Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Testata: Corriere della Sera Data: 23 giugno 2002 Pagina: 1 Autore: Guido Olimpio Titolo: «Israele: «Pronti a governare i Territori»»
Israele: «Pronti a governare i Territori»
Annunciata nuova offensiva contro il terrorismo: «Una azione decisiva e schiacciante» di Guido Olimpio
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME - Israele è pronto ad assumere l’amministrazione civile dei territori palestinesi. Un passo che equivarrebbe ad un’annessione di fatto Forse Olimpio dovrebbe comprarsi un dizionario e controllare il significato della parola "annessione" delle zone fino ad oggi sotto il parziale controllo di Yasser Arafat. Sotto il quasi totale controllo di Arafat. E i risultati di tale controllo si sono visti. Lo ha affermato senza troppo giri di parole Amos Yaron, direttore del ministero della Difesa, annunciando nuove pesanti rappresaglie agli attentati.
MINACCIA - «Dovremo agire in maniera molto più massiccia. Se ciò implica un nostro ingresso nei Territori (in realtà è già avvenuto, ndr. ) e una nostra permanenza per un lungo periodo allora dovremmo considerare questa possibilità. L’esercito sta preparando una risposta decisiva e schiacciante», ha dichiarato Yaron. Azioni che rientrano nella nuova dottrina in base alla quale Israele reagirà ad ogni attentato confiscando una porzione di territorio palestinese. Visto che adesso si è comprato il dizionario, controlli anche il significato della parola "confiscare", per favore. E in omaggio a questo principio tank e soldati hanno rioccupato sei città arabe, imponendo il coprifuoco ed eseguendo arresti di massa.
CONTROLLO - Ma insieme ai movimenti di truppe c’è chi ha pensato anche a riprendersi quanto concesso ai palestinesi dagli accordi di Oslo. Mentre i poveri palestinesi, sempre sfigati, non possono riprendersi niente visto che niente avevano concesso. E l’ipotesi di un controllo prolungato della Cisgiordania è stata al centro delle discussioni di governo all’indomani delle due stragi di Gerusalemme. A favore il premier con tutta la destra, contrari i laburisti e alcuni settori delle forze armate.
DIBATTITO - «Rioccupiamo i Territori», ha suggerito il consigliere militare di Sharon, Moshe Kaplanski. «Certo, così domani ci chiederanno di provvedere a cibo, fogne e educazione», ha replicato il coordinatore per i Territori Amos Gilad. Ma Sharon, sempre più fedele alla sua immagine di politico «bulldozer», e chi mai gliel'avrà fabbricata questa immagine? ha tranquillizzato i collaboratori: «Non vi preoccupate. Noi dobbiamo stare lì con i nostri soldati e vedrete che saranno i palestinesi ad occuparsi degli aspetti civili». «Ma quale è il punto? Noi siamo già lì» ha osservato il comandante del settore centrale. «Questo non conta - ha ribattuto Sharon -. Quello che importa è l’annuncio». Un dibattito che però appare superato dalla decisione di ieri, con la disponibilità di Israele a farsi carico delle questioni civili.
DUBBI - Ai dubbi politici si aggiungono quelli militari. Gli esperti non sono sicuri che l’esercito possa controllare con efficacia la Cisgiordania. La ripresa degli attentati kamikaze ha dimostrato che la presenza dei soldati riduce il pericolo ma non lo neutralizza. Olimpio, come spesso gli accade, fa un po' di confusione: finché i soldati sono stati lì si sono avuti due attentati in un mese; è stato quando si sono ritirati che sono ripresi in modo massiccio. Le truppe potrebbero essere oggetto di attacchi e operando all’interno delle città avrebbero serie difficoltà nel distinguere il militante dal civile: i palestinesi invece sono molto più bravi a distinguere, e riescono sempre a colpire gli obiettivi designati, ossia i civili la strage di bambini a Jenin e Gaza ne costituisce la tragica conferma. Inoltre i comandi potrebbero essere costretti a nuovi richiami di riservisti, un’opzione che la Difesa vuole tenere per i casi di emergenza.
GENERALE - Ma in questa fase Sharon non sembra preoccuparsi di certi risvolti. Più che un primo ministro sembra un generale. Non presiede riunioni di governo, ma Gabinetti di guerra. Olimpio, ma siamo in guerra! Non se n'era accorto? Ad ogni attentato fa seguire un vertice d’emergenza. Non dovrebbe? Sarebbe meglio se si prendesse la barca e andasse a pescare? La gente trattiene il fiato in attesa di sapere quale «dura risposta» deciderà. Da oltre un anno va avanti così e da oltre un anno non è riuscito a garantire quello che aveva promesso ai suoi elettori: la sicurezza. Perché da un anno e mezzo il mondo intero regolarmente si mobilita per fermarlo prima che abbia raggiunto l'obiettivo, ma questo Olimpio finge di non saperlo.
GLI USA - Il premier si consola con il consenso americano. Bush gli riconosce il diritto all’autodifesa Non solo Bush, caro Olimpio: qualunque persona con un cervello che funziona riconosce a Sharon, come a qualunque altro essere umano, il diritto all'autodifesa! e continua a rinviare l’annuncio della nuova iniziativa per il Medio Oriente. Un ritardo causato dalle bombe che insanguinano Israele e dalle liti nell’amministrazione. Con i falchi - il vice presidente Cheney e il segretario alla Difesa Rumsfeld - contrari a «premiare» i palestinesi con uno Stato sia pure «temporaneo». E le colombe - il segretario di Stato Colin Powell - che chiedono un orizzonte politico, unica carta in grado forse di convincere i palestinesi a fermare le violenze. Resta, come sempre, da spiegare come mai proprio nel momento in cui avevano non un semplice orizzonte politico ma lo stato di Palestina in mano, i palestinesi abbiano scelto di scatenare la violenza. Resta da spiegare perché mai qualcuno sia convinto che proprio ciò che due anni fa ha dato il via alla guerra, adesso dovrebbe compiere il miracolo di fermarla. Indiscrezioni dicono che Bush avrebbe ritoccato il suo discorso, riducendolo a termini vaghi, assolutamente accettabili da Sharon.
GOLAN - Senza la pressione dello «zio americano» - che paga le spese militari di Israele - il premier si sente libero di agire. Al punto da autorizzare l’arrivo di nuovi coloni sulle alture del Golan, territorio siriano occupato nella guerra del 1973. A noi risulta che sarà fra la Samaria e la valle del Giordano, in territorio israeliano. Centinaia di famiglie avrebbero acquistato terreni edificabili con il consenso delle autorità.
ARRESTO - E’ stato arrestato un colono responsabile dell’omicidio di un palestinese vicino a Nablus. L’estremista israeliano aveva voluto vendicare l’uccisione di altri 5 coloni massacrati dai terroristi giovedì notte a Itamar. Vede? Arrestare gli assassini si può, se solo lo si vuole!
Sabato 22 giugno 2002 Fuoco sul mercato di Jenin, uccisi tre bambini
L’esercito: «C’era il coprifuoco, è stato un errore». Altri due adolescenti palestinesi morti nei territori di Guido Olimpio
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME - Uccidono i bambini. Giovedì notte i terroristi palestinesi ne hanno ammazzati tre insieme alla madre in un insediamento. Ieri gli israeliani ne hanno uccisi cinque. Se Olimpio ci volesse dire che i bambini uccisi sono tutti uguali, non potremmo che essere d'accordo; ma qui ci sta dicendo che gli uccisori sono uguali: chi uccide per un errore (di cui ci occuperemo più avanti) e chi uccide intenzionalmente, a sangue freddo un bambino guardandolo negli occhi. Altri 5 palestinesi adulti hanno fatto la stessa fine. Un venerdì di sangue segnato da rappresaglie israeliane, scorrerie dei coloni, tentativi di attentato e da nuovi sviluppi strategici. Il Gabinetto di sicurezza riunito sotto la direzione del premier Ariel Sharon ha deciso la rioccupazione di tutte le città palestinesi. Entro lunedì le principali località saranno sotto il pieno controllo israeliano. Ed è durante una di queste mini-invasioni che è avvenuto l’episodio più grave. A Jenin, città già teatro di duri combattimenti durante l’offensiva di primavera. Decine di civili si sono radunati nei pressi del mercato convinti che l’esercito avesse tolto il coprifuoco. Ma non era così. Se fossimo giornalisti e dovessimo riferire su questo episodio, ci verrebbe sicuramente da porci alcune domande, che Olimpio invece sembra non porsi affatto: come mai questi civili hanno creduto che l'esercito avesse tolto il coprifuoco? Chi glielo ha fatto credere? E PERCHE'? Un tank ha preso posizione ed ha aperto il fuoco con il cannone e la mitragliatrice. Un tiro micidiale che ha ucciso due fratellini di 6 e 12 anni. Pochi istanti dopo nuova raffica: colpiti a morte un uomo e la figlia di 7 anni. Diverse persone sono rimaste ferite. L’esercito ha ammesso «l’errore», le virgolette intendono suggerire che in realtà non sarebbe affatto un errore e l'esercito avrebbe ucciso quei civili intenzionalmente? ma ha contato solo tre «vittime accidentali», le virgolette intendono suggerire che le vttime non sarebero affatto accidentali? promettendo la solita inchiesta. Poiché il signor Olimpio sembra parecchio disinformato sulla realtà israeliana, desideriamo informarlo che in Israele le inchieste SI FANNO, e se accertano responsabilità LO RIVELANO, e se le responsabilità sono gravi, i responsabili NE PAGANO LE CONSEGUENZE. In compenso, visto che Olimpio è molto più interessato alla controparte, sulla quale sarà certamente molto ben informato, potrebbe ricambiarci il favore informandoci sulle inchieste svolte dai palestinesi nei casi in cui si verifichino "errori" che provochino "vittime accidentali": su queste dobbiamo confessare di non avere molte notizie. Qualche ora prima a Jenin un altro episodio drammatico. I soldati hanno fatto saltare la casa di un sospetto, Falso: hanno fatto saltare un edificio adibito a fabbrica di ordigni esplosivi ma la deflagrazione ha provocato il crollo di un edificio adiacente: deceduto un tredicenne. Aveva invece solo 8 anni un bimbo palestinese raggiunto dai proiettili israeliani davanti alla sua casa nella Striscia di Gaza. Chi, che cosa, come, dove, quando, perché: le dice qualcosa, Olimpio? Qui mancano parecchi pezzi. Sempre nella zona, nelle prime ore della mattina, sono stati uccisi tre palestinesi. Un militante che aveva lanciato una granata è stato falciato dai soldati. Ma le fucilate hanno raggiunto anche due incolpevoli operai palestinesi. Secondo le consuete regole dello pseudogiornalismo praticato quando si parla di Medio Oriente, PRIMA si dice che è stato ucciso un palestinese, POI si spiega che il suddetto stava compiendo un attentato. Vittime innocenti come i tre bambini israeliani freddati, nella serata di giovedì, nell’insediamento di Itamar, vicino a Nablus. Il solito mettere tutto nello stesso calderone, per poter poi parlare di "cicli", di "spirali" ecc. Con loro è stata uccisa la mamma ed un addetto alla sicurezza. Protagonista un terrorista del Fronte popolare che è riuscito a penetrare nella colonia e a barricarsi nella casa delle vittime. Un eccidio conclusosi con l’intervento delle teste di cuoio che hanno trovato il capofamiglia in stato di choc abbracciato ai corpi dei suoi figli. Ieri, in un’atmosfera struggente, si sono svolti i funerali dei piccoli e della madre. Terminato il rito religioso, un gruppo di coloni ha deciso di vendicarsi assaltando il vicino villaggio di Hawara. Un palestinese di 22 anni è stato assassinato, e se, per una volta, gli israeliani non "muoiono" ma "vengono uccisi", allora i palestinesi vengono "assassinati" una casa e tre auto date alle fiamme. Scorrerie che potrebbero ripetersi e venire incoraggiate dalla tolleranza mostrata dalle autorità. Ieri un tribunale israeliano ha deciso di confinare agli arresti domiciliari un colono ultrà, accusato di voler compiere una strage di arabi con un’autobomba. Un verdetto che non deve sorprendere visto il livello dello scontro in atto, no, Olimpio: non è per questo che il verdetto non deve sorprendere, bensì perché Israele è una democrazia e, checché lei ne dica, non ha cittadini di serie A e di serie B. Non solo i terroristi vengono fermati - e per davvero, non per finta - ma anche i potenziali terroristi. Anche se sono israeliani. dove i palestinesi gioiscono per i kamikaze che si fanno saltare sui bus e gli israeliani pensano che la risposta militare sia per ora la sola praticabile. I Guidi Olimpi hanno soluzioni alternative che funzionino meglio? In calo un’altra volta nei sondaggi, Sharon ha dato via libera alla nuova operazione militare. Sei città palestinesi sono state rioccupate - i blindati sono entrati a Nablus ed Hebron - e lo rimarrano finché Israele lo riterrà necessario. Sospesa per ora l’espulsione dei dirigenti palestinesi. La destra, ovviamente, ha approvato la rappresaglia, mentre i laboristi, contrari, hanno chiesto interventi limitati. Alcuni osservatori si sono fatti interpreti dei dubbi dei militari sulla gestione delle zone occupate: se la permanenza sarà lunga, l’esercito dovrà farsi carico delle necessità della popolazione. Di cui Arafat, comunque, non è mai stato capace di farsi carico, visto che dalla nascita dell'Anp le sue condizioni non hanno fatto che peggiorare. Problema che non esiste per Effi Eitan, ex ufficiale passato alla politica nelle file dell’ultradestra e membro del governo. L’offensiva fa parte di un piano che porterà all’annessione della Cisgiordania - ha sostenuto -. Ai palestinesi dovrebbe rimanere la Striscia di Gaza dove Israele espellerebbe Arafat, i suoi collaboratori e tutti gli «indesiderabili», a cominciare dalle famiglie dei kamikaze. Eitan sostiene di averne parlato con Sharon, ma dall’ufficio del premier è giunta una smentita. Il piano di una consistente parte di palestinesi e di arabi dovrebbe portare all'annessione dell'intero Israele e all'espulsione di tutti gli ebrei: come mai non si parla mai di questo ma dell'opinione personale di un unico israeliano?
Venerdì 21 giugno 2002 Attacco ai coloni: distrutta famiglia israeliana
Perquisizioni e arresti nelle principali città palestinesi. Tornano i tank davanti alla Chiesa della Natività di Guido Olimpio
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME - Neppure la rappresaglia israeliana con i carri armati che invadono la gran parte dei territori palestinesi e un appello di Arafat riescono a fermare il terrore. Naturalmente, fino a quando Arafat continuerà a condannare il terrore in inglese e a incitarlo in arabo, come ben sa chiunque abbia voglia di saperlo. Due estremisti si sono infiltrati nell’insediamento di Itamar e hanno ucciso 5 membri di una famiglia, tra cui tre bimbi. I terroristi sono stati poi abbattuti dai soldati che hanno dato l’assalto alla casa dove si erano asserragliati con alcuni ostaggi. Informato della strage, il premier Sharon si è incontrato con il ministro della Difesa Ben Eliezer per decidere una risposta immediata.
SFIDA - I miliziani palestinesi - forse membri del Fronte popolare - hanno atteso il buio per attaccare Itamar. Hanno superato le sentinelle e hanno aperto il fuoco sui civili israeliani. Poi si sono chiusi in una abitazione dove si trovavano padre, madre e sette figli. Sotto il tiro dei terrorista sono cadute 5 persone Il solito strano lessico del Medio Oriente: i terroristi palestinesi "vengono abbattuti", i civili israeliani "cadono" e altre otto sono rimaste ferite in modo grave. L’incursione si è chiusa con il blitz delle teste di cuoio. L’attacco ha rappresentato una chiara sfida in quanto si è svolto mentre l’esercito aveva assunto il controllo di Nablus, la città considerata uno dei bastioni dell’estremismo. Del terrorismo, Olimpio, del terrorismo! Inoltre fin dal mattino le autorità avevano decretato l’allarme generale per le colonie della Cisgiordania dichiarandole «zona militare». C’erano infatti informazioni precise su possibili attacchi. Itamar, una colonia tra le più militanti, militanti come i militanti palestinesi? Si travestono da arabi e vanno a fare a pezzi i corpi dei bambini palestinesi? è già stata teatro di un attentato alla fine di maggio quando tre quattordicenni sono stati falciati a colpi di mitra.
RISERVISTI - Proprio nel tentativo di prevenire nuovi atti di violenza di terrorismo e punire i palestinesi per le stragi di Gerusalemme, l’esercito ha rioccupato ieri Kalkylia, Jenin, Tulkarem, Bitounia e Betlemme, dove i tank si sono schierati davanti alla Chiesa della Natività. I soldati hanno distrutto presunti covi di terroristi presunti?? e compiuto decine di arresti. Per fronteggiare l’emergenza l’esercito ha disposto il richiamo d’urgenza di un numero limitato di riservisti.
REAZIONE - Una risposta eccezionale all’ondata di attacchi che ha provocato 25 morti. Le bombe hanno falciato una nonna e la nipotina di 5 anni. Sul bus è morto dilaniato un altro nonno che aveva adottato due bambine rimaste orfane dopo un attentato. Storie che riempiono d’angoscia i cittadini e fanno salire la voglia di vendetta che porta altre vittime. Cioè le vittime sono tutte uguali? La bambina di 5 anni e il terrorista? Come la donna palestinese incinta uccisa a Kalkylia. Altri giornali hanno scritto che "fonti palestinesi parlano di una donna palestinese incinta uccisa": supponiamo che ciò significhi che di questa notizia non sono giunte conferme. E’ rimasta coinvolta in una sparatoria tra soldati e militanti. Col verbo all'indicativo, essendo notizia di fonte palestinese, mentre i covi di terroristi, essendo di fonte israeliana, sono "presunti".
SOCIETA’ - In un articolo apparso sul quotidiano Maariv il direttore ha usato termini rabbiosi che tradiscono tanto la furia Non il dolore? Non lo sgomento? Non l'angoscia? Non l'impossibilità di comprendere individui che vivono all'unico scopo di uccidere? Olimpio non riesce a sentire tutto questo nelle parole del direttore di Maariv? che l’impotenza: «Che razza di esseri umani siete, voi palestinesi, che sostenete e festeggiate gli attacchi kamikaze? Voi siete una società suicida, pazza d’odio... Una società suicida che vuole abbracciarci per poi farsi esplodere insieme a noi».
OPERAZIONI - In questo clima è facile far passare qualsiasi iniziativa militare, nessuno sta tentando di "far passare qualsiasi iniziativa militare": l'unica cosa che si sta tentando è di sopravvivere: per Olimpio è una pretesa troppo azzardata? anche se in molti sanno che non potrà essere risolutiva. La seconda guerra mondiale E' STATA risolutiva. Sa perché, Olimpio? Perché nessuno ha tentato di fermare gli alleati, nessun pacifista è andato a fare da scudo umano ai nazisti, nessun politicante ha preteso che le democrazie cercassero un dialogo col nazismo, nessuna accozzaglia di nazioni è andata a dire ai governi alleati con chi dovessero trattare. E perché la guerra contro il terrore nazista è stata combattuta fino in fondo. Israele manterrà il controllo delle zone «fintanto che lo riterrà necessario». Per il premier Ariel Sharon la rioccupazione dei territori proseguirà fino a che continuerà la violenza. Copiando Bush ha denunciato «l’asse del male formato da Autorità palestinese, Iran, Iraq, Siria e Osama Bin Laden». Caro Olimpio, le riveleremo un segreto: il terrorismo in Israele è cominciato un pochino prima che in America, e francamente non crediamo che gli israeliani abbiano bisogno di copiare qualcuno. Quanto a Iran, Irak, Siria e Bin Laden, a lei non risulta che abbiano qualcosa a che fare col terrorismo? Più cauto, il ministro della Difesa Beniamin Ben Eliezer. Pressato dal suo partito (laburisti) che spera di non chiudere la porta della diplomazia, si è espresso per azioni limitate. Interpretazioni differenti che hanno provocato uno scontro all’interno del governo. Beh, in democrazia queste cose capitano. Da altre parti lì intorno un po' meno.
DUBBI - Un altro che non sa cosa fare è Yasser Arafat. Neppure in un momento così drammatico, il raìs riesce a mantenere una linea coerente. Dopo aver sollecitato con un comunicato i gruppi palestinesi a cessare gli attacchi contro i civili israeliani «perché possono provocare una totale occupazione», ha annunciato un discorso in tv. Un’apparizione pubblica per rafforzare l’appello. Ma l’intervento è stato annullato «per motivi tecnici». In alternativa la radio palestinese ha rilanciato, ogni ora, il comunicato diffuso nella notte.
MINACCIA - E’ probabile che Arafat abbia rinunciato perché conscio della popolarità che hanno oggi tra i suoi gli attacchi suicidi. E come potrebbe non esserne conscio, visto che è stato lui a promuoverli per anni? I portavoce di Hamas e Jihad hanno infatti replicato all’appello con un secco no: «Abbiamo una sola arma nelle nostre mani e se tutti ce la vogliono togliere significa che è efficace».
CONTATTI - Gli attentati hanno spinto il presidente Bush a rinviare - pare a lunedì - l’atteso discorso sul Medio Oriente. Ieri il capo della Casa Bianca ha avuto un consulto telefonico con Sharon e ha invitato, per la centesima volta, Arafat a fare di più per fermare gli estremisti. E non si accorge di quanto sia diventata grottesca la cosa?
Domenica 23 giugno 2002 Ancora un'intervista in ginocchio
Ma il popolo palestinese non accetterà il sopruso
di Guido Olimpio
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME - Ghassan Khattib è uno dei volti nuovi del governo palestinese. Yasser Arafat gli ha affidato il dicastero del Lavoro. Un compito difficile per una regione sconvolta dalla guerra, con migliaia di disoccupati e i Territori invasi. Come responsabile di un centro studi e ricerche, basato a Gerusalemme Est, Khattib ha potuto studiare da vicino la realtà palestinese. Come altri dirigenti esprime la sua profonda avversione al nuovo progetto israeliano. E perché non fa qualcosa per impedirlo, per esempio combattendo il terrorismo? L’arena politica palestinese, per la prima volta, è segnata dal dibattito sui kamikaze. L’appello lanciato da alcuni intellettuali contro gli attacchi suicidi ha già raccolto mille firme. Mentre Hamas ha reagito definendo i proponenti «traditori e serpenti velenosi». Gli israeliani vogliono assumere la responsabilità civile dei Territori, cosa ne pensa? «Portano avanti il loro piano che è quello di neutralizzare l’Autorità palestinese, colpendola e distruggendola. Portano avanti il piano di neutralizzare il terrorismo: di chi la colpa se questo si identifica con l'Anp? Cercheranno di spezzettare le nostre terre in tanti cantoni, divisi da reticolati e posti di blocco». Ritiene che ci riusciranno? Quanta preoccupazione, quanta empatia nell'intervistatore! «Sono arrivati ad un bivio. Occupano i Territori e si assumono tutte le responsabilità. Oppure cercano di mantenere il controllo militare lasciando a noi quello civile. Ma non funzionerà in nessuno dei due casi». Perché fallirà? «Non ci sarà alcuna collaborazione da parte nostra e la popolazione si ribellerà. Si illudono se pensano ad una divisione del lavoro con i soldati a fare la guardia e i municipi a seguire le richieste della gente. Israele, dopo 30 anni, non ha ancora compreso la lezione: occupando la terra d’altri non avrà mai sicurezza». E quando non occupava nessuna terra d'altri (1948-1967), perché non aveva sicurezza? Ma questo Olimpio non lo chiede. Dunque è possibile che passino all’annessione? «Purtroppo è la politica seguita da molti governi israeliani. Nessun governo israeliano è mai passato all'annessione: lo sa l'intervistato e lo sa l'intervistatore, ma entrambi fanno finta di non saperlo. Per loro è l’applicazione di un piano molto semplice, malgrado gli anni trascorsi abbiano dimostrato che non funziona». Ci saranno nuove forme di lotta? «Se vogliono controllare città e villaggi faranno i conti con la resistenza. I palestinesi useranno qualsiasi strumento a disposizione per respingere gli israeliani». Da alcuni giorni è iniziata la costruzione del muro tra Israele e i Territori. Come lo giudica? «Purtroppo porterà altre sofferenze. I nostri civili saranno quelli che pagheranno il prezzo più alto, mentre gli israeliani scopriranno che non servirà a fermare la violenza. Anzi ne provocherà altra. Se vogliono mettere fine al bagno di sangue devono ritirarsi dai Territori». Cosa che erano pronti a fare 21 mesi fa, e i palestinesi hanno risposto scatenando la guerra, ma ancora una volta intervistato e intervistatore fingono di non saperlo.
Domenica 23 giugno 2002 Lezione di sicurezza in aeroporto di Manuela Dviri "Ingenua,siamo in prima linea"
Per la prima volta dall'inizio dell'Intifada, l'aeroporto di Tel Aviv mi è sembrato tornato alla normalità.
Grazie all'infaticabile lavoro di tutti a favore della sicurezza.
Aerei pieni, duty free affollato. Hanno anche aggiunto una specie di cappa trasparente, a igloo, dove i fumatori possono tranquillamente rovinarsi la salute in gabbia e in compagnia. Invece a me la normalità questa volta è scappata. Sono arrivata all'aeroporto con una professionista palestinese e ho deciso, per amicizia, di fare il "check in" con lei. Di solito mi metto tranquillamente in fila, poi arriva la prima signorina libera e mi chiede cortesemente il passaporto. Io le mostro il mio passaporto israeliano, lei fa le domande di rito che ormai conosco a memoria, tipo «Ha in valigia o in borsa lettere da consegnate a persone sconosciute? Dov'era la valigia questa notte? Chi ha fatto la valigia? Ci sono dentro coltelli? Forbici? Armi o oggetti che possano sembrare armi? Dove va? Mi scusi per le domande, ma è per la sua sicurezza».
Lo è, infatti: è grazie a tutto questo che lei è ancora tutta intera.
Poi mi mette un bollo adesivo colorato sulla valigia e via. Passato il controllo. Dieci minuti al massimo. Questa volta no. Malgrado il mio passaporto non sia cambiato e neanch'io, quando hanno visto che la mia compagna di viaggio aveva solo un lasciapassare e neanche uno straccio di passaporto, mi hanno immediatamente bloccata. Mi hanno messo un bollino diverso, rosso fuoco. Poi si sono portati via «la palestinese» e mi hanno tartassato di domande. Non stavo più dalla parte degli israeliani,
sì, signora Dviri, ce n'eravamo accorti da un pezzo.
ero ormai tra i cittadini stranieri. «Dove sta andando signora? E perché? E chi l'ha invitata? Mi faccia vedere l'invito, per favore. Non può essere stata invitata da un'università, le università ora sono chiuse - classica domanda trabocchetto -. Da quanto tempo conosce la signora che è con lei? Quanti anni ha? Quanti figli ha? Che lavoro fa?». Poi sono stata spedita in fila, sempre con i portatori di passaporto non israeliano, i sospetti a priori, a controllare la valigia, cioè a passarla dentro uno speciale nastro a raggi x che ne controlla le viscere. Il mio computer portatile ha avuto un trattamento a parte, è stato aperto, controllato, maneggiato, palpato, fiutato, chiuso e poi accettato. Dall'altra parte, con la coda dell'occhio, vedevo la portatrice di «lasciapassare», la mia compagna di viaggio, che subiva ben peggiore trattamento, dopo una mitragliata
"mitragliata"? Faccia un giro dalle parti dei suoi amici, per chiarirsi le idee su che cosa siano le vere mitragliate.
di domande, incrociate a quelle fatte a me. Spalancata la valigia, le venivano controllati i vestiti a uno a uno, le scarpe passate a parte sul nastro. Ho così avuto il piacere di fare la conoscenza con le sue mutande (rosa, bianche e nere), i suoi reggiseni, i suoi trucchi, il suo spazzolino da denti(nuovo)
da lontano e con la coda dell'occhio è riuscita a vedere che lo spazzolino da denti era nuovo?! Congratulazioni signora!
e persino la sua penna. Poi è venuto il turno del suo corpo (controllato in privato).
Nei paesi arabi - suoi amici - tutto questo si fa a tutti, sistematicamente: non ho mai letto sue proteste per questo. Due ore e mezzo, quasi tre, di ricerca, «una cosa normale insomma» mi ha detto lei. Io, che la guardavo, ne sono uscita con la mascella indurita dallo stress e digrignando - letteralmente - i denti. «La privacy? Non è piacevole violarla, ma è necessario - mi ha spiegato il responsabile a cui mi ero rivolta -, perché mai rischiare il nostro aeroporto che è ormai il più sicuro del mondo?». «Lei non capisce - mi ha redarguita invece la ragazzina della sicurezza (avrebbe potuto essere la mia figlia minore)
e questo cosa vorebbe dire?
- lei, mi scusi se glielo dico, è un'ingenua.
Beh? E' stata gentilissima: io sarei stata molto più chiara.
Nella guerra contro il terrorismo noi siamo soldati in prima linea e facciamo solo il nostro dovere. La sua conoscenza di una palestinese la rende sospetta. E' bene che cominci ad abituarsi all'idea».
Forse avrebbero anche potuto chiederle se ha mai sentito parlare di terrorismo.
«Eh sì - le ho risposto - penso proprio che abbia ragione. Ma, vede, non sono ancora riuscita a convincermi che tutti i palestinesi siano miei nemici. Non ci riesco proprio».
E lei è in grado di riconoscere a prima vista i palestinesi che sono terroristi da quelli che non lo sono?
E questa è la sacrosanta verità. E forse nella mia ingenuità, a lungo termine, avrò ragione.
Se il suo obiettivo è, come sembra, la distruzione di Israele, avrà sicuramente ragione al 100%.
Solo che per il momento sono disperata. Come si fa a spiegare che la sicurezza è un mezzo, non un fine?
Nel senso che a lei non interessano i bambini fatti a pezzi? Questa sì che è bontà!
Che la sicurezza, da sola, non basta? Che l'arma migliore per la sicurezza è la pace? E che la pace si raggiunge col dialogo, il compromesso e, perché no, l'amicizia tra le persone?
E allora perché i suoi amici, quando era in corso il dialogo, hanno scelto di interromperlo e iniziare la guerra? Ce lo spieghi per favore, lei che ha capito tutto.
Che fidarsi solo dei muri divisori e «dell'offensiva decisiva e schiacciante contro il terrorismo» vuol dire arrendersi?
Certo, molto meglio lasciarsi sbranare, così gli dimostriamo quanto siamo forti! A volte mi sveglio terrorizzata, e mi dico che non c'è più speranza. Che siamo tutti impazziti. Loro e noi. Ma devo, lo so, continuare ugualmente a lottare. Per non morire.
E fare morire gli altri.
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