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Libero Rassegna Stampa
18.09.2024 Netanyahu pronto a licenziare Gallant
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 18 settembre 2024
Pagina: 7
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «In attesa dell'attacco dal confine nord, Netanyahu pronto a licenziare Gallant»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/09/2024, a pag. 7, con il titolo "In attesa dell'attacco dal confine nord, Netanyahu pronto a licenziare Gallant", la cronaca di Amedeo Ardenza

Netanyahu e Gallant in rotta di collisione. Il premier sarebbe anche pronto a licenziare il suo ministro della Difesa, con cui si è scontrato più volte.

Esiste il rischio di una escalation dopo l'esplosione dei cercapersone di Hezbollah in Libano. È il Comando del fronte interno delle forze di difesa (Idf) ad avvisare le autorità di Gerusalemme. Il quotidiano Haaretz anticipa che Hezbollah lancerà un'operazione militare contro Israele come rappresaglia per gli attacchi ai membri del movimento.
Secondo Ynet, ieri Bibi, Gallant e i capi dell’establishment di sicurezza si sarebbero riuniti per consultazioni nella Kyria, cuore operativo del comando militare a Tel Aviv, per discutere su come gestire una potenziale escalation con Hezbollah. L’allarme cresce ma fino a ieri sera non erano state modificate le linee guida per i civili.

CONTRACCOLPI

Il nuovo picco della tensione fra Israele e il Libano coincide con le voci sul possibile cambio in corsa nella compagine governativa. Fuori l’attuale ministro della Difesa Yoav Gallant e dentro Gideon Sa’ar.
È questa secondo tutti i commentatori della politica israeliana l’ultima mossa ideata dal primo ministro Benjamin (Bibi) Netanyahu per rafforzare la propria maggioranza di governo. Oggi la coalizione del sesto gabinetto Netanyahu si basa sull’intesa fra il Likud (conservatori) del premier, i partiti religiosi sefarditi e ashkenaziti ma anche sul sostegno della destra nazionalista e religiosa che ha i suoi campioni nel ministro delle Finanze Bezalel Smotrich del Partito nazionale del sionismo religioso e del titolare della Sicurezza interna Itamar Ben-Gvir di Otzma Yehudit (Potere ebraico). Due ministri invisi a gran parte dell’establishment politico e militare per le loro posizioni estremiste. Sa’ar, al contrario, è un ex esponente del Likud, partito dal quale è uscito nel 2019 dopo aver sfidato proprio Netanyahu per la corsa alla premiership. Oggi Sa’ar guida la formazione Nuova Speranza da lui fondata, forte di quattro deputati alla Knesset, abbastanza per rafforzare la maggioranza del governo sul lato moderato. Eppure la sua possibile promozione a ministro della Difesa è molto criticata dalla nutrita galassia dei critici del premier. Rivolto a Kan Radio, l’ex generale ed ex ministro del gabinetto di guerra Gadi Eisenkot, ha accusato Sa’ar di non essere qualificato per essere ministro della Difesa: a differenza di Gallant, già comandante in capo del Comando meridionale e candidato in passato a diventare capo di stato maggiore delle forze armate, Sa’ar non ha fatto carriera sotto le armi.

CONFLITTO

Sia Gallant sia Sa’ar sono likudnik ma il secondo è più caratterizzato come “falco” del primo: contrario alla soluzione due popoli due stati, in tempi recenti Sa’ar è apparso più favorevole di Gallant a organizzare una massiccia offensiva contro Hezbollah in Libano. È ormai un anno che la milizia sciita sostenuta dall’Iran bombarda il nord di Israele in un conflitto di bassa o media intensità: un conflitto del quale non si vede la fine e che ha provocato la fuga di decine di migliaia di israeliani dalla Galilea. Contro Sa'ar si è espresso anche il forum dei famigliari degli ostaggi, favorevoli a una tregua sul fronte. A differenza di Gallant, Sa’ar sarebbe più malleabile sull’annosa questione dell’arruolamento dei religiosi ma soprattutto, sepolta la rivalità del passato, non sarebbe inviso al premier che invece detesta Gallant ed è ricambiato.

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