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Libero Rassegna Stampa
16.09.2024 Missili a Kiev, Londra è pronta ad andare da sola
Analisi di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 16 settembre 2024
Pagina: 12
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Sui missili a Kiev, Londra è pronta ad andare da sola»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/09/2024, a pag. 12 con il titolo "Sui missili a Kiev, Londra è pronta ad andare da sola" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Zelensky e Starmer. Il Regno Unito considera essenziale la difesa dell'Ucraina e potrebbe essere l'unico alleato che autorizzerà l'uso dei suoi missili anche sul territorio russo, sperando di fare da apripista per il resto della Nato. Perché, a parte Starmer e pochi altri, l'Occidente continua a dormire e a non vedere la minaccia russa.

Dopo che, venerdì, al vertice fra il presidente USA Joe Biden e il primo ministro britannico Keir Starmer, gli americani hanno ribadito il divieto all’uso ucraino di missili occidentali nell’entroterra russo, la Gran Bretagna potrebbe tentare da sola un suo via libera, sperando forse di fare da apripista.
Ieri il Sunday Times ha rivelato che ben cinque ex-ministri della Difesa inglesi, più l’ex-premier Boris Johnson, stanno facendo “pressione” su Starmer affinché consenta il libero impiego dei missili da crociera Storm Shadow consegnati all’Ucraina.
Come noto, l’America e altri alleati, come l’Italia, non intendono alimentare una pericolosa escalation con Mosca, perciò condizionano le consegne di missili all’impegno ucraino a non usarli in profondità su territorio russo. Di parere diverso sono gli ex-capi della Difesa di Londra Grant Shapps, Ben Wallace, Gavin Williamson, Penny Mordaunt e Liam Fox, oltre a “Bojo”. Secondo loro «ogni ulteriore ritardo renderebbe più baldanzoso il presidente russo Vladimir Putin». Wallace ha aggiunto che questo «fallimento ci renderebbe compiacenti del Cremlino», usando la parola “appeasers” che evoca l’appeasement degli inglesi nel 1938 nei confronti di Hitler, equivoco che non evitò, un anno dopo, lo scoppio della guerra. Williamson grida a un «inadempimento del dovere», mentre per Johnson «non esistono motivi plausibili per un ritardo».
I missili che Londra ha dato a Kiev sono gli Storm Shadow, chiamati SCALP in Francia, costruiti dal consorzio europeo MBDA.
Ordigno da crociera lungo 5 metri e del peso di 1300 kg, viene lanciato in volo da aerei.
Ha un raggio d’azione di 550 km, ma gli ucraini possono solo usarlo sulla fascia del fronte o sulla Crimea, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ne consentirebbe un uso limitato solo su alcune basi da cui partono attacchi all’Ucraina. Il presidente ucraino Volodymir Zelensky chiede però di usare questo e altri ordigni occidentali senza remore, dato che i droni di fabbricazione ucraina sono poco efficaci. Per influire sul conflitto, lo Storm Shadow/SCALP, che Kiev ha ricevuto da Gran Bretagna, Francia e Italia, dovrebbe essere lanciato in centinaia di esemplari, ma ognuno di essi costa 2,5 milioni di dollari. L’Italia ha più volte ripetuto che non darà il permesso per gli Storm Shadow da lei forniti. Un altro missile simile, il Taurus tedesco con gittata di 500 km, non è stato nemmeno fornito all’Ucraina poiché Berlino, per scrupoli derivanti dal passato nazista, non vuole dare armi offensive a lungo raggio. Il cancelliere Olaf Scholz ha ribadito il rifiuto in un comizio a Prenzlau, nel Brandeburgo, paventando «un grande rischio di escalation».
Ieri, un aereo russo ha sganciato una bomba su un condominio di Kharkiv, ferendo 33 persone e Zelensky ha colto l’occasione per chiedere di nuovo, in un post, «armi a lungo raggio per distruggere l’aviazione russa e le sue basi». Frattanto, missili russi su Odessa hanno ucciso due persone e un altro ucraino è morto per un cannoneggiamento su Pokrovsk, la città del Donbass su cui avanzano le truppe russe, giunte ormai «a meno di 10 km dalla città», stando a fonti locali. Se cade Pokrovsk, snodo logistico per l'esercito ucraino, parte del fronte orientale può frantumarsi. Mosca ha inoltre rivendicato la distruzione, nelle scorse ore, di «un treno ucraino carico di armi e munizioni straniere e un magazzino di missili» e la riconquista di Borki, ennesimo villaggio della regione di Kursk da cui la controffensiva russa ha respinto i soldati di Kiev penetrati oltre confine.

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