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Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
14.10.2024 Se La7 vi sembra Teheran TV, non avete visto la BBC, il sogno orwelliano dei regimi islamici
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 14 ottobre 2024
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Se La7 vi sembra Teheran TV, non avete visto la BBC, il sogno orwelliano dei regimi islamici»

Riprendiamo il commento di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Se La7 vi sembra Teheran TV, non avete visto la BBC, il sogno orwelliano dei regimi islamici".


Giulio Meotti

Gravissimo episodio per la televisione britannica: la BBC trasmette in diretta streaming il discorso dell'ayatollah Khamenei. Quello in cui, per l'ennesima volta, glorifica il pogrom del 7 ottobre e predica la distruzione di Israele. Nella stessa televisione è vietato parlare di Hamas ed Hezbollah come "terroristi"

Che cazzo sta succedendo? Davvero. La BBC è una televisione considerata nel mondo un modello di giornalismo pubblico. Non è certo La7 di Formigli e Gruber, una specie di Al Aqsa Tv all’italiana, dove gli ospiti fanno a gara a soffiare sulle braci dell’odio antioccidentale.

La BBC ha trasmesso in diretta streaming tutto il discorso dell’ayatollah iraniano Khamenei (armato di fucile). 40 minuti e la tv ha inserito nel suo banner le sue citazioni: “Il 7 ottobre era logico e legale” e “L’attacco missilistico contro Israele è legale e legittimo”.

Difficile immaginare la BBC che trasmette in diretta streaming un discorso di Hitler nel 1942 e ne riporta le citazioni nel banner in fondo allo schermo.

E mentre Liliane Landor, l’ex direttrice delle news della BBC, difendeva Hezbollah, la tv pubblica invitava gli islamisti a parlare di immigrazione e medici palestinesi che incitano a “uccidere gli ebrei”.

Nel 2004 la BBC fu ribattezzata “Baghdad Broadcasting Corporation”: i suoi notiziari sembravano scritti da Saddam Hussein. Oggi andrebbe chiamata “Teheran Broadcasting Corporation”.

Gli inglesi la chiamano ironicamente “Auntie”, zietta. Le stesse dimensioni della BBC e la vastità della sua portata, un enorme monopolio pubblico, un apparato burocratico di tipo quasi sovietico, che non è responsabile di fronte a nessuno, fanno sì che “la verità della BBC” sia immediatamente creduta.

Qualche giorno fa la BBC ha accettato di trasmettere un documentario sul massacro di 364 giovani israeliani al Festival Nova da parte di Hamas, ma a patto che i terroristi non fossero chiamati “terroristi”.

L’ex presentatore della BBCDon Maclean, dice che la tv sostiene l'Islam e attacca il Cristianesimo.

“Sono interessati all'Islam e ai programmi che attaccano la chiesa”, ha affermato Maclean. “Non si vedono programmi sull'anglicanesimo che non parlino del clero omosessuale e non si vede nulla sul cattolicesimo romano che non parli di pedofili. Sembrano assumere sempre un atteggiamento negativo. Non lo fanno sull'Islam. I programmi sull'Islam sono sempre di supporto”.

Va da sè che la BBC abbia censurato un programma sull’omosessualità nell’Islam.

Attraverso il responsabile del servizio arabo dell’emittente britannica, Tarik Kafala, la BBC ha stabilito che i terroristi non si devono più chiamare “terroristi”. “Qui cerchiamo di evitare di dipingere chicchessia come un terrorista o un’azione come in sé terroristica”, ha dichiarato Kafala. “Ciò che cerchiamo di fare è dire che ‘due uomini hanno ucciso dodici persone nell’attacco alla redazione di una rivista satirica’. Questo basta, sappiamo ciò che significa e ciò che è”. Il riferimento è alla mattanza di Charlie Hebdo. Due giorni prima, la BBC aveva diffuso un documentario sulla nuova edizione di Charlie Hebdo dopo la strage. Filmati di chioschi che si preparavano a vendere la rivista, il personale di Charlie al lavoro, le interviste ai sopravvissuti e una descrizione della copertina della nuova edizione, il Maometto con una lacrima all’occhio e un cartello che recita “Je suis Charlie”. Solo una descrizione, però: la BBC si è rifiutata di mostrare la vignetta di copertina.

Accadde già nel 2005, dopo le bombe di Londra, quando alla BBC si decise di chiamare i quattro kamikaze “artefici dell’attacco” o “attentators”. E per la strage di bambini di Beslan si parlò di “hostage takers”, sequestratori, e “separatists”, separatisti. Nel 2007, poi, il timore di offendere gli islamici che vivono in Gran Bretagna spinse il canale 4 dell’emittente a cambiare la trama di una serie televisiva, Casualty, cancellando dalla sceneggiatura l’attacco suicida di un terrorista islamico, su pressione della commissione interna della tv che vigila sui suoi contenuti.

Un altro episodio significativo è l’intervista al vignettista danese Kurt Westergaard, realizzata e poi cancellata per paura di scatenare la reazione islamista. Il celebre disegnatore, che viveva scortato come un capo di stato, ha paragonato questa decisione a quella degli appeaser britannici con Hitler.

La BBC ha anche deciso che si possono continuare a fare battute, anche irriverenti, sul Vaticano e gli ebrei, ma non sull’Islam. Lo ha stabilito Mark Thompson, direttore del servizio pubblico britannico. La motivazione? I musulmani “sono più suscettibili” dei cristiani e quindi è meglio non irritarli.

Per questo che dovendo scegliere come conduttrice tra una donna che indossa il velo e una donna che indossa una catenina con il crocefisso, la direzione della BBC preferirebbe scegliere una donna con il velo piuttosto che una con la croce, perché (spiegano alla BBC) la croce offende chi non ha la croce, il velo non offende chi non ha il velo. E così una nota giornalista della BBCFiona Bruce, è stata “esaminata” per mesi dai dirigenti della tv pubblica inglese per il suo pendente con la croce.

The New Criterion ha evidenziato il netto contrasto tra il modo in cui la BBC descrive l'Islam e il Cristianesimo:

“L’Islam ha avuto origine in Arabia ed è stato rivelato all'umanità dal Profeta Muhammad (pace su di lui). Coloro che seguono l'Islam sono chiamati musulmani. I musulmani credono che ci sia un solo Dio (Allah)”.

Capito? Ecco l'introduzione della BBC al Cristianesimo: “Il Cristianesimo è la religione più grande del mondo, con 2,1 miliardi di seguaci in tutto il mondo. Si basa sugli insegnamenti di Gesù che visse in Terra Santa 2.000 anni fa”.

Ci manca solo che dicano che Gesù era palestinese e non ebreo.

Poi, sempre per non offendere i maomettani, la BBC ha pensato che fosse opportuno non usare più le espressioni “avanti Cristo” e “dopo Cristo”, in inglese b. C. (before Christ) e a. D. (anno Domini). Molto meglio le neutrali espressioni “Before common era” e “Common era”. Di “svilimento della base cristiana della nostra cultura, lingua e storia” ha parlato il vescovo anglicano di origini pachistane Michael Nazir-Ali.

George Orwell ha lavorato alla BBC producendo programmi radio durante la Seconda guerra mondiale. Lo scrittore se n’era andato nel 1943 perché, come aveva spiegato nella sua lettera di dimissioni, alla BBC stava “sprecando il suo tempo e il denaro pubblico per fare un lavoro che non dà risultati”. L’esperienza alla BBC però era diventata per lui fonte d’ispirazione: la “Stanza 101” di 1984 la chiamò così in onore di una omonima sala riunioni della tv. Il nuovo Ministero della Verità è una newsroom.

La paura di criticare l’Islam ha reso l’Occidente incapace di difendersi, mentre Khamenei ha lanciato una “guerra cognitiva” contro e dentro l’Occidente. E le televisioni sono diventate i loro utili idioti.

 


giuliomeotti@hotmail.com

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