Questa è la Guerra del 7 ottobre Commento di Nissim Louk
Testata: israele.net Data: 15 ottobre 2024 Pagina: 1 Autore: Nissim Louk Titolo: «Questa è la Guerra del 7 ottobre»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - il commento di Nissim Louk dal titolo "Questa è la Guerra del 7 ottobre".
Negli ultimi giorni è tornato alla ribalta il tema di come chiamare la guerra in corso.
Molti, tra cui parecchi parenti degli ostaggi, si arrabbiano all’idea che ci si occupi di una questione apparentemente così marginale mentre più di cento uomini, donne e bambini stanno lentamente marcendo nelle prigioni di morte di Hamas.
Hanno ragione, ovviamente. Ci sono questioni ben più urgenti che dovrebbero essere gli unici argomenti di discussione, in primo luogo il salvataggio degli ostaggi e la sconfitta del nemico, e certamente non questioni apparentemente esoteriche come il nome da dare a questa guerra lunga e straziante.
Eppure, le parole hanno grande importanza e le narrazioni plasmano la realtà.
Il nome della guerra inquadra la storia che c’è dietro, la spiega, innanzitutto a noi stessi e, non meno importante, al resto del mondo.
La prima tappa è smettere di chiamare questa guerra – forse la peggiore che abbiamo mai conosciuto e il cui esito deciderà il nostro futuro in questo luogo – col nome ufficiale di “Spade di Ferro”: questo nome non significa nulla per nessuno (lunedì scorso il primo ministro Benjamin Netanyahu ha proposto di chiamarla “guerra della rinascita”ndr).
Questa guerra può avere un solo nome. E dobbiamo batterci, sì, batterci per farla chiamare con quel nome, in tutto il mondo, e non solo da noi. Ma prima di tutto da noi.
Questa guerra è la guerra del 7 ottobre.
Non può avere nessun altro nome. Come mai? Perché il 7 ottobre, una data che sarà per sempre incisa nella storia del popolo ebraico e del sionismo, è ciò che ha causato questa guerra. La guerra è scoppiata a causa di ciò che ci hanno fatto in quello Shabbat di devastazione.
E la nostra legittimazione per avviare una guerra di annientamento contro Hamas deriva da ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre.
In nessuna parte del mondo la chiamano la guerra delle Spade di Ferro. La chiamano la Guerra di Gaza. E da molto tempo la sua storia non è più ciò che è accaduto il 7 ottobre, ma ciò che è accaduto dopo.
La storia che è accaduta dopo, come tutti sappiamo, è una conseguenza, una storia parziale che – come minimo – non ci rende giustizia.
I nomi delle guerre sono importanti. Nell’ottobre 1973 siamo riusciti a sconfiggere i paesi arabi non solo sui campi di battaglia, ma nella battaglia per la percezione di quel conflitto. Ancora oggi gli arabi la chiamano la Guerra di Ottobre, ma ovunque nel resto del mondo, specie in Occidente, tutti la chiamano la Guerra dello Yom Kippur.
E queste poche parole riescono a raccontare la vera storia: un attacco a sorpresa, combinato e pianificato per essere lanciato contro Israele nel giorno più sacro dell’anno del calendario ebraico, un giorno di digiuno, quando lo stato di allerta è al minimo.
Anche il 7 ottobre ci ha preso di sorpresa. Ma la sorpresa dell’ottobre 2023 è di gran lunga peggiore della sorpresa dell’ottobre 1973.
Il 7 ottobre ci hanno massacrati, violentati, bruciati insieme alle nostre mogli e ai nostri figli. Il 7 ottobre ci ha aperto le porte dell’inferno e da allora stiamo lottando per la nostra sopravvivenza in questa parte del mondo.
Non lo dimenticheremo mai. Ma devo darvi una notizia: è passato un anno e il mondo ha già dimenticato.
Questa è la Guerra del 7 ottobre. Non può e non deve avere nessun altro nome.
(Da: Haaretz, 13.10.24)
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