'Ue. Nella prima metà del 2024, circa il 48% delle importazioni di Gnl, rispetto al 16% della Russia. Semmai, osserva una esperta consultata dal Ft, «il problema principale è che al momento gli Stati Uniti non hanno capacità di Gnl di riserva da inviare in Europa».

SOLDI E GUERRA

Il Financial Times, però, dice anche che Trump avrebbe intenzione di continuare a fornire aiuti militari all’Ucraina.
Secondo la testata economica londinese, i più stretti collaboratori del presidente eletto hanno condiviso le sue intenzioni nelle discussioni con alti funzionari europei. Altra clamorosa svolta, dopo che durante la sua campagna alla Casa Bianca aveva giurato di tagliare gli aiuti all’Ucraina e di costringere Kiev a colloqui di pace immediati. Ma di fronte alla preoccupazione degli alleati di non riuscire a supportare e proteggere l’Ucraina senza il sostegno di Washington, ora intende mantenere le forniture militari statunitensi a Kiev.
Ancora secondo Financial Times, Trump fa sapere che chiederà agli Stati membri della Nato di aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil.
Cioè, il 150% in più rispetto a quell’obiettivo del 2% per cui aveva già manifestato intransigenza, e che tuttora non né stato raggiunto da tutti i partner. Ma al 5% non c’è nessuno: neanche gli Usa, che stanno al 3,38%, e sono anzi superati da Polonia (4,12) e Estonia (3,43). Nel 2024 sono poi seguiti Lettonia (3.15), Lituania (2.85), Grecia (3.08), Finlandia (2.41), Danimarca (2.37), Regno Unito (2.33), Romania (2.25), Macedonia del Nord (2.22), Norvegia (2.20), Bugaria (2.18), Svezia (2.14), Germania (2.12), Ungheria (2.11), Cechia (2.1), Turchia ( 2.09), Francia (2.06), Paesi Bassi (2.05), Albania (2.03), Montenegro (2.02), Slovacchia (2). Stanno ancora sotto Croazia (1.81), Portogallo (1.55), Italia (1.49), Canada (1.37), Belgio (1.30), Lussemburgo (1.29), Slovenia (1.29), Spagna (1.28). Per l’Italia significherebbe passare da 33 a 116 miliardi di spese per la difesa.

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