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Libero Rassegna Stampa
19.12.2024 L’Onu si accorge degli ostaggi israeliani
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 19 dicembre 2024
Pagina: 14
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «L'Onu si accorge degli ostaggi israeliani. La Bulgaria espelle i profughi siriani»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/12/2024, a pag. 14, con il titolo "L'Onu si accorge degli ostaggi israeliani. La Bulgaria espelle i profughi siriani", l'analisi di Amedeo Ardenza.

L'intervento di Michael Levy (fratello di Or, rapito da Hamas) alle Nazioni Unite. Che sia la volta buona che l'Onu, dopo più di un anno, affronta anche la questione degli ostaggi israeliani?

Un anno, due mesi e 11 giorni prima di essere ascoltati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Un tempo relativamente breve se si considera che a rivolgersi al massimo organo di governo dell’Onu è stato un cittadino comune. Un’eternità se si ricorda che l’israeliano Michael Levy era al Palazzo di Vetro per perorare la causa di 100 persone rapite il 7 ottobre 2023 da Hamas. Cento persone, ma almeno 34 sarebbero già morte come molte alte prima di loro, a causa delle condizioni disumane in cui sono tenute dal giorno del loro rapimento. Persone brutalizzate, seviziate, violentate, denutrite, private del diritto alla salute e delle quali si è disinteressate per prima la Croce rossa internazionale. «Oggi, sono davanti a voi non solo come Michael Levy, ma come fratello, figlio, essere umano e come qualcuno la cui vita è stata distrutta da perdite e disperazione inimmaginabili», ha iniziato la sua testimonianza. «Mio fratello è uno dei 100 ostaggi innocenti attualmente detenuti da Hamas a Gaza». Il 7 ottobre del 2023, Michael ha perso suo fratello Or, trascinato in qualche tunnel nell’enclave palestinese. Einav, la moglie di Or, è stata uccisa dai terroristi e Michael da allora si prende cura del nipote Almog di tre anni. «Sono qui oggi per ricordare a questo Consiglio e al mondo intero i vostri doveri, perché questa non è semplicemente una questione politica. Questo è un problema umano, un problema morale», ha continuato Michael. «E chiedo a ogni membro di questo Consiglio: cosa fareste se il rapito fosse vostro figlio, vostro fratello, la persona da voi amata?». Mentre ha ringraziato il presidente degli Usa Joe Biden e il presidente eletto Donald Trump per il loro sostegno, Michael Levy ha puntato il dito contro l’intero Palazzo di Vetro: «Tenere in ostaggio dei civili, è una violazione dei principi che questo stesso Consiglio è stato creato per proteggere, eppure il vostro silenzio è assordante. La vostra inazione è soffocante», ha aggiunto, «e per ogni giorno in cui questo Consiglio non agisce, il messaggio al mondo è chiaro: alcune vite sono degne di essere salvate e altre no».
Se gli ostaggi ancora in vita saranno liberati (e i corpi di quelli già morti saranno restituiti) non lo si dovrà all’Onu. Speranze vengono dalla mediazione dell’Egitto e del Qatar fra Israele e Hamas. Sul tavolo in queste ore c’è la liberazione a fasi degli ostaggi meno forti – una scelta odiosa per i familiari dei rapiti – in cambio di un ritiro limitato delle Israeli Defense Forces da alcune zone di Gaza e la liberazione di detenuti palestinesi.
Il fermento politico e diplomatico in Medio Oriente si allarga poi alla Siria. Dalla Bulgaria, scrive il Guardian, arriva la notizia di pressioni esercitate sui rifugiati siriani affinché tornino nel loro paese adesso che la dittatura della famiglia Assad è tramontata. Secondo una ong, NNK, i rifugiati siriani in Bulgaria sarebbero interrogati per ore dalle autorità e rilasciati solo dopo aver firmato richieste “volontarie” di rimpatrio. La Bulgaria si starebbe così allineando alla Turchia che ha contribuito al crollo del vecchio regime di Damasco proprio per spingere gli oltre tre milioni di profughi siriani che ospita a tornare al paese di origine. Il tema interroga anche la Germania che ospita 970 mila cittadini siriani.

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