Zelensky: il coraggio della resistenza a Putin Analisi di David Carretta
Testata: Il Foglio Data: 20 novembre 2024 Pagina: 1/IV Autore: David Carretta Titolo: «Zelensky parla all’Ue e Putin rivede (ancora) la dottrina nucleare»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/11/2024, a pag. 1/IV, con il titolo "Zelensky parla all’Ue e Putin rivede (ancora) la dottrina nucleare", il commento di David Carretta.
David Carretta
Al millesimo giorno di guerra, Volodymy Zelensky ha ricordato all’Unione europea che ha tutti gli strumenti per costringere Vladimir Putin a negoziare una pace giusta per l’Ucraina. “Anche con la Corea del nord di Kim Jong Un al suo fianco, Putin rimane più piccolo della forza unita dell’Europa”, ha detto il presidente ucraino in un discorso tenuto ieri in collegamento davanti al Parlamento europeo.
“Non dimenticate quanto l’Europa è capace di realizzare. Se siamo riusciti a impedire che il modo di vivere dell’Europa crollasse, allora possiamo sicuramente spingere la Russia verso una pace giusta”. Putin ha firmato la nuova dottrina nucleare per scoraggiare l’uso di armi occidentali in Russia. Zelensky non ha perso tempo.
Ieri il Cremlino ha annunciato che i primi Atacms americani hanno colpito il territorio russo.
L’Ue promette un sostegno “incrollabile” e di restare al fianco dell’Ucraina “tutto il tempo necessario”. In mille giorni ha fatto cose impensabili tre anni fa. Ma fa sempre più fatica a mantenere le sue promesse, nel momento in cui alcuni stati membri iniziano a dubitare, mentre l’Ungheria e la Slovacchia sostengono apertamente una capitolazione a favore della Russia. “Qualcuno in Europa pensa di poter vendere a Mosca l’Ucraina”, ha detto Zelensky. “Mentre alcuni leader europei pensano di vincere le elezioni a spese dell’Ucraina, Putin è concentrato sul vincere la guerra. Non si fermerà da solo. Più tempo avrà, peggiori diventeranno le condizioni”. Per il presidente ucraino, “insieme abbiamo realizzato molto. Ma non dobbiamo avere paura di fare ancora di più”. Zelensky ha indicato quali sono le priorità immediate. Permettere all’Ucraina di colpire sul territorio russo i depositi di munizioni, i centri della logistica militare, le basi aeree, le industrie che producono missili e droni. L’Ue, inoltre, dovrebbe confiscare gli attivi congelati della Russia, non limitarsi a usare i proventi straordinari. Infine, è “cruciale ridurre radicalmente la capacità della Russia di finanziare la sua guerra attraverso la vendita di petrolio. Il petrolio è il sangue del regime di Putin. E la flotta ombra di petroliere è ciò che lo mantiene in vita”. Secondo Zelensky, senza questi “fattori chiave, la Russia non avrà una reale motivazione per impegnarsi in negoziati significativi”.
La notizia della firma di Putin sul decreto che modifica la dottrina nucleare russa è arrivata prima che Zelensky parlasse al Parlamento europeo e mentre era in corso una riunione dei ministri della Difesa dell’Ue. La minaccia a scopo di intimidazione per la fine di una parte delle restrizioni sui missili a lunga gittata è evidente. La nuova dottrina consente l’uso di armi nucleari anche in caso di attacchi aerei condotti da un paese non nucleare con il sostegno di una potenza che dispone dell’atomica. Nel mirino non ci sono solo gli Stati Uniti per gli Atacms, ma anche Francia e Regno Unito che forniscono missili Scalp e Storm Shadow. L’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, ha condannato le minacce come “irresponsabili”, ma ha fatto spallucce ricordando che “non è la prima volta che Putin gioca con il nucleare”. Secondo Borrell, non c’è “un legame fra la decisione presa da Biden e un’ipotetica guerra nucleare”. Per contro, “la sorte degli ucraini determinerà il destino dell’Unione europea”, ha avvertito l’Alto rappresentante. “Se Putin sarà in grado di avere successo in Ucraina, pagheremo un conto molto alto”. Nelle prossime settimane la Commissione presenterà una serie di proposte per il quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, comprese misure contro la flotta delle petroliere fantasma. Ma non tutti gli stati membri dell’Ue la pensano allo stesso modo. Germania e Italia sono contrarie a togliere le restrizioni sui missili a lunga gittata. L’Ungheria ha messo il suo veto alla proposta per sbloccare 6,6 miliardi di euro della European Peace Facility per le forniture di armi nel 2024.
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