15/3/02 CIRIELLO: IN DIFESA DELLA DIGNITA Falsità giornalistiche su Ciriello
Testata: Il Messaggero Data: 14 marzo 2002 Pagina: 1 Autore: Eric Salerno Titolo: «Raffiche di mitra contro i testimoni della violenza»
Su Il Messaggero del 14 marzo a pag. 1 nell'articolo di Eric Salerno "Raffiche di mitra contro i testimoni della violenza" viene insinuato il dubbio che Israele non vorrebbe far lavorare nei territori i giornalisti stranieri. Ciò è falso dal momento che i giornalisti stranieri godono in Israele e nei territori di una piena e totale libertà di stampa.
Su L'Unità del 14 Marzo, a pag. 2, nell'articolo "Tank israeliano spara" viene riporta una frase tratta dalla testimonianza rilasciata da Ciriello a Radio 24 e mandata in onda da Italia 1: "Il più delle volte" afferma Ciriello "i metodi per tenerci lontani sono un ferreo posto di blocco piuttosto che una sventagliata di mitra" ed il giornalista commenta: "Alla luce di quanto è accaduto sembra una terribile beffa". Ecco invece come la medesima frase viene riportata sul quotidiano l'Unità: "?..I metodi per tenerci lontani sono un ferreo posto di blocco ed una sventagliata di mitra". Il messaggio di quella testimonianza viene completamente stravolto.
Su La Stampa del 14 Marzo a pag. 5 nell'intervista ad Amedeo Ricucci ("Hanno preso la mira e sparato") è scritto che "con i suoi capelli biondi non aveva proprio l'aspetto di un palestinese". Quando sono diventati biondi? I capelli di Ciriello sono neri e non biondi e quindi nella confusione della sparatoria un militare israeliano poteva facilmente scambiarlo per un palestinese e mirare.
Sempre sulla Stampa, pag. 6, nell'articolo di Fabio Martini ("L'Italia indignata chiede spiegazioni al governo israeliano") si dà notizia delle durissime (e in molti casi "sopra le righe") critiche che molti esponenti politici italiani hanno rivolto ad Israele per il "caso Ciriello". Per Mirko Tremaglia: "il fotografo è stato assassinato dagli israeliani". Visto che uno come Tremaglia, che ha dichiarato poche settimane fa che la battaglia di El Alamein doveva vincerla l'Asse nazifascista, e che adesso fa queste farneticanti dichiarazioni contro Israele ci si chiede quali garanzie democratiche e di dialogo con il mondo Ebraico può dare il suo partito. Oltre a Tremaglia i più duri sono stati alcuni esponenti dell'Ulivo come Angius (che ha parlato di vera e propria esecuzione) e Diliberto che ha addirittura proposto la rottura delle relazioni diplomatiche fra Italia e Israele. A questo punto s'impongono alcune domande come mai questi signori non sono altrettanto solerti nel condannare il terrorismo palestinese? E come mai quando un terrorista-kamikaze si fa saltare in una piazza di Gerusalemme o di Tel Aviv questi signori non chiedono la rottura dei rapporti (finanziamenti) fra (dell') l'Italia e (per) l'Anp di Arafat?
Nell'articolo del Sole24 Ore del 14 Marzo,"Una raffica di mitra tra i vicoli" di Ugo Tramballi, a proposito della morte di Ciriello viene insinuato il dubbio che tale morte sia stata voluta intenzionalmente dagli Israeliani per impedire ai giornalisti di lavorare nei territori. Ciò è falso dal momento che i giornalisti godono di una libertà assoluta nel raccontare i fatti che avvengono nei territori palestinesi.
Perchè la gente che sfrutta e infanga la memoria di un collega morto sul campo non si vergogna? Perchè L'Unità ne cambia le frasi in bocca? Perchè La Stampa ne cambia il colore dei capelli? Perchè Il Sole 24 Ore insinua il dubbio della volontà assassina nell'esercito israeliano? Perchè i principali organi di informazione, televisiva e cartacea, italiana, senza pudore nè rispetto della dignità, giocano col cadavere d'un uomo per fini propagandistici o, fose peggio, di scoop?
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