Una cronaca faziosa dove i terroristi uccisi diventano dei martiri
Testata: Avvenire Data: 31 agosto 2003 Pagina: 13 Autore: Barbara Schiavulli Titolo: «Missili a Gaza anti-Hamas: uccisi due capi»
A pagina 13, in basso a destra c'è un piccolo trafiletto scritto da Graziano Motta il quale, con la correttezza ed equilibrio di sempre, ci informa della mozione di sfiducia in atto preparata da Arafat nei confronti di Abu Mazen. Ma la correttezza giornalistica viene offuscata dall'articolo (anche se ci è difficile riconoscerlo tale) di Barbara Schiavulli, a sinistra della pagina, intitolato: "Missili a Gaza anti-Hamas: uccisi due capi". Un titolo corretto per un articolo che invece assume un tono fazioso, con questo stile: gli israeliani continuano ad ucciderci, lo rifaranno ancora. La giornalista sembra dimenticarsi completamente della causa delle recenti operazioni israeliane su Gaza. Ecco come viene introdotto l'articolo: "Il tuo sangue non andrà sprecato, noi ti vendicheremo", dice la scritta sul muro di una delle case del campo profughi di Burej, nella zona centrale della Striscia di Gaza. La vernice fresca, i nomi dei due martiri risaltano in rosso, mentre uomini incappucciati di Hamas scrivono poesie per i loro due ultimi morti. Un'altra esecuzione mirata dell'esercito israeliano è stata compiuta. Girava voce a Gaza che sarebbe successo ancora. Dispiace vedere dei morti e dei feriti nelle operazioni del genere, ma è stato necessario per evitare di rivivere l'ultimo attentato di Gerusalemme. Dove nessuno è morto martire, ma da civili israeliani che erano capitati in quel momento e in quel luogo. Al contrario dei terroristi che Schiavulli ormai ama definirli martiri. Abdallah Aqil e Farid Mayat, due militanti del braccio armato di Hamas sono morti sul colpo, mentre stavano trasportando una postazione di lancio per i missili Qassam. Cinque persone sono rimaste ferite dai pezzi volanti dei tre missili lanciati dall'elicottero. I corpi sono stati trasportati immediatamente all'ospedale "i martiri di al-Aqsa", e chiusi per qualche minuto nella camera mortuaria. I familiari sono accorsi, con gli occhi rossi dal pianto, i loro pugni hanno sbattuto contro la porta fino a quando i battenti si sono spalancati e sono stati fatti entrare. Segue una dettagliata descrizione della scena, dolori e lacrime per i morti, per i loro "martiri", come se fossero morti da innocenti, senza una macchia di sangue sulle mani. Eppure stiamo parlando dei due terroristi che, prima di essere uccisi, stavano trasportando una rampa di lancio per razzi da sparare contro il territorio israeliano. Trasportare quelle armi era solo un passatempo, così tanto per fare? Ancora con la scena della camera mortuaria: Non ci sono i capi, si sono dati alla macchia. Sanno che ogni volta che escono possono venire colpiti. Intanto a casa di Aqil si sono riunite le donne di entrambe le famiglie, piangono la loro dispearzione sedute a terra: in un'ora la loro vita è cambiata. "Che Dio maledica gli israeliani", grida tra le lacrime la sorella di Aqil prima di svenire, un'amica le si avvicina: "Perchè ti disperi? Tuo fratello adesso è un martire". Non vogliamo togliere nulla al dolore di queste donne, ma la giornalista è andata davvero oltre il limite non solo dell'informazione giornalistica ma pure del buon senso. E' un articolo di un giornale, non un capitolo di un romanzo alla Ken Follett. E' vero, in questo attacco sono morte due persone, ma se Israele avesse voluto colpire chiunque, avrebbe seminato più morti e feriti, ma qui sono morte non due persone qualsiasi, ma due terroristi di Hamas che ha rivendicato la paternità degli attentati in cui hanno perso la vita moltissimi israeliani. Ma non si è mai vista una descrizione dettagliata del dolore di una famiglia israeliana per la perdita di un loro caro. Solo perchè israeliano. Per chiudere questo penoso capitolo, la giornalista ha pensato bene di aggiungere: E la voglia di vendetta. Una spirale d'odio da cui israeliani e palestinesi non riescono a sganciarsi. Vendetta! Ma chi è l'attaccante? E' ormai evidente che la giornalista stia facendo molta confusione. I terroristi di Hamas preparano degli ordigni, progettano (e compiono) attentati contro gli israeliani. E l'esercito israeliano cerca di fermarli. E' questa la realtà, ma è stata ormai stravolta dalla giornalista che in questo modo ridicolizza il dovere di informazione dell'Avvenire. Si sente la mancanza dell'equilibrio di Graziano Motta. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione di Avvenire. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.