Inghilterra: George Orwell si sta rivoltando nella tomba multiculturale Commento di Giulio Meotti
Testata:Newsletter di Giulio Meotti Autore: Giulio Meotti Titolo: «George Orwell si sta rivoltando nella tomba multiculturale»
Con questo articolo, diamo il bentornato a Giulio Meotti, firma nota a tutti noi per i suoi articoli sul Foglio. Pubblica le analisi, sempre più controcorrente, sulla sua newsletter i cui articoli verranno ripresi su Informazione Corretta .
Riprendiamo il commento originale di Giulio Meotti, tratto dalla sua newsletter, dal titolo: “George Orwell si sta rivoltando nella tomba multiculturale”.
Giulio Meotti
Lo Speakers’ Corner è stato un simbolo globale della libertà di parola in Inghilterra per un secolo e mezzo: vi hanno parlato Marx e Lenin, così come George Orwell, George Bernard Shaw, Winston Churchill e Marcus Garvey, e la prima generazione di leader nazionalisti africani come Kwame Nkrumah. Se ricordo bene, l’unica forma di discorso vietata era “insultare la regina”, ma in una decisione del 1999 Lord Justice Sedley ha rimosso anche quella garbata proibizione.
David Spring faceva parte di un gruppo di manifestanti durante una manifestante vicino a Downing Street il 31 luglio. Puntando il dito verso i poliziotti, David ha urlato: “Who the fuck is Allah”, chi cazzo è Allah. Non proprio un sonetto di William Shakespeare, d’accordo, ma condannare a 18 mesi di carcere questo macchinista di treni in pensione?
A Spring è andata un po’ meglio che al famoso accademico algerino, Saïd Djabelkhir, condannato a tre anni di carcere da un tribunale per "offeso i precetti dell'Islam". “È una lotta che deve continuare per la libertà di coscienza, di opinione e di espressione", ha affermato l’accademico dopo la sentenza. “E’ una lotta non negoziabile”.
Di negoziabile ora in Europa c’è tutto.
Quando ho letto della condanna di David ho pensato a Rezzas Abdulla, che ha sputato in faccia a un bambino di nove mesi e alla madre inglesi e ha detto loro: “I bianchi non dovrebbero riprodursi”. Il signor Abdulla se l’è cavata con una tiratina di orecchie del giudice.
“Dovremmo essere onesti”, scrive questa settimana lo scrittore ebreo olandese Leon de Winter sulla Neue Zürcher Zeitung: “Sono rivolte di gente del posto che è stufa degli immigrati, e sono rivolte di musulmani che vogliono controllare le strade. I musulmani in preghiera scendono in piazza e protestano contro Israele con le bandiere di Hamas e Hezbollah. Intere parti dell’Inghilterra vengono islamizzate e assomigliano alle città pakistane, dove le donne si coprono completamente il corpo e gli uomini indossano abiti tradizionali. Nessun segno di integrazione. I media britannici e quasi tutti gli altri media occidentali si rifiutano di identificare le circostanze specifiche delle rivolte. Le élite politiche e mediatiche sostengono che la violenza è stata istigata da un'organizzazione estremista di destra. In tal modo si esonerano dalla colpa della loro negligente cultura migratoria nell’Europa settentrionale e occidentale. Quindi le élite chiedono la censura dei social network che, come dicono, sono pieni di notizie false. Infettate dal dogma marxista sull’impoverimento socio-economico, le nostre élite rifiutano la perdita dei valori culturale-religiosi. Ma se i politici e i media continuano a nascondere i fatti, il potenziale di violenza aumenterà basta aumentare”.
Censurare chi parla male dell’Islam sarebbe la ciliegina sulla torta britannica, come cancellare un problema negandone l’esistenza e vietando di parlarne.
“Un giorno la bandiera del Tawheed sventolerà al numero 10 di Downing Street” disse nel 2014 un islamista inglese. Nel 2024 è quasi realtà.
I manifestanti filo-palestinesi che sono stati filmati mentre sventolavano la bandiera usata dai gruppi jihadisti durante una marcia nel centro di Londra non hanno commesso alcun reato, ha detto la polizia. Dunque puoi usare i drappi di Al Qaeda, al Shabab, Boko Haram, Jabhat al Nusra, Hizb al Tahrir e Stato islamico senza commettere alcun reato, mentre se offendi il loro dio ti prendi diciotto mesi al fresco.
E se la bandiera nera vi sembra poco…
Un convoglio di macchine con bandiere palestinesi ha girato nei quartieri ebraici della zona nord di Londra gridando tramite altoparlanti insulti antisemiti: “Fanculo gli ebrei! Fanculo le loro madri! Stupriamo le loro figlie!”.
Tutti gli uomini arrestati che hanno organizzato il convoglio sono stati prosciolti. Il filmato dell’incidente avvenuto in Finchley Road, nel nord di Londra, nel marzo dello scorso anno è diventato virale e anche l’allora primo ministro Boris Johnson ha condannato le scene agghiaccianti.
Ehm. Dunque se ti domandi chi cazzo sia questo Allah a un raduno finisci al gabbio, mentre se organizzi un convoglio di auto che terrorizza gli ebrei incitando al loro stupro, esci libero con le tue gambe dal tribunale.
Christopher Hitchens, il compianto giornalista inglese di cui mi mancano intuizione e coraggio, provò ad avvertirci:
“Vi prego... resistete finché potete prima che il diritto di lamentarvi vi venga tolto. Perché un giorno diranno che siete islamofobi... i barbari non prenderanno mai la città finché qualcuno non terrà aperte le porte per loro e saranno le autorità multiculturali a farlo per voi. Resistete finché potete. E se vi chiedete cosa succederà se non lo fate, guardate come una squadra di cricket del Middlesex in Inghilterra ha dovuto cambiare nome con la forza la scorsa settimana perché si chiamava Middlesex Crusaders. Resistete finché potete”.
Ho controllato ed è vero, i “Middlesex Crusaders” hanno cambiato nome in “Pantere”. Poi hanno eliminato anche quel nome. I crociati offendevano, ma anche le pantere. Troppo nere. Così ora si fanno chiamare “Middlesex County Cricket Club” e sponsorizzano anche il Mese dell’orgoglio.
I barbari sono dentro.
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