Testata: Libero Data: 26 giugno 2002 Pagina: 1 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «»
"LIBERO", 26 Giugno 2002
di Iuri Maria Prado
Dice il presidente degli Stati Uniti che per la nascita di uno Stato palestinese occorrono "nuove istitituzioni basate sulla democrazia, l'economia di mercato, e azioni contro il terrorismo". Risposta dell’Europa: "No alla defenestrazione di Arafat". Che cosa significa? Delle due, l’una. O l’Europa ritiene che la leadership di Arafat sia tale da garantire lo sviluppo in quel senso della società civile e politica palestinese, ma allora avrebbe dovuto fare proprio integralmente il discorso di Bush e affidarlo all’esecuzione del "presidente" palestinese. Oppure l’Europa ritiene che la nascita dello Stato palestinese possa prescindere da quelle condizioni (democrazia, economia di mercato, lotta al terrorismo), ma allora avrebbe dovuto respingere integralmente la prospetttiva "americana" e legittimare dichiaratamente una leadership, quella di Arafat, nella sua connotazione di impedimento appunto alla realizzazione di quelle condizioni.
L’Europa non poteva coerentemente sostenere né una cosa né l’altra. E infatti ha incoerentemente risposto in quel modo ambiguo. Come al solito, per il tramite di suoi rappresentanti irresponsabili, ha deciso di non decidere. Non decidere su un punto imprescindibile, ormai, nell’osservazione e gestione della crisi israelo-palestinese: se cioè la soluzione stia nei "Due popoli, due Stati" di cui si vagheggia nelle manifestazioni continentali "per la pace"; o se non stia piuttosto, e con più prospettive (anche di pace), nel fatto che alla democrazia israeliana si giustapponga un’altra democrazia, quella palestinese appunto. Vale a dire la democrazia che ora non c’è, e che con l’attuale leadership palestinese è almeno improbabile che possa esserci.
Al discorso di Bush, il portavoce della segreteria dell’Onu prima, e il "presidente" Arafat poi, oppongono che è il popolo palestinese che deve scegliersi il suo leader. E’ il principio dell’autodeterminazione cui s’è fatto ricorso da parte di ogni tiranno che si rispetti in mezzo secolo e oltre di deriva postcoloniale: un principio tanto bello teoricamente quanto disgraziato, di fatto, nella sua capacità di coprire e legittimare i crimini più efferati. In primo luogo, il crimine "tipico" di cui storicamente si rendono responsabili, ai danni dei propri popoli, quelli che rivendicano il diritto all’autodeterminazione: cioè, appunto, la negazione delle condizioni minime di libertà e democrazia.
L’Onu e l’Europa protestano contro la "defenestrazione" di Arafat. Ma chi la richiede questa "defenestrazione"? La richiede Bush, quando reclama democrazia per i palestinesi? O è questa democrazia, la democrazia ancora mancante ai palestinesi, che per affermarsi richiede un’altra leadership? Arafat può esser fatto salvo dal "discorso" di Bush: non dalla realtà che esso evoca.
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