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Il Giornale Rassegna Stampa
24.09.2024 Così l’attacco di Israele distrugge Nasrallah e spaventa l’Iran
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 24 settembre 2024
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Così l’attacco di Israele distrugge Nasrallah e spaventa l’Iran»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 24/09/2024 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "Così l’attacco di Israele distrugge Nasrallah e spaventa l’Iran".


Fiamma Nirenstein

Raid dell'aviazione israeliana in Libano. Il fronte nord sta cambiando la situazione nel Medio Oriente: la risposta israeliana all'attacco lanciato da Hezbollah, con tutti i mezzi, deve servire anche come deterrente contro l'Iran.

È il fronte del nord che cambierà la situazione mediorientale, l’attacco plurimo contro gli Hezbollah trasformerà anche la guerra di Gaza, e soprattutto potrebbe finalmente modificare, forse perfino neutralizzare temporaneamente il disegno strategico dell’Iran di “unire il fronte” per i suoi scopi. Secondo molti analisti sono tre: un grande fronte islamico sciita guidato dai suoi uomini, comandanti di lungo corso, per la conquista del Medioriente e del mondo, incorporando anche una parte sunnita; distruggere Israele; distruggere il potere occidentale, prima di tutto gli Stati Uniti. Una tappa strategica fondamentale è stata il 7 di ottobre, quando Sinwar ha scatenato Hamas; avrebbe dovuto chiamare alle armi prima di tutto i sodali più vicini, gli Hezbollah, che infatti dal giorno dopo sono scesi sul campo. Ma debolmente. Sinwar si era figurato un’invasione territoriale del sud con svariate roccaforti occupate dai suoi uomini, e lo stesso era stato prefigurato, a breve, per una vasta invasione a nord, identica nella sua sanguinosità, da parte degli Hezbollah. Era programmato, ma non è avvenuto. Hamas è stato ricacciato dentro Gaza, dove ha poi subito decimazione e distruzione. E per Hezbollah, la scena è in pieno movimento, e non gli va bene: ieri, di nuovo con un’operazione di abilità e precisione classiche della tradizione dell’Israele pre7 di ottobre, l’IDF ha bombardato gli edifici che Hezbollah aveva trasformato in depositi di armi, le case che nascondevano i missili iraniani pronti al lancio, e prima ha chiesto alla popolazione di allontanarsi.

Adesso Nasrallah, che nel corso degli anni era stato dotato dall’Iran di centinaia di migliaia di missili, non può più contarci a pieno, e anche i lanciamissili sono stati distrutti sabato. E questo, dopo che i capi più importanti e stagionati come Ibrahim Aqil e oltre, erano stati eliminati venerdì, riuniti per disegnare la grande vendetta all’altra operazione stupefacente, quella dei cercapersone. Dall’inizio del grande esperimento dell’eliminazione di Israele lo Stato Ebraico dopo la sorpresa ha risposto con tutte le sue forze. Hezbollah all’inizio non ha bombardato anche il Golan, non è arrivato a Haifa, a Safed, a Naharya, voleva cacciare la popolazione israeliana, fare il deserto e preparare l’invasione: ha pagato con il prezzo delle sue armi e dei suoi uomini, e del disonore degli attacchi a sorpresa alle une e agli altri. Anche gli altri proxy iraniani, che avrebbero secondo le fantasie della “resistenza” stretto i ranghi per distruggere Israele, gli Houty, le milizie sciite in Iraq, non hanno che colpito sporadicamente. E l’Iran che il 13 di aprile ha addirittura sfoderato i gioielli della corona, i missili balistici, se li è visti respingere tutti da una coalizione cui hanno partecipato anche due l’Arabia Saudita e la Giordania.

Ieri un membro della Commissione per la sicurezza e la politica estera del Majlis, Ahmad Bakhshayesh Ardestani ha persino ipotizzato che il defunto presidente Ebraihim Raisi forse era stato sorpreso da una esplosione del suo beeper in elicottero; il corpo d’Elite della Guardie Rivoluzionarie ha ordinato a tutti i membri di non usare dispositivi di comunicazione. L’arma migliore del regime, Hezbollah, è rimasta senza leader, senza armi, e il suo ruolo di inutile incendiario nella società libanese ora risulta sempre più chiaro. Israele non ha deciso per una guerra in profondità. Vuole che Nasrallah ordini di cessare dagli attacchi al nord e i suoi cittadini possano tornare; è simile alla richiesta a Sinwar: restituisci tutti i rapiti e parliamo. L’ONU che si riunisce in queste ore, il suo tema, le guerre ormai tante, in corso. Intanto il giornale iraniano ufficiale, Jomhouri-e Eslami ha pubblicato questo avviso: “Nella corrente situazione, bisognerebbe considerare il passaggio a altri metodi nella guerra contro il regime sionista… non vuol dire fermarla, ma cambiare… ci sono elementi che provano a trascinare l’Iran in una guerra diretta col regime sionista, e portare gli USA al coinvolgimento nella guerra. Adesso l’Iran teme che Israele farà agli Hezbollah quello che ha fatto ad Hamas a Gaza e si perderà così un importante e potente braccio nell’asse dei proxy nel Medo Oriente e in tutto il mondo? Così sembra”. Si chiama deterrenza, e forse ricomincia a funzionare.

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