Israele bombarda la banca che finanzia Hezbollah Cronaca di Daniele Dell'Orco
Testata: Libero Data: 22 ottobre 2024 Pagina: 14 Autore: Daniele Dell'Orco Titolo: «Israele bombarda la banca che finanzia Hezbollah»
Riprendiamo da LIBERO del 22/10/2024, a pag. 1/14, con il titolo "Israele bombarda la banca che finanzia Hezbollah" la cronaca di Daniele Dell'Orco.
Daniele Dell'Orco
Dopo la governance politica, ora Israele punta ad eliminare quella finanziaria di Hezbollah. Nella notte di lunedì, i jet di Tel Aviv hanno lanciato una serie di attacchi mirati su filiali e siti della Al-Qard Al-Hassan, l’istituto bancario che permette alle milizie sciite di inserirsi nel circuito finanziario ufficiale del Libano alimentando la capacità di armarsi.
Al-Qard Al-Hassan funziona in modo simile a una normale banca, con clienti che effettuano transazioni, prelevano e depositano fondi, richiedono prestiti, ma in realtà, essendo disconnessa dallo Swift internazionale e pertanto immune alle sanzioni, permette a Hezbollah di effettuare operazioni illecite in mezzo mondo: dal riciclaggio di denaro per conto dei cartelli della droga sudamericani, agli affari con il Venezuela di Mauro, fino al network che opera nei Paesi dell’Africa Occidentale.
Sia fonti open source, come il “Centro sulle sanzioni e il finanziamento illecito”, che dichiarazioni pubbliche di funzionari statunitensi negli ultimi 5 anni indicano che il coinvolgimento in attività illecite ha generato il 30% del budget operativo annuale di Hezbollah, pari a circa 1 miliardo di dollari.
ATTIVITÀ ILLECITE
Ad esempio, la rete di Ayman Joumaa, signore della droga colombiano-libanese, che la Drug Enforcement Administration (DEA) statunitense ha smascherato nel 2011 e il Tesoro ha collegato a Hezbollah già nel 2012, riciclava fino a 200 milioni di dollari al mese per i cartelli messicani e colombiani. Joumaa, secondo la DEA, riceveva una commissione elevata dell’8-14% per i suoi servizi.
Supponendo che le stime del 2018 siano corrette, la sola operazione Joumaa avrebbe generato almeno due terzi delle entrate annuali di Hezbollah da attività illecite.
E l’organizzazione di riciclaggio di denaro di Joumaa non era nemmeno l’unica ricompresa nella rete. Ma la vera sorpresa nella piovra legata a Hezbollah è la branca che porta all’Africa occidentale, ancora più diffusa e influente che in America Latina.
Le autorità statunitensi, ad esempio, hanno sequestrato 50 milioni di dollari nel 2019 al finanziere di Hezbollah, Kassim Tajideen, come parte di un’azione di confisca civile contro le sue attività di riciclaggio di denaro per conto di Hezbollah. Le aziende e le reti della famiglia Tajideen, così come altre simili, sono ancora attive in Africa.
La profondità delle reti oltreoceano di Hezbollah non deriva solo dalla capacità di fare affari con le reti criminali. Anche la corruzione gioca un ruolo importante. Il traffico di droga e il riciclaggio di denaro, ad esempio, dipendono dalla capacità dei gruppi terroristici di stabilire relazioni che possono evolversi in vere e proprie partnership simbiotiche.
Sia i criminali che i finanziatori del terrorismo dipendono l’uno dall’altro per le forniture illecite, il loro trasporto, la distribuzione e il riciclaggio dei proventi delle vendite. In modo scientifico, entrambi contano sulla loro capacità di infiltrarsi nelle istituzioni statali a tutti i livelli (polizia, dogana, guardie di frontiera, lavoratori portuali, magistratura e funzionari eletti) e di metterli a libro paga per proteggere le proprie imprese commerciali.
Fino al 27 settembre scorso, il vertice della banca era rappresentato dal leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. In questo modo, Nasrallah poteva aumentate la presa sui civili sciiti in Libano anche dal punto di vista politico ed elettorale, gestendo di fatto i loro risparmi e consentendo di reinvestire risorse su un sistema civile alternativo in Libano capace di erogare stipendi, assistenza sanitaria e istruzione.
CRISI E RICATTI
L’Alma Research Center, ha sottolineato che Al-Qard Al-Hasan ha svolto di fatto la funzione di banca di Hezbollah fin dalla sua fondazione nel 1981. Il 20 ottobre, il Centro ha osservato che Al-Qard Al-Hasan detiene tonnellate di oro e gestisce oltre mezzo miliardo di dollari in prestiti all’anno. Per gli alti funzionari israeliani, questo meccanismo economico-ombra è anche una delle ragioni per cui il Libano non riesce ad uscire da una delle peggiori crisi economiche che si siano viste negli ultimi 100 anni.
In aggiunta, la rete di finanziamento di Hezbollah ricomprende pure il supporto da circa 50 milioni di dollari al mese che arrivano dall’Iran tramite la Siria. Gli attacchi israeliani di domenica notte avevano come obiettivo quello di indebolire questi flussi di finanziamento.
Il portavoce in lingua araba dell’IDF, il colonnello Avichay Adraee, ha pubblicato su X domenica notte un post in cui definiva gli attacchi «necessari» perché «le attività terroristiche di Hezbollah sono finanziate dal bilancio dello Stato iraniano» e l’associazione Al-Qard Al-Hassan funge da «copertura per le risorse terroristiche di Hezbollah». Tagliare questi flussi di approvvigionamento per lo Stato di Israele è cruciale per rendere Hezbollah inoffensivo nell’immediato e fargli perdere consenso nel Paese nel medio-lungo periodo.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante