Putin: colpiremo chi aiuta Kiev Analisi di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 22 novembre 2024 Pagina: 10 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Missile a lunga gittata lanciato contro l'Ucraina. Vlad avverte l'Europa: 'Colpiremo chi aiuta Kiev'»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/11/2024, a pag. 10 con il titolo "Missile a lunga gittata lanciato contro l'Ucraina. Vlad avverte l'Europa: 'Colpiremo chi aiuta Kiev'" l'analisi di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Poteva essere il primo uso di un missile intercontinentale, o ICBM, in una guerra convenzionale, a dispetto che questa categoria di razzi, con gittata fra 5500 e 20.000 km, è destinata, fin dalla Guerra Fredda, a vettori delle armi nucleari più potenti sulle enormi distanze tra Eurasia e America. È poi emerso che sarebbe un vettore a medio raggio, come dichiarato dal presidente russo Vladimir Putin, ma i dettagli sono fumosi.
È stata l’aeronautica ucraina a diffondere la notizia, in mattinata, dell'uso di un «missile balistico intercontinentale lanciato dalla regione di Astrakhan sulla città di Dnipro». S’intuiva dalla traiettoria parabolica, tipica di balistici dalla grande gittata che devono salire molto di quota, oltre la stratosfera e fin sul limitare dello spazio, in caso di “tiri corti”, distando Astrakhan solo 600 km dalla frontiera ucraina. È accaduto nel quadro di lanci di altri ordigni fra cui missili ipersonici Kinzhal sganciati da caccia Mig-31 e missili da crociera Kh-101 rilasciati da bombardieri Tupolev.
È stata colpita l'industria ucraina di missili Yuzmash/Pivdenmash. In giornata, le fonti di Mosca hanno taciuto, anzi, in conferenza stampa la portavoce Maria Zakharova ha ricevuto una telefonata in diretta sul cellulare, con cui i superiori le intimavano di «non rilasciare commenti» sul missile. In serata è stato Putin a riservarsi il diritto di annunciare che «l’Ucraina è stata colpita con un nuovo missile balistico a medio raggio», dunque non intercontinentale, ma comunque temibile, specie per l’Europa. Putin ha ricordato che dal 19 novembre il territorio russo è colpito da «missili americani ATACMS e anglofrancesi Storm Shadow il cui impiego richiede specialisti di quei paesi» e che perciò «il conflitto in Ucraina ha assunto caratteri globali». Ha appena ritoccato la dottrina nucleare russa ammettendo la possibilità di rappresaglia contro paesi che collaborano a un attacco convenzionale al territorio nazionale. Il lancio di ieri è l'ennesimo avvertimento.
Ha ribadito che «la Russia ha diritto di colpire i paesi le cui armi sono usate dall’Ucraina sul nostro territorio» e che «siamo pronti a qualsiasi sviluppo degli eventi», anche se «la Russia è pronta a soluzioni pacifiche».
Non è chiaro il tipo di missile usato, perché Putin ha fatto un nome mai sentito prima, aggiungendo confusione, nella tradizione della maskirovka (“mascheramento”) russa: «I nostri ingegneri lo chiamano Oreshnik». Non si sa se l'Oreshnik (in russo “Nocciola”) sia un razzo del tutto nuovo o una modifica dell'RS-26 Rubezh (“Frontiera”), probabile candidato all’azione di ieri.
Due giorni fa fonti come RBC-Ukraine davano imminente il collaudo di un Rubezh dal poligono di Kapustin Yar, proprio vicino Astrakhan. Missile collaudato dal 2012, ma finora non operativo, ha gittata massima verificata di 5800 km, al margine inferiore della categoria intercontinentale. La velocità sarebbe ipersonica, almeno Mach 10, dieci volte la velocità del suono, 12.000 km/h. Sotto la categoria degli intercontinentali abbiamo i missili a raggio intermedio, o IRBM, compresi tra 3000 e 5500 km, e più sotto quelli a medio raggio, MRBM, da 1000 a 3000 km. Per Oreshnik forse Putin si riferiva a una nuova testata integrata nel Rubezh. Newsweek ha sentito una «fonte ufficiale ucraina» secondo cui nell'attacco di ieri «latestata era forse di 1200 kg e all'ultimo momento s'è divisa in 6 sub-testate come un'arma a grappolo». I missili a raggio medio ricordano gli “euromissili” che nel 1983 facevano temere una guerra nucleare limitata all'Europa. All’epoca la minaccia era quella dell’IRBM sovietico RSD-10 Pioner (SS-20 per la NATO), e dei Pershing 2 e BGM-109G americani. Nel 1987 il trattato INF vietò tali armi in Europa.
Trattato naufragato quando l’America per prima se ne ritirò nel 2019. Che il Rubezh/Oreshnik, reputato erede del Pioner, tiri a 3000 o 5000 km, la maggior parte dell’Europa è esposta come negli incubi di quarant'anni fa. Ecco perché il “botto” è un monito anche verso Londra, Parigi, Berlino e Roma.
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