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Il Mattino Rassegna Stampa
18.06.2002 19/6/02 Giornalismo caricatura
Martin Van Creveld, storico militare israeliano, afferma di aver anticipato i tempi.

Testata: Il Mattino
Data: 18 giugno 2002
Pagina: 1
Autore: MICHELE GIORGIO
Titolo: «MEDIO ORIENTE SENZA PACE»
MICHELE GIORGIO
Gerusalemme. Martin Van Creveld, storico militare israeliano, afferma di aver anticipato i tempi. «Circa 16 anni fa fui invitato a una conferenza sulle possibili soluzioni del conflitto con i palestinesi» ricorda proposi la costruzione di un muro alto alcuni metri tra Israele e i Territori (occupati) palestinesi,


Che cosa sta facendo esattamente Michele Giorgio? Sta riferendo le parole di Van Creveld o costruendo un romanzo di fantasia? Se Van Creveld dice "Territori", perché lui aggiunge "occupati"?

spiegai che era l’unica strada per arrivare a un accordo di pace». Dopo quella conferenza Van Creveld non venne più invitato a proporre soluzioni. A quel tempo l’idea di una separazione tra Israele e i territori palestinesi (Cisgiordania e Gaza, occupate dallo Stato ebraico nel 1967)

e rimaste occupate perché gli arabi, dopo aver scatenato una guerra nel tentativo di distruggere Israele, hanno rifiutato ogni proposta di accordo


suonava come un’eresia. A distanza di tanti anni lo storico israeliano ha avuto la sua rivincita. Ieri è cominciata, nella zona di Megiddo, a pochi chilometri di distanza dalla città palestinese di Jenin, la costruzione del «muro» progettato dal ministero della Difesa per impedire, secondo la motivazione ufficiale, l’ingresso in territorio israeliano di kamikaze palestinesi.


Michele Giorgio è a conoscenza di altre motivazioni, non ufficiali ma più vere? Se è così perché non ce ne informa?


Ad accrescere la soddisfazione di Van Creveld sono anche i sondaggi d’opinione che evidenziano un ampio sostegno popolare all’idea della costruzione del «muro». Sostegno tanto ampio da piegare anche la resistenza del primo ministro Sharon contrario, come gran parte della destra israeliana, alla separazione tra Israele e i Territori palestinesi. I nazionalisti più accesi infatti temono che il «muro» finisca di fatto per segnare i confini di un futuro Stato palestinese. «Il governo non ha discusso a sufficienza l’impatto che avrà la realizzazione di questo progetto» ha protestato il ministro Effi Eitam, leader del Partito nazional-religioso e guida spirituale dei coloni israeliani andati a vivere dopo il 1967


ci vivevano anche prima del 1948, in terre regolarmente acquistate, dalle quali furono cacciati quando queste terre vennero illegalmente invase e occupate da Egitto e Transgiordania


nei Territori palestinesi in violazione della legge internazionale.


Quale? Il signor Giorgio potrebbe essere così cortese da volerci illuminare?

Il «muro» - in realtà in molte aree verranno erette recinzioni e sbarramenti - correrà lungo la «linea verde» (la linea dell’armistizio tra il 1948 e il 1967) ma ben all’interno

QUANTO all'interno? Visto che Giorgio sente la necessità di precisare che non sarà semplicemente "all'interno", potrebbe essere più preciso?

della Cisgiordania palestinese,


a voler essere un po' pignoli, la Cisgiordania non è propriamente palestinese, visto che gli arabi si sono sempre rifiutati di farvi nascere uno stato palestinese che quindi, per questa ragione, non è mai esistito


per circa 360 chilometri. Sofisticati sistemi elettronici e un ingente schieramento di forze di polizia e militari lo terranno sotto controllo per impedire infiltrazioni da parte dei palestinesi.

Da parte dei terroristi! O forse Michele Giorgio, che conosce così bene la regione, sa che in effetti tutti i palestinesi sono terroristi, e che quindi la misura li riguarda tutti? Francamente, pur avendo anche noi una discreta conoscenza dell'area, ci sembra una generalizzazione un po' eccessiva.

Costerà oltre un milione di dollari al chilometro e in una prima fase è prevista la costruzione di 100 chilometri di muro da Salem (Galilea) fino a Kufr Kassem (all’altezza di Tel Aviv) e intorno a Gerusalemme.
«Si rivelerà un grave errore» prevede il geografo palestinese Khalil Tufakji - la pace e la sicurezza si raggiungono firmando un accordo giusto, fondato sulla legalità internazionale

Ah, ecco: proprio come fanno i palestinesi!

non attraverso la costruzione di un muro». Secondo Tufakji il «muro», rischia di fare della Cisgiordania una enorme prigione e quindi di aumentare il risentimento e la rabbia dei palestinesi a scapito proprio del ritorno della calma. «Almeno 80mila palestinesi rimarranno intrappolati in quella parte di territorio cisgiordano tra il muro e Israele,

intrappolati in che senso? Al di là della Cisgiordania, se i nostri ricordi geografici non sono troppo appannati, si stendono la Giordania, il Libano, la Siria, la Turchia, l'Iran, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi ...

centinaia di contadini non potranno più raggiungere i loro campi» denuncia il geografo.

E a migliaia di israeliani verrà risparmiata la vita, ma questo è MOLTO meno importante, vero Giorgio?

Ma in casa palestinese non tutti condannano il progetto. Sari Abu Hunud, un attivista dell’Intifada,

Che cosa intende ESATTAMENTE Michele Giorgio per "attivista"? Uno che scrive volantini? Uno che tira sassi? Uno che spara colpi di mortaio? Uno che prepara i terroristi suicidi? Uno che fa il lavaggio del cervello ai bambini? Quando paghiamo per essere informati, gradiremmo ricevere delle informazioni!

sorride: «Gli israeliani - dice con tono pacato - adesso costruiscono il muro, domani saranno costretti a ritirare i loro coloni e i loro insediamenti dalla nostra terra».




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