2/5/02 Ammissioni inventate L’accostamento tra l’occhiello e il titolo è arbitrario e fuorviante
Testata: Il Messaggero Data: 30 aprile 2002 Pagina: 11 Autore: un giornalista Titolo: «Israele ammette: a Jenin abbiamo commesso errori»
Il Messaggero 30 Aprile 2002 pag.11 Annan: subito la commissione Onu
Israele ammette: a Jenin abbiamo commesso errori
L’accostamento tra l’occhiello e il titolo è arbitrario e fuorviante. Due episodi diversi, che non hanno relazione tra loro sono accostati in un "montaggio" perverso.
Gli "errori ammessi" dall’inchiesta delle Forze Armate dello Stato d’Israele si riferiscono a mancanze di "intelligence" e allo scarso coordinamento tra le truppe.
Che cosa centra con la richiesta di Annan?
Il responsabile della "pianificazione dell’esercito" il generale G.Eiland ha denunciato la sottovalutazione delle forze avversarie da parte di alcuni comandanti, e un’insufficiente analisi delle informazioni fornite dai servizi segreti. "Che ci azzecca" con la richiesta di una commissione destinata a verificare l’esistenza di un presunto "massacro" e non l’efficienza delle truppe israeliane?
Ecco come inizia l’articolo:
Gerusalemme-
Mentre ancora regna l’incertezza sulla missione d’indagine delle Nazioni Unite su quanto avvenuto nel campo profughi di Jenin, l’esercito israeliano comincia ad ammettere non pochi errori in quell’operazione.
I primi risultati dell’inchiesta interna avviata dai vertici militari, evidenziano parecchie mancanze, dall’incapacità di avere informazioni sul numero dei palestinesi asserragliati nel campo all’utilizzo di truppe non adeguatamente preparate.
Quindi un’inchiesta israeliana è già in corso e l’articolista lo deve ammettere. Ma dalla severa inchiesta israeliana non risultano "massacri". Lo stesso articolista non usa questa parola, ( urlata sventatamente da Larsen che fu costretto a smetire se stesso) , e saggiamente scrive "quanto avvenuto nel campo profughi di Jenin" .
Ma subito dopo, quasi pentito da tanta imparzialità ecco la condanna prima del processo:
…. Il segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, afferma che è "urgente" che la commissione "accerti i fatti" sui massacri del campo profughi….
Si notino le virgolette alle parole "urgente" e " accerti i fatti" evidentemente attribuite allo stesso Annan. La parola "massacri" invece non ha virgolette, quindi non è Annan a usarla ma l’estensore dell’articolo che già sa che si tratta di "massacri".
Ma allora a cosa serve la commissione? Ma il generoso lettore preume che stando sul posto...il giornalista abbia le sue autorevoli "fonti".
Ecco una delle "autorevoli fonti " dell’articolo:
"molti funzionari internazionali sono già venuti qui e hanno visto quel che è accaduto"- dice un palestinese, Muhammad Abu Aleja-"
Chi è questo palestinese ? Un passante? L’autista dell’articolista? Un suo amico? Lo ha incontrato per la strada ? Perchè lui e non un altro? Mistero....
Avete mai letto la frase: " dice un israeliano"?
Si aprono sconfinati orizzonti al giornalismo d’inchiesta. Pensate cosa si potrebbe sostenere dopo aver scritto: "dice un italiano".! Ma cosa dice questo palestinese?
" il mondo adesso è informato e se anche la commissione non venisse, per noi cambierebbe poco".
Ecco finalmente un barlume di verità! La calunnia è stata lanciata, destinata a ingigantirsi nell’immaginario collettivo. Con le telecamere fisse sopra i 100 metri quadrati di macerie di Jenin. tutti ormai l’associano a Guernica, a Varsavia, a Marzabotto......
Come insegnava Goebels "una menzogna ripetuta 1000 volte diventa una verità".
Dunque quel palestinese ha ragione…a che serve ormai l’inchiesta? La condanna è stata già data.
Nessuno si sorprenda se Israele , come Kafka , non intende farsi condannare al…processo.
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