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Setteottobre Rassegna Stampa
15.10.2024 Unifil non ha impedito il riarmo di Hezbollah
Analisi di Stefano Parisi

Testata: Setteottobre
Data: 15 ottobre 2024
Pagina: 1
Autore: Stefano Parisi
Titolo: «Unifil non ha impedito il riarmo di Hezbollah»

Riprendiamo da SETTEOTTOBRE online l'analisi di Stefano Parisi dal titolo "Unifil non ha impedito il riarmo di Hezbollah"


Stefano Parisi, presidente dell'associazione Setteottobre

UNIFIL2 ha fallito, perché non ha creato una zona cuscinetto fra Hezbollah e Israele, non ha contribuito a ripristinare la sovranità del Libano e non ha aiutato i libanesi a disarmare Hezbollah che ora è più forte rispetto all'inizio della missione

L’UNIFIL ha fallito la sua missione. L’ONU ha fallito. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con la risoluzione 1701 del 2006, istituiva un’area al sud del Libano “priva di personale armato, di posizioni e armi che non siano quelle dell’esercito libanese e delle forze UNIFIL”, tra la Linea Blu e il fiume Litani. La stessa risoluzione imponeva un embargo alla vendita di armi in Libano, che non fossero autorizzate dall’esercito regolare libanese. Il Consiglio di Sicurezza ordinava, con quella risoluzione, il disarmo di Hezbollah. Per questo impegnava il Governo del Libano e UNIFIL. Per effetto della risoluzione 1701 Israele si ritirò da quell’area. 

Hezbollah, invece, da allora ha moltiplicato esponenzialmente la propria forza militare rivolta contro Israele e ha perseverato nel lancio dei missili. Ha collocato le sue postazioni vicino alle basi operative dei contingenti UNIFIL. Ha costruito basi di lancio, ha potenziato capacità offensiva ricevendo aiuti economici e militari dall’Iran. Hezbollah è un’organizzazione terroristica e criminale. Finanzia la sua attività, oltre che con i soldi della Repubblica Islamica dell’Iran, con il traffico di droga e con il riciclaggio di denaro. In questi 18 anni ha preso in mano il governo del Libano. Ne ha causato il fallimento economico e sociale. Dall’8 di ottobre lancia missili su Israele in sostegno all’azione di Hamas. Più di 9000 missili lanciati che hanno costretto 65.000 israeliani a evacuare abbandonando le proprie case.  

L’Iran arma Hezbollah, fornisce alla Russia i droni nella guerra contro l’Ucraina, fa esercitazioni nel Golfo di Oman con Cina e Russia, ha sostenuto, con Hezbollah, i delitti di Bashar al-Assad in Siria, e presiede dal 2023 la Commissione Disarmo e Sicurezza Internazionale dell’ONU. L’Iran sottomette le donne e le condanna a morte se non si adeguano alla sharia, perseguita gli omosessuali e all’ONU presiede il Forum sociale della Commissione per i Diritti Umani. L’ONU ha lasciato che Hezbollah si riarmasse, è stata in silenzio davanti alle aggressioni a Israele, non ha mosso un dito per fermarle. Ha lasciato i contingenti UNIFIL privi di una reale forza di interposizione, in un’area ad altissimo rischio. 

Israele, dopo 10 mesi di attacchi missilistici e di minacce avanzate da una organizzazione terroristica che ha come obiettivo la distruzione di Israele e la creazione al suo posto di uno Stato Islamico, deve proteggere la popolazione e distruggere la capacità offensiva di Hezbollah. Lo deve fare per garantire la sicurezza dei propri cittadini e la sua sopravvivenza. Lo deve fare per garantire la nostra libertà. Qualunque leadership democratica occidentale reagirebbe con analoga determinazione a un simile attacco.

Oggi il Governo italiano non può ritirare unilateralmente il proprio contingente dal Libano, ma può porre con forza, in Europa e al Palazzo di Vetro, la questione del fallimento di UNIFIL, il suo ruolo, il suo mandato e la sua collocazione. Lo deve fare per non legittimare Hezbollah e, soprattutto, per quando questa crisi finirà e il Libano dovrà essere ricostruito, finalmente libero da Hezbollah.

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