Le colpe di Israele esistono solo nelle teste degli odiatori Commento di Marco Paganoni
Testata: israele.net Data: 06 novembre 2024 Pagina: 1 Autore: Marco Paganoni Titolo: «Le eccezionali colpe di Israele»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un suo articolo del 06/11/24, dal titolo "Le eccezionali colpe di Israele".
Marco Paganoni
Espansionismo
Israele si è ritirato da tutto il Sinai nel 1957 e di nuovo da tutto il Sinai (e da una porzione di Egitto a ovest del Canale di Suez) nel 1979-82.
Israele si è ritirato dal Libano nel 1978, di nuovo dal Libano nel 1985 salvo la fascia di sicurezza a sud del fiume Litani, e si è ritirato anche dalla fascia di sicurezza nel 2000.
Israele si è ritirato da una parte del Golan nel 1974.
Israele si è ritirato da tutta la striscia di Gaza nel 1957 e di nuovo da tutta la striscia di Gaza nel 2005.
Israele si è ritirato dalle città e da ampie porzioni della Cisgiordania (concordate con l’Olp) nel 1994-1998. Il caso unico di un paese espansionista che si ritira ripetutamente dai territori conquistati (in cambio di promesse di pace) senza essere sconfitto sul campo di battaglia.
Genocidio
Dal 1948 a oggi la popolazione complessiva araba palestinese è passata da 1,5 milioni a 15 milioni, cioè si è moltiplicata per 10. Il caso unico di un genocidio che decuplica, anziché decimare.
Per un utile confronto, si consideri che il genocidio in Cambogia negli anni 1975-79 causò la morte di circa 2 milioni di persone, vale a dire il 25% della popolazione del paese, e che il genocidio nel Rwanda della primavera 1994 causò, nell’arco di 100 giorni, la morte di circa due terzi dei Tutsi che vivevano allora nel paese.
Si può anche ricordare che oggi gli ebrei in tutto il mondo sono circa 15,7 milioni: vale a dire che, 80 anni dopo la Shoah, la popolazione ebraica mondiale non è ancora tornata ai 16,5 milioni di persone che contava alla viglia della seconda guerra mondiale.
Pulizia etnica
Durante il trentennio inglese fra le due guerre mondiali, mentre immigravano ebrei, la popolazione araba palestinese è passata da 600mila a 1.200.000, cioè è raddoppiata.
Dal 1948 a oggi, all’interno di Israele la popolazione araba palestinese è passata da 150mila a 2 milioni, cioè si è moltiplicata per 13.
Nei territori di Cisgiordania e Gaza, dall’inizio del controllo israeliano nel 1967 la popolazione araba palestinese è passata da 1 milione a 5 milioni, cioè si è moltiplicata per 5. Il caso unico di una pulizia etnica che funziona al contrario.
Per un utile confronto si consideri che la pulizia etnica operata dopo la seconda guerra mondiale in Istria e Dalmazia ridusse la popolazione degli italiani istriani e dalmati al 16% di quella che era la popolazione italiana originaria prima della seconda guerra mondiale.
Si può anche ricordare che dopo la seconda guerra mondiale e la fondazione dello stato d’Israele, quasi un milione di ebrei furono costretti ad abbandonare i paesi arabi e l’Iran dove vivevano da molti secoli, tanto che oggi in tutti quei paesi si contano complessivamente meno di 30mila ebrei.
Colonialismo di insediamento
In Israele si ha l’unico caso al mondo di “coloni di insediamento” che continuano a trovare innumerevoli testimonianze storiche e archeologiche della ininterrotta presenza del loro popolo in quella terra per almeno tremila anni.
Come se gli europei sbarcarti nelle Americhe e in Australia avessero trovato in quelle terre inscrizioni in latino o manoscritti medievali.
Sicché si capisce che le colpe “storiche” di Israele, strepitosamente smentite da fatti e cifre, sono davvero uniche ed eccezionali: nel senso che esistono solo nella testa degli anti-israeliani viscerali e indottrinati.
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