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Hamas brinda alla spaccatura di Israele ma resterà con tanto di naso L'ultima predica di Francesca Albanese (relatrice speciale dell'ONU per i Territori): "Rilasciare subito tutti gli ostaggi, gli israeliani e i palestinesi". Ostaggi palestinesi? Chi? I terroristi incarcerati? La Albanese è troppo anti-israele per restare al suo posto. L'ONU, se serve ancora a qualcosa, la deve licenziare. Apro il giornale e vedo un titolo: ”Francesca Albanese: rilasciare subito tutti gli ostaggi, gli israeliani e i palestinesi.” Allora mi chiedo se sto sognando io o se la rappresentante per i diritti dei palestinesi all’ONU fa il suo solito sporco gioco antisemita per scompigliare le carte. Quali sarebbero gli ostaggi palestinesi? I terroristi? I tagliagole? Gli stupratori? Quelli che hanno messo dei neonati nei microonde? Quelli che hanno tagliato la gola a dei bambini davanti alla nonna legata che è morta di infarto? Questi sarebbero gli ostaggi palestinesi, Albanese? Conoscendola è evidente che è proprio ciò che intendeva. Per lei i terroristi sono delle brave persone che devono essere liberate subito insieme ai bambini, alle giovani donne stuprate dalle belve. Le belve assassine dovrebbero essere liberate dunque insieme ai nonni e alle nonne, a tutti gli israeliani rapiti il 7 ottobre e tenuti per 11 mesi incatenati nei tunnel. Se ancora vivi. Sono state raccolte quasi 5000 firme per chiedere il licenziamento di questa persona che ha l’odio che le sprizza da tutti i pori ma è ancora là. È ancora al suo posto, sempre pronta e sputare veleno. Nel frattempo è finito lo sciopero generale in Israele, quello sciopero che, nelle menti mentecatte di Hamas, avrebbe dovuto dividere il paese per sempre. Beh, non è successo. C’è stato lo sciopero e ne faranno altri, perché la disperazione di Israele è tanta, è enorme e insopportabile. Ma le centinaia di migliaia di persone che erano in piazza avevano solo una cosa in mano: la bandiera di Israele. Era un oceano di bandiere bianco azzurre, si sentivano urlati i nomi dei nostri prigionieri nei tunnel delle bestie immonde, qualcuno urlava anche contro Netanyahu ma se penso come finiscono le manifestazioni di protesta in Europa, compresa l’Italia, sono sempre più orgogliosa dei miei israeliani. Cosa vuole da noi il nostro nemico giurato? Niente che Israele possa accettare. Cosa vuole questo movimento terrorista che si chiama Palestinismo? La distruzione di Israele. Hamas, Iran, Hezbollah vogliono soltanto che cessi di esistere lo stato sovrano di Israele e farci dimenticare la possibilità di vivere liberi e uguali nella nostra Terra, così il nostro Inno nazionale , Hatikvà. Quelli che si fanno chiamare palestinesi hanno invaso Israele per ammazzare, ridendo come tante iene, più ebrei possibile, per rapire 300 innocenti e tenerli incatenati nei tunnel, ammazzando ogni tanto qualcuno perché Zahal trovasse i corpi e gli israeliani urlassero di dolore ad ogni morto riportato a casa. Gli esecutori del palestinismo genocida sono le belve di Hamas che guardano alla devastazione di Gaza con indifferenza. Cosa interessa loro dei loro morti? Meno di niente. Lo dicono i loro capi, lo ripete senza sosta quel mostro di Sinwar, più morti e più odio per Israele. Una vittoria per Hamas, è quello che cerca, è quello che ha voluto il 7 Ottobre, provocare la reazione israeliana al pogrom e far sollevare il mondo contro gli ebrei. È successo tutto come avevano programmato. La cosa tragica è che il mondo civile accetta di trattare con le belve, permette loro, a quei barbari, di porre condizioni. Capite? Loro, gli assassini, i tagliagole, loro mettono condizioni e se Israele non può accettarle, giustiziano qualche prigioniero. Nessuno fa niente contro Hamas e i suoi sostenitori, anzi l’ONU continua a mandare soldi e i nostri ostaggi sono la polizza assicurativa per continuare la guerra dei missili contro Israele fino alla sua fine. Questo è quello che vogliono. Se Hamas rilasciasse gli ostaggi e si arrendesse la guerra finirebbe immediatamente ma anche questo è solo un sogno perché comunque l’ideologia palestinista, che ha conquistato il mondo intero, sarebbe sempre viva per arrivare all’unico desiderio: L’eliminazione dello stato sovrano di Israele. Impazzisco se penso come sia stato possibile che della gente inventata nel 1964 da un furbissimo terrorista, Arafat, e il KGB, il servizio segreto dell’URSS, abbia avuto tanti soldi e tanto potere da arrivare a convincere tutti gli antisemiti del mondo che Israele non ha diritto di esistere e allora, distruggiamolo! Gli ebrei? Ammazziamoli, più semplice di così. Due parole sui media italiani. Credo sia ora di finirla di titolare sempre contro Netanyahu e Israele, la guerra l’ha incominciata HAMAS, lo capite? Si possono contare sulle dita di una mano i giornali che parlano di Hamas come belve immonde, tipo LIBERO sempre in prima fila con Daniele Capezzone, con il suo ultimo editoriale. Nei salotti televisivi (Rete 4), purtroppo, ogni volta che invitano giornalisti di sinistra, tanto per fare un paio di nomi, Luca Sommi del Fatto Quotidiano o Matteo Pucciarelli di Repubblica, esordiscono con “Netanyahu è un criminale di guerra”. Questi due sono nemici di Israele e ammiratori dei nostri nemici, legittimo dal loro punto di vita di “sinistri”, ma mi chiedo se sia lecito che dei giornalisti di una democrazia come l’Italia possano dare del criminale al Primo ministro di un’altra democrazia che difende i propri cittadini da belve assetate di sangue. Mentre scrivo si stanno svolgendo i funerali di uno dei nostri ragazzi ammazzati da Hamas, Hersh Goldeberg. Era presente il presidente Herzog che, in lacrime ha chiesto perdono, uno strazio per tutti, soprattutto quando le migliaia di presenti hanno intonato il canto ebraico Avinu Malkeinu, una preghiera che si recita per Yom Kippur. Tutte queste migliaia di persone che insieme cantano stringendosi l’una all’altra e tutte alla famiglia di Hersh e al presidente Herzog, sono la dimostrazione che Israele, nonostante tutto, è più unito che mai. Uno alla volta verranno sepolti tutti e sei i nostri morti, benedetti dalle lacrime del popolo di Israele e da tutte le persone per bene.
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