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Il Messaggero Rassegna Stampa
19.06.2002 20/6/02 Lo scambio delle parti
Il titolo è fuorviante, poichè nessuno in Israele sostiene (o contesta) l'erezione del "muro" come alternativa al negoziato

Testata: Il Messaggero
Data: 19 giugno 2002
Pagina: 1
Autore: Eric Salerno
Titolo: «Il muro non può essere un’alternativa al negoziato»
Il titolo è fuorviante, poichè nessuno in Israele sostiene (o contesta) l'erezione del "muro" come alternativa al negoziato. Si tratta di una disperata ed estrema difesa dagli attentati terroristici. Nulla di più e nulla di meno.
L'articolo esordisce con la solita oscena equidistanza tra le stragi di civili e il tentativo di evitarle

(Ci scusiamo per l'inizio troncato dell'articolo, ma così è come si presenta sul sito internet del Messaggero n.d.r.)


no e per cercare di porre fine alla violenza sia dei gruppi palestinesi estremisti che continuano a mietere vittime nelle strade di Israele, sia dell’occupazione israeliana che pochi giorni fa ha compiuto trentacinque anni.

Dopo gli Accordi di Oslo Simon Peres dichiarò la fine dell'occupazione. Oltre il 95% degli arabi palestinesi oggi sono sotto l'Autorità Palestinese. Perchè Erik Salerno continua a usare il termine "occupazione"? A chi giova?
Gli attentati suicidi sono divenuti, purtroppo, una tragica consuetudine così come le risposte militari israeliane


A sentir Salerno sembra che queste "consuetudini" si equivalgano. Come dire che "qualcuno" mise la bomba a Piazza della Loggia o alla Banca dell'Agricoltura per colpa delle indagini che ne seguirono.



che negli ultimi mesi hanno distrutto buona parte delle infrastrutture dell’Autorità palestinese.


infrastrutture che sarebbero state ben più solide se i soldi destinati a finanziarle non fossero stati sperperati in armi e "sottratti" dalla banda Arafat. Gli ultimi 50.000 dollari rubati al popolo palestinese sono notizia di ieri.

Bush e i suoi consiglieri, il moderato Colin Powell e i falchi come il vicepresidente Cheney e il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleeza Rice, sono consapevoli che nella contrapposizione delle armi, quelle sconcertanti delle bombe umane contro uno degli apparati militari più forti e sofisticati del mondo,

sembrerebbe quasi un riconoscimento militare ai terroristi questo definire l'esercito popolare dello Stato di Israele "sofisticato e potente". In realtà Salerno sa bene che gli arsenali arabi sono ben più forniti e ricchi di quelli israeliani.





non porteranno a una soluzione del conflitto ma, finora, non sono stati capaci di esprimere un piano concreto da imporre — perché soltanto questo è rimasto — ad Arafat e Sharon.


sarà difficile riuscire a "imporre" a Sharon e a qualsiasi altro israeliano l'obligo di lasciarsi assassinare per la strada...

Nel corso della sua recente visita alla Casa Bianca il premier israeliano ha elencato una serie di chiusure nei confronti dei palestinesi. No a uno Stato per il futuro prevedibile, no alla fine della colonizzazione delle terre palestinesi, no ad Arafat come interlocutore. Il leader palestinese, indubbiamente colpevole di numerosi errori politici e di ambiguità imperdonabili, è ormai in balia degli eventi con l’esercito israeliano che va e viene in Cisgiordania e Gaza come se gli storici accordi di Oslo non fossero stati mai firmati.


Ops! Ma allora non sono territori occupati! Tana per Erik Salerno.

Eppure vediamo nei sondaggi che esiste una maggioranza di israeliani che vorrebbe vedere la fine degli insediamenti e dell’occupazione militare

Signor Salerno si decida. O sono occupati o non lo sono, questi benedetti territori.

e una fetta consistente di palestinesi che chiede soltanto di vivere indipendente e in pace con lo Stato ebraico.

I "pacifisti" israeliani li abbiamo visti tutti. Hanno riempito piazze e giornali. Dove sono i "pacifisti" palestinesi? Dove ha trovato, il signor Salerno, questo interessante dato sulla volontà di pace di una "fetta consistente di palestinesi"? Fino ad oggi i pochi palestinesi disposti al dialogo li abbiamo visti appendere ai lampioni con l'accusa di "collaborazionismo".

Secondo fonti arabe — egiziane e saudite — che hanno contribuito a formare un piano per rompere l’impasse, Bush intenderebbe chiedere la creazione di uno Stato palestinese dai confini provvisori all’interno del territorio dell’Autonomia. La nuova entità verrebbe riconosciuta dalla comunità internazionale prima ancora della convocazione, entro l’estate, di una conferenza di pace a cui dovrebbero partecipare con Israele tutti i paesi arabi coinvolti direttamente o indirettamente nel conflitto. La pressione di Sharon su Bush perché resti vago, insista sulla sostituzione di Arafat alla guida dei palestinesi, ed eviti di fissare scadenze, è cosa di tutti i giorni. E ieri il premier è corso, per la prima volta nella storia, sul luogo dell’ennesimo attentato non per dire parole di conforto ma per chiedere retoricamente pur senza indirizzarsi apertamente agli americani: «Di che Stato stanno parlando?».


Già....di che Stato stanno parlando?

Il muro di cemento che Sharon ha cominciato a costruire

non è un muro di cemento e non lo sta costruendo Sharon , ma il Governo di Unità nazionale composto da ministri di entrambi gli schieramenti.

lungo la "linea verde", il confine (più o meno) tra Israele e il territorio palestinese, non sarà mai una soluzione al conflitto e non fermerà il terrorismo


>certamente non sarà una soluzione del conflitto e nessuno lo sostiene. Ma resta il fatto che da Gaza , dove un lungo muro già esiste da tempo, gli attentati stragisti sono stati ridottissimi.

fino a quando dal lato palestinese resteranno decine di migliaia di coloni e i soldati dell’esercito israeliano a difendere i loro insediamenti.

sarebbe giusto ricordare le molte decine di migliaia di arabi presenti in territorio israeliano, i quali non hanno bisogno di essere difesi da nessuno perchè nessuno li minaccia. Ma questo Salerno non lo dice.

Bush e i suoi consiglieri sanno tutto questo. Avranno finalmente la forza e il buonsenso per imporre una soluzione come gli arabi e moltissimi israeliani chiedono, ormai, apertamente?


Come sarebbe a dire "ormai"?! E' dal 1948 che in Israele si auspica "apertamente" pace e convivenza. Come lo stesso Ben Gurion dichiarò all'indomani della Dichiarazione di Indipendenza: " se vogliono la Pace avranno la Pace, se vogliono la guerra avranno la guerra ". Ma per favore, se davvero esistono questi "moltissimi arabi" che invocano la Pace, che Salerno ci dica chi e quanti sono.



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