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Il Foglio Rassegna Stampa
19.12.2024 Università Usa che giustifica il 7 ottobre
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 19 dicembre 2024
Pagina: 1/2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Columbia pazza»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/12/2024, a pag. 1/2, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Columbia pazza".

Informazione Corretta
Giulio Meotti

Pro-Pal alla Columbia University, l'università prestigiosa di New York dove l'antisemitismo è dilagante in tutte le sue forme. Il professor Rosenblatt si è dimesso, per protestare contro un corpo docente che ha ormai "perso la sua bussola morale" arrivando a giustificare il 7 Ottobre.

Il 7 ottobre, Yahya Sinwar voleva distruggere Israele, ma ha finito per distruggere Hamas, Hezbollah, il regime di Assad e ora anche la Columbia University. Un professore ebreo dell’ateneo americano si è dimesso per protesta contro la decisione della (un tempo) prestigiosa università di consentire a un collega che aveva elogiato l’attacco di Hamas del 7 ottobre come “fantastico e sbalorditivo” di tenere un “corso sul sionismo”. “La Columbia non ha perso solo la sua bussola morale, ma anche quella intellettuale”, ha scritto Lawrence Rosenblatt ai dirigenti della Columbia. Rosenblatt, professore alla School of International and Public Affairs, si è dimesso tramite una lettera inviata alla presidente ad interim della Columbia, Katrina Armstrong.

Nella lettera, Rosenblatt ha affermato di aver preso la sua decisione “dopo aver appreso che un corso sul sionismo e lo stato di Israele sarà tenuto da Joseph Massad, che ha sostenuto la distruzione dello stato di Israele e celebrato gli attacchi del 7 ottobre. Sarebbe come se un nazionalista bianco desse lezioni sul movimento per i diritti civili degli Stati Uniti e sulla lotta per l’uguaglianza dei neri”. Il giorno dopo il massacro di Hamas, Massad ha descritto gli attacchi come “sbalorditivi”, “innovativa resistenza palestinese” e un “importante risultato”. Durissimo anche il deputato democratico afroamericano Ritchie Torres: “Cosa c’è dopo alla Columbia? David Duke che insegna un corso sull’antirazzismo?”, ha scritto Torres sul suo account X. “Perché i contribuenti statunitensi dovrebbero sovvenzionare un indottrinamento ideologico che glorifica l’omicidio di massa, la mutilazione, lo stupro e il rapimento di ebrei e israeliani?”. Per questo Dani Dayan, presidente dell’Ente nazionale per la Memoria della Shoah, Yad Vashem, ha paragonato la Columbia a Heidelberg, la città tedesca sede dell’università da cui uscirono molti quadri nazisti.

Il gruppo filopalestinese che ha organizzato l’accampamento studentesco alla Columbia ha abbracciato il 7 ottobre. “Sosteniamo la liberazione con ogni mezzo necessario, inclusa la resistenza armata”, ha affermato la Columbia University Apartheid Divest, che esprime solidarietà con l’“Asse della resistenza”, Iran, Hezbollah, houthi e Hamas, perché si oppongono all’imperialismo, e con l’attacco missilistico dell’Iran contro lo stato ebraico, definito una “mossa coraggiosa”.

Non uno degli studenti della Columbia che ha assaltato e occupato il campus è stato sospeso, neanche quando urlavano slogan “Hamas ti amiamo” o “ebrei tornate in Polonia” a favore delle telecamere. E l’unico professore della Columbia che è stato sospeso dal campus è l’ebreo che ha protestato per le manifestazioni filo Hamas, Shai Davidai. Intanto gli studenti la scorsa settimana hanno iniziato a realizzare e stampare un nuovo giornale: Columbia Intifada.

Radicalizzare gli studenti occidentali è sempre stato un po’ come far inciampare i ciechi. Ma la Columbia sta battendo tutti i record. La più famosa disertrice nordcoreana, Yeonmi Park, ha affermato di avere sempre visto gli Stati Uniti come un paese di libertà di pensiero e di parola, finché non è andata al college. Park ha frequentato la Columbia ed è stata immediatamente scioccata da ciò che ha sentito in classe, il sentimento antioccidentale e il politicamente corretto, che le hanno fatto pensare “che neanche la Corea del nord è così matta”.

Quando la sarabanda si fermerà, resterà a lungo traccia dell’ubriacatura accademica anti-occidentale.

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