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Libero Rassegna Stampa
26.10.2024 Non facciamo regali a questa sinistra dei veleni
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 26 ottobre 2024
Pagina: 1/14
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Non facciamo regali a questa sinistra dei veleni»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 26/10/2024, a pag. 1/14, con il titolo "Non facciamo regali a questa sinistra dei veleni ", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Dopo il massacro giudiziario di Toti, il candidato del centrodestra per la Liguria Marco Bucci è favorito dai sondaggi. Solo un forte tasso di astensionismo farebbe vincere Orlando, del centrosinistra. Appello di Daniele Capezzone agli elettori liguri: non fate questo regalo alla sinistra, perché non lo merita, soprattutto dopo quel che ha fatto in Liguria.

No, la sinistra non merita davvero questa soddisfazione. Sarebbe un gran peccato se, per un soffio, magari per l’affluenza tenuta un po’ più giù del necessario dall’allerta meteo, la peggiore sinistra d’Europa dovesse tornare alla guida della Liguria.
Com’è noto, la legge ci impone di non rendere noti i sondaggi della vigilia, che pure circolano. E allora limitiamoci alla sensazioni e alle valutazioni politiche, peraltro corrispondenti – le une e le altre – a una consolidata tradizione italiana: con un’affluenza più alta, il centrodestra di Marco Bucci è oggettivamente favorito; con un’affluenza più bassa, poiché lo zoccolo duro della sinistra a votare ci va comunque, rischiano di vincere Andrea Orlando e compagni.
E allora, amici elettori liguri, vale la pena, se necessario anche con impermeabile e ombrello, di uscire di casa e di non lasciare campo libero a tassatori e manettari. E – anche fuori dalla Liguria – sarà opportuno per tutti noi spendere qualche telefonata o qualche messaggino per convincere gli amici che votano lì, affinché non si astengano e non si distraggano.
Anche per non avere un rimorso o un rimpianto lunedì sera.
Pensate retrospettivamente al comportamento tossico, radioattivo, velenoso, della sinistra lungo tutta questa campagna. Primo: ha oggettivamente beneficiato di un’azione assai discutibile della magistratura che, con un impianto accusatorio fondato più sulle palafitte che sulla pietra, ha mandato a casa l’amministrazione regionale di Giovanni Toti, sulla quale il giudizio popolare era largamente favorevole.
Secondo: la stessa compagnia di giro Pd-Cinquestelle, con contorno di Bonelli e Fratoianni, ha svelato il suo vero volto già a luglio, organizzando un’indegna manifestazione a Genova contro un governatore in quel momento costretto ai domiciliari: un autentico karaoke della forca, una piazzata pro ghigliottina, roba da giustizialisti scatenati, da talebani dell’uso politico delle indagini.
Terzo: un avversario di Marco Bucci – si tratta di un personaggio che non voglio nemmeno nominare – ha usato in campagna elettorale, per attaccare il candidato del centrodestra, l’argomento delle sue condizioni di salute. Insomma, dopo anni spesi a parlare di lotta al cancro, con milioni di persone (tutti ne abbiamo avute o ne abbiamo in famiglia) impegnate in una dignitosa battaglia contro un male per fortuna un po’ meno incurabile del passato, si è tentato di scagliare contro Bucci una profezia di sventura, una specie di orrida maledizione. E infine, quarto: a urne aperte, domenica sera (perché si voterà anche di lunedì), la trasmissione Report, del cosiddetto servizio pubblico della Rai, già promette un servizio su Genova e sulla Liguria, di cui non è difficile ipotizzare l’orientamento. Ecco: queste quattro scelte (altri direbbero: queste quattro carognate) non possono essere politicamente premiate. Anche coloro, tra gli elettori alternativi alla sinistra, che hanno provato qualche delusione rispetto al centrodestra (locale o nazionale), ci pensino due volte prima di favorire – con la propria assenza alle urne – una coalizione di sinistra che non merita di vincere, e meno che mai di vincere così. Peggio. Da un lato, la sinistra considererebbe un’eventuale vittoria come l’inizio di una rivincita nazionale (avendo all’orizzonte, a novembre, due regioni in cui è largamente favorita: Emilia Romagna e Umbria). Dall’altro, i compagni avrebbero buoni motivi per ritenere che, se questi metodi scorretti, se questi colpi sotto la cintura si sono rivelati efficaci in Liguria, allora tanto varrà usarli in modo sempre più massiccio e generalizzato. Sarebbe una ragione di più per scatenare a ogni livello altre campagne di attacco giudiziario, altri dossieraggi, altre fabbrichette di veleni, sempre e solo contro il centrodestra. Tutto questo non solo non va incoraggiato. Ma – se possibile – va fermato con un voto, con un sorriso, e con la serena convinzione di provare a lavorare per una Liguria e un’Italia in cui nessuno debba temere sgambetti o agguati. L’attuale maggioranza di centrodestra ha tanti limiti e difetti che non di rado ci fanno disperare. Ma quegli altri, quella torva ammucchiata unita solo dal cemento dell’odio, non meritano regali. 

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