Netanyahu minaccia i terroristi filo-iraniani Analisi di David Zebuloni
Testata: Libero Data: 16 settembre 2024 Pagina: 12 Autore: David Zebuloni Titolo: «Israele nel mirino: Hezbollah spara, razzo dallo Yemen»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/09/2024, a pag. 12 con il titolo "Israele nel mirino: Hezbollah spara, razzo dallo Yemen" l'intervista di David Zebuloni a Ehud Yaari.
David Zebuloni
A meno di un mese dall’anniversario del 7 ottobre, data in cui i terroristi di Hamas hanno invaso il sud di Israele per commettere un vero e proprio pogrom, la tensione in Medio Oriente pare alle stelle. Dopo innumerevoli attacchi missilistici di Hezbollah sulle alture del Golan e con decine di migliaia di sfollati israeliani che non possono tornare nelle loro case a causa dell’offensiva terroristica, la scorsa notte Benjamin Netanyahu ha dato il via libera per un’operazione militare in Libano. Non prima di aver subito l’ennesima aggressione: 55 missili lanciati su Tiberiade.
Così, secondo fonti libanesi, lo Stato ebraico ha bombardato due villaggi a circa 150 e 80 km dal confine. Secondo fonti saudite, invece, i due obiettivi in questione sono stati attaccati insieme ad altre nove località diverse, tutte nel giro di un’ora. L’Idf ha confermato di aver colpito i depositi militari di Hezbollah, sia nella valle della Bekaa che nel distretto di Baalbek. «La situazione non può continuare così», ha dichiarato il premier israeliano, facendo poi intendere di essere pronto ad ampliare il conflitto così da neutralizzare Hezbollah. «Dobbiamo ridefinire gli equilibri al confine, per permettere ai nostri cittadini di tornare a vivere nelle loro case. Ciò non sarà possibile senza un intervento militare di larga scala», ha aggiunto. La riunione di gabinetto volta a discutere la faccenda, tuttavia, è stata rimandata a lunedì prossimo.
Secondo alcuni esperti coinvolti nella mediazione tra i due Paesi, l’eventualità di trovare una soluzione diplomatica al conflitto nel nord è quasi inesistente. «Quali sono le probabilità che Nasrallah accetti di rinunciare alla propria offensiva armata? È un sogno utopico che non si realizzerà mai», hanno spiegato. Nonostante ciò, entrambi gli armamenti sembrano indugiare. Giocano a braccio di ferro e a nascondino contemporaneamente.
Colpiscono in modo tale da tenere acceso il conflitto, ma non da far scoppiare una vera e propria guerra. Diversa è la situazione a sud, a Gaza, dove la guerra contro il terrorismo continua imperterrita.
Il portavoce dell’Idf ha informato ieri che gli aerei da combattimento dell’aeronautica militare israeliana hanno attaccato in modo mirato, e sotto la guida dell’intelligence dello Shin Bet, un complesso di comando e controllo dell’organizzazione terroristica. Hamas si era insediato nell’edificio precedentemente utilizzato come scuola, rendendolo una vera e propria base militare a fini bellici. Il complesso è stato utilizzato dai terroristi come luogo in cui nascondersi e prepararsi al fuoco dell'IDF, per poi rispondere al fuoco in modo indisturbato, sotto copertura, fingendo di rifugiarsi in un innocuo luogo di studio.
«Prima dell'attacco, sono state adottate molte misure per ridurre la possibilità di danneggiare i civili, compreso l'uso di armi di precisione, osservazioni aeree e ulteriori informazioni di intelligence», ha precisato il portavoce per poi concludere: «Hamas viola sistematicamente il diritto internazionale, sfruttando brutalmente le istituzioni civili e la popolazione come scudi umani per i loro fini terroristici. L’Idf continuerà ad agire con forza e determinazione contro tutte le organizzazioni terroristiche che minacciano la sua esi stenza».
Intanto, mentre il conflitto si fa sempre più duro, tre ostaggi israeliani sono stati dichiarati morti ieri mattina: Ron Sherman, 19 anni.
Nik Beizer, 19 anni. Elia Toledano, 28 anni.
Oltre a loro, altri 97 ostaggi innocenti sono tenuti ancora in cattività, nei tunnel dei terrore di Hamas a Gaza. Il loro rilascio incondizionato, probabilmente, definirebbe la fine della guerra.
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