Nei sinistri tunnel di Hamas l’esercito israeliano ha scoperto i corpi di sei ostaggi e li ha appena riportati in Israele. Secondo i primi accertamenti, i loro carcerieri li hanno brutalmente assassinati prima di fuggire mentre stavano arrivando i soldati israeliani. Si tratta di due donne e di quattro uomini di età compresa tra i 23 e i 40 anni. Due di questi ultimi hanno doppia cittadinanza: uno è israelo-americano e l’altro è israelo-russo. Il loro tragico destino non ha fatto esitare il branco di nemici dello Stato ebraico, che non ha perso un attimo a far sentire il suo odio.
La colpa è dell'intransigenza del governo sionista, gridano alcuni. Cosa sono queste morti di fronte al massacro di palestinesi innocenti a Gaza, protestano altri. Per non parlare di chi insinua che in realtà siano stati i bombardamenti israeliani a causare queste vittime. Purtroppo, scommettiamo che ben poche voci si leveranno per condannare l'organizzazione terroristica che ha appena assassinato questi sei sfortunati che aveva rapito durante l'attentato del 7 ottobre con l'obiettivo di usarli come ostaggi ma anche come scudi umani: secondo quanto riferito dalla stampa araba, Sinwar sarebbe circondato dai venti ai trenta prigionieri che così lo proteggerebbero da un possibile attacco israeliano.
Oggi la stampa francese si accontenta di riportare i fatti senza commentarli. Non una parola sul lungo calvario di questi uomini – e di queste donne! – brutalmente strappati all’affetto dei loro cari e detenuti in condizioni disumane per lunghi mesi, privati di cure, picchiati, affamati e che hanno subito violenza sessuale. Violazioni delle leggi di guerra e dei diritti umani abbondantemente documentate. Non da parte dei rappresentanti della Croce Rossa che non sono mai stati autorizzati a visitare gli ostaggi e che non hanno neppure sollevato una minima protesta. Ma dalle storie terribili degli ostaggiche hanno ritrovato la libertà e in particolare dalla testimonianza di Kaid Farhan Alkadi, questo beduino israeliano liberato di recente dall'esercito.
Le Nazioni Unite sono chiuse nel loro consueto mutismo: non si parlerà di questo rifiuto di una visita della Croce Rossa, non si parlerà della violenza contro le donne e soprattutto dell'assassinio degli ostaggi. Non verranno evocati i morti viventi ancora sepolti nei tunnel. Non si può certopuntare il dito contro coloro che Guterres ama considerare valorosi combattenti per la liberazione della Palestina. I leader europei non hanno ancora reagito. Aspettiamo di vedere se Josef Borrel, che guiderà la diplomazia dell'Unione Europea fino alla fine dell'anno, interromperà per un momento i suoi sforzi per condannare due ministri israeliani di estrema destra, per fustigareHamas. Monsieur Mélenchon non dice nulla. È l’occasione perringraziare il Presidente americano Joe Biden, che nel pieno della campagna elettorale e a rischio di scontentare l’ala filo-palestinese del Partito Democratico, non ha esitato a fare la seguente dichiarazione: “ I leader di Hamas pagheranno per questi crimini. E noi continueremo a lavorare 24 ore su 24 per raggiungere un accordo che garantisca il rilascio degli altri ostaggi.”