Berlino vietata a ebrei e omosessuali Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 20 novembre 2024 Pagina: 17 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Berlino vietata a ebrei e omosessuali»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/11/2024, a pag. 17, con il titolo "Berlino vietata a ebrei e omosessuali", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Ieri era “povera ma sexy”. Oggi è omofoba e antisemita. Cambiano i tempi e con loro le città, e Berlino non è da meno. Nel giro degli ultimi 15 anni la capitale della Germania riunificata ha continuato a imbellirsi e a darsi una ripulita, riuscendo anche, con lustri di ritardo, a dotarsi di un nuovo aeroporto.
Sempre più gentrificata e internazionale, Berlino oggi è meno sicura. Rilanciato dalla stampa tedesca, l’allarme è stato suonato da una persona che della sicurezza ha fatto la propria professione: Barbara Slowik, la presidente della polizia cittadina.
Nella migliore tradizione tedesca, Slowik è stata molto diretta: gli ebrei e gli esponenti della galassia lgbt dovrebbero evitare i luoghi di Berlino dove vivono «persone di origine araba» che hanno «simpatia per i gruppi terroristici». Parlando alla Berliner Zeitung, la dirigente si è mostrata consapevole di aver usato un linguaggio non inclusivo. «Tuttavia, esistono aree, e su questo dobbiamo essere onesti a questo punto, nelle quali consiglierei alle persone che indossano la kippah o che sono apertamente gay o lesbiche di essere attente».
Slowik ha messo le mani avanti spiegando di non voler diffamare alcun gruppo in particolare. Si tratta al contrario di una questione di sicurezza. «Purtroppo, ci sono alcuni quartieri in cui vive la maggioranza delle persone di origine araba, dove c’è chi ha simpatia per i gruppi terroristici».
Un allarme seguito da un’iniezione di realismo: la presidente della polizia ha anche ricordato che «fortunatamente, i crimini violenti contro gli ebrei sono pochi, ma già uno solo è uno di troppo. Posso comunque capire che la paura e la preoccupazione rimangano». La preoccupazione è cresciuta a Berlino dal 7 ottobre del 2023: anche qua il pogrom anti-israeliano scatenato da Hamas nel sud d’Israele ha fatto “saltare il tappo” dello Judenhass, l’odio antiebraico, portando in piazza migliaia di giovani musulmani a inneggiare alla liberazione della Palestina “dal fiume al mare”.
Con una differenza: in Germania il governo è corso ai ripari mettendo al bando le dimostrazioni antisioniste e antisemite, una misura che altri paesi europei non hanno neppure preso in considerazione.
Già in passato il Bundestag ha votato per impedire che attività del Bds, il movimento internazionale per sanzionare Israele, recepiscano finanziamenti pubblici. Per fermare un odio antico come quello antisemita non basta però un divieto: dal 7 ottobre 2023, la polizia ha avviato oltre 6.200 indagini sul tema dell'antisemitismo e dell'incitamento al razzismo. Numeri in crescita costante nella capitale come nell’intera Repubblica federale che accrescono i timori della comunità ebraica. La maggior parte dei reati non sono consumati nel mondo reale ma in quello virtuale: molte delle indagini riguardano post antisemiti e omofobi sui social anche se non mancano i danni alla proprietà e reati di propaganda. 1.300 indagini riguardano atti di violenza contro le forze dell’ordine duramte le manifestazioni. Lo scorso febbraio lo studente israeliano Lahav Shapira è stato ricoverato con fratture multiple al volto aver dissentito da un altro studente di origine islamica sul conflitto arabo-israeliano.
La vera notizia non è che Berlino può essere rischiosa per gli omosessuali e gli ebrei ma che la presidente della polizia lo abbia ammesso ad alta voce. A voce bassa, oppure in inglese, parlano invece gli israeliani giunti a migliaia in anni recenti nella capitale tedesca. Parlare in ebraico può essere rischioso, meglio non farsi riconoscere. Clima nuovo, e sgradevole, anche nelle scuole. Laici o religiosi, di origine sovietica, israeliani o tedeschi, molti ebrei berlinesi mandano i propri figli a scuola ebraica o in scuole internazionali (a Berlino ce ne sono tante finanziate dal governo cittadino). Non manca poi chi sceglie la scuola pubblica: qua però è il quartiere a fare la differenza. Gli ebrei più vicini a Kreuzberg o a Neukölln scelgono per i figli scuole lontane da casa. In anni recenti ha avuto successo il film “Ein nasser Hund” (Un cane bagnato), il cui protagonista, un 13enne ebreo di origine iraniana e dalla pelle scura si unisce a una gang di quartiere fingendosi musulmano e arrivando anche, semplificazione narrativa, a rapinare un gioielliere ebreo per farsi accettare dai compagni di scuola. E quando il preside gli chiede «ma perché non ci hai detto che sei ebreo?», il ragazzino risponde: «Perché non mi avreste trattato come gli altri».
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