Alla Corte Penale Internazionale la giustizia è rimasta in fondo al pozzo Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 23 novembre 2024 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «Alla Corte Penale Internazionale la giustizia è rimasta in fondo al pozzo»
Vai a capire questi olandesi. Ieri il loro governo ha condannato con forza gli “hooligan” che avevano braccato gli israeliani nelle strade di Amsterdam, e oggi loro accettano il verdetto dei giudici dell'Aia che, emettendo dei mandati di arresto contro il Primo Ministro israeliano e l'ex Ministro della Difesa, responsabili di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità, giustificano a posteriori quegli stessi teppisti. Si pentono di aver accolto il Ministro degli Esteri israeliano? Il re pensa che non avrebbe dovuto chiamare il Presidente Herzog? E che dire del Ministro degli Interni francese che ha chiesto di sanzionare una deputata per un tweet in cui accusava Israele di genocidio, ma il cui governo si impegna oggi a rispettare questi mandati di arresto?
Possiamo anche stropicciarci gli occhi ascoltando il lungo elenco di rimostranze mosse contro lo Stato ebraico. Vediamo. È stato selvaggiamente attaccato dai sanguinari terroristi di Hamas che hanno compiuto atrocità inimmaginabili – accolte con entusiasmo dal popolo di Gaza che ne aveva eletto i leader. Questo attacco è stato accompagnato da massicci spari contro la popolazione civile di Israele. Secondo le accuse mosse dall'Aia, lo Stato ebraico si è poi permesso di difendersi.
Non sapeva che queste battaglie avrebbero inevitabilmente causato vittime tra i civili di Gaza, tra i quali si nascondevano i membri dell'organizzazione terroristica, per non parlare del danneggiamento delle case e delle infrastrutture? Non avrebbe allora dovuto astenersi e sottomettersi alle richieste di Hamas, cioè di liberare dalle sue prigioni migliaia di terroristi condannati a pene pesanti, per ottenere la liberazione delle donne, dei vecchi e dei bambini piccoli presi in ostaggio? Successivamente, costretto dalla pressione internazionale a far arrivare massicci aiuti umanitari, non ha tenuto conto del fatto che, sottratti in parte dai terroristi, cosa che ha permesso loro di continuare la lotta, questi aiuti non sarebbero stati sufficienti a sfamare gli abitanti di Gaza? Peggio ancora, trovandosi sotto il fuoco proveniente dagli ospedali e dagli edifici civili dove erano rintanati gli “attivisti”, si è permesso di reagire?
Certo che essere ebrei oggi, richiede una grandezza d'animo che avrebbe fatto sorridere gli alleati che bombardavano Dresda o gli americani a Hiroshima.
Più vicino a casa nostra, Bashar Assad probabilmente non ha massacrato un numero sufficiente di suoi cittadini – compreso l’uso di armi chimiche – per meritare l’attenzione dell’augusta corte dell’Aia. Per non parlare di questi intoccabili che sono gli Ayatollah. Chi si ricorda che il precedente Presidente iraniano era soprannominato “il macellaio di Teheran”?
L’importante è che d’ora in poi, come nel 1940 e per i successivi cinque interminabili anni, la caccia agli ebrei sia ufficialmente aperta e perseguita dagli Stati, nei 27 Paesi dell’Unione Europea, che si sono affrettati a dichiarare che onorerebbero i mandati di arresto già emessi e quelli che si dice siano in preparazione.
Un supporto di qualità ad Hamas attualmente in difficoltà. Dobbiamo anche aspettarci nuove manifestazioni su larga scala, il cui clamore coprirà i deboli lamenti degli ostaggi israeliani ancora in vita, detenuti in condizioni spaventose, che stanno soffrendo il freddo, la fame e gli abusi sessuali.