Testata: Libero Data: 28 settembre 2024 Pagina: 1/13 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Raid di Israele: Nasrallah? Difficile sia vivo»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/09/2024, a pag. 1 e 13, con il titolo "Raid di Israele: Nasrallah? Difficile sia vivo", il commento di Amedeo Ardenza.
Due notizie brevi: «L'obiettivo dell'attacco israeliano nella periferia sud di Beirut era Nasrallah», ha scritto il quotidiano israeliano Haaretz. «È molto difficile immaginare che Nasrallah esca vivo da un attacco del genere», ha commentato in serata al Times of Israel una fonte governativa anonima. In mezzo c’è stato il tentativo da parte di Hezbollah, di cui Hassan Nasrallah è (o forse era) il leader di smentire tutto: «Nasrallah sta bene», ha replicato una fonte vicina al gruppo libanese sciita ripresa dall'Afp mentre anche l’iraniana Tasnim riportava la stessa informazione. Ma la preoccupazione dell’alleato iraniano fa intuire che Israele abbia centrato il bersaglio grosso: Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale presso la sua residenza. Dopo Haniyeh, Nasrallah. L’ufficio di Benjamin Netanyahu ha diffuso in serata un’immagine in cui si vede il premier al telefono mentre dà il via libera al raid aereo contro il quartier generale di Hezbollah dalla sua stanza di albergo a New York, in compagnia dei suoi consiglieri militari.
FILOTTO
Già nei giorni scorsi la Iaf aveva colpito Dahiyeh, un sobborgo della capitale libanese, andando ogni volta a colpo sicuro: Mohammed Srur, Ibrahim Aqil, Ibrahim Qubaisi sono i comandanti di Hezbollah uccisi. Prima di loro, lo scorso 30 luglio, le Iaf avevano eliminato Fuad Shukr, massimo uomo di collegamento fra Teheran e gli Hezbollah. Difficile pensare che solo ieri qualcosa sia andato storto: a meno che i dirigenti del partito di Dio non abbiano mangiato la foglia e capito attraversso quale canale Israele ottenga informazioni sulle loro riunioni organizzandone una farlocca. Per lo sceicco Nasralllah essere nel mirino di Israele è la regola. Nel 1992, a 32 anni, Nasrallah è eletto all’unanimità segretario generale del Partito di Dio in sostituzione di Abbas al-Musawi, ucciso da Israele con un missile Hellfire. Da quel giorno è diventato il nemico numero uno dello stato ebraico: fra Hezbollah e Israele, che si è ritirato dal sud del Libano nel 2000 dopo 18 anni, è conflitto a bassa intensità in permanenza, con l’eccezione della guerra del 2006, quando le due parti si affrontarono per un mese. Allora si parlò dell’ennesima guerra arabo-israeliana: oggi quei 34 giorni di feroci scontri sono visti come la prova generale della guerra fra Iran e Israele scoppiata lo scorso 7 ottobre ma l’Iran, si sa, resta sempre un passo indietro rispetto alle pedine che muove attorno a Israele. Da anni lo sceicco Nasrallah vive fra massicce misure di sicurezza per non essere ucciso. E benché Hezbollah sia una milizia armata ma anche un partito politico, Nasrallah non interviene mai alla luce del sole usando invece messaggi video registrati in qualche bunker. Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che sia stato proprio lui a volere che i dirigenti della milizia si dotassero di cercapersone anziché di cellulari per non farsi geolocalizzare da Israele. Il raid di ieri prova una volta di più che in questo momento Israele cerca di gettare Hezbollah nel marasma, decimandone i capi e le linee di comunicazione. Una scelta meno pericolosa dell’invasione del sud del Paese dei Cedri ma anche incapace al momento di garantire ai 70 mila israeliani scappati dai distretti che confinano con il Libano di poter tornare alle loro case.
LE REAZIONI
Intanto però Israele si attende un «grande attacco di rappresaglia» da parte di Hezbollah dopo il colpo inferto al quartier generale del gruppo terrorista sciita. A renderlo noto è un funzionario israeliano citato dall’americana NbcNews. L’Ambasciata iraniana in Libano ha invece affermato che il grande attacco di Israele alla periferia sud di Beirut rappresenta una «pericolosa escalation che cambierà le carte in tavola» e che «porterà al suo autore una punizione appropriata». La dichiarazione della rappresentanza diplomatica iraniana in Libano è stata diffusa da Al Jazeera. Il primo ministro libanese Najib Mikati ha esortato la comunità internazionale a «fermare» Israele dal condurre una «guerra genocidaria» contro il Libano. «Questa nuova aggressione israeliana dimostra che al nemico israeliano non importa di tutti gli sforzi internazionali e gli appelli a un cessate il fuoco», ha affermato Mikati da New York, in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio.
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