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Libero Rassegna Stampa
13.08.2024 Iran pronto a colpire
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 13 agosto 2024
Pagina: 12
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Attacco contro Israele: Usa pronti a intervenire. Con loro Francia, Italia, Inghilterra e Germania»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/08/2024, a pag. 12, con il titolo "Attacco contro Israele: Usa pronti a intervenire. Con loro Francia, Italia, Inghilterra e Germania", la cronaca di Amedeo Ardenza

L'attacco missilistico iraniano potrebbe essere scatenato da un momento all'altro. L'attesa e i continui rinvii, gli annunci a cui non seguono i fatti, tutto fa parte della guerra psicologica per logorare la popolazione di Israele. 

Domenica la Cnn parlava di pace, ovvero di un’imminente tregua fra Israele e Hamas, ma ieri Fox News annunciava una guerra. L’Iran avrebbe dunque scelto le ore attorno al 9 di Av, la data più infausta del calendario ebraico, per attaccare Israele. Non è stato conclusivo, invece, il Financial Times. Citando una fonte del regime iraniano, il giornale edito a Londra ha scritto: «Potrebbe anche non esserci alcun attacco, o potrebbe essercene uno stasera: aspettare la morte è più difficile della morte stessa».
L’idea sarebbe quella di far consumare gli israeliani dall’ansia, impedendo alle famiglie e alle amministrazioni ogni tipo di programmazione.
Di certo i riferimenti alla morte degli ebrei da parte dei rappresentanti del regime clericale al potere in Iran racconta una storia molto diversa rispettp alla svolta «moderata e riformista» che il neo presidente Masoud Pezeshkian avrebbe impresso alla Repubblica islamica.
L’Iran si conferma un regime sanguinario: i sedicenti moderati forse possono rallentare il ritmo delle impiccagioni di dissidenti. Secondo Amnesty International, solo nel 2023 sotto al governo degli ayatollah sarebbero state messe a morte 481 persone, il numero più alto dal 2015. Pezeshkian non sembra invece avere né la forza né l’intenzione di modificare la quarantennale traiettoria «morte all’America! morte a Israele!».
Lo stato ebraico, dal canto suo, non ha la paura: certo, l’idea che l’Iran possa attaccare insieme a Hezbollah preoccupa molti; allo stesso tempo la prospettiva di un conflitto con la Repubblica islamica non è una novità, non davvero sotto Netanyahu che da tre lustri visita i consessi internazionali puntando il dito contro Teheran. «Prendiamo molto seriamente le dichiarazioni dei nostri nemici e siamo preparati al più alto livello di prontezza per la difesa e l'attacco», ha ribadito ieri il portavoce delle Israel Defense Forces (Idf) Daniel Hagari.

TIMORI LIBANESI

Da giorni Israele monitora con particolare attenzione tutti gli spostamenti di materiale bellico lungo i suoi confini settentrionali e scambia informazioni con il Comando centrale Usa (Centcom) sulle “novità” osservate in Iran. Ma «la nostra prontezza, la preparazione e la vigilanza non sono sinonimi di paura o panico», ha spiegato il ministro della Difesa Yoav Gallant ascoltato alla Knesset. Chi ha invece molta paura di un conflitto è il Libano che rischia di farsi trascinare da Hezbollah, il partito-milizia alleato dell’Iran ma soprattutto molto più armato delle forze armate libanesi (Laf), in una pericolosissima guerra con Israele. Anche l’Europa è in apprensione e ieri i leader di Italia, Francia, Germania e Regno Unito hanno lanciato un appello alla de-escalation fra le parti mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kieby dava carta bianca agli alleati su come reagire in vista di «attacchi anche significativi».
Mentre aspetta l’attacco, Israele continua la guerra contro i terroristi di Hamas al sud, contro il jihadismo in Cisgiordania e contro le incessanti incursioni missilistiche di Hezbollah a nord. Ecco perché ieri il capo di stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, ha annunciato l’approvazione di piani di impegno militare «multifronte».
Oggi gli ayatollah stanno forse vincendo la guerra di nervi.
Ma come nota correttamente l’analista saudita di questione strategiche Faiz Al-Asmar, «per quanto riguarda la situazione sul terreno, si può dire che il ritardo dell'Iran e di Hezbollah nel rispondere alla morte di Ismail Haniyeh e Fuad Shukr (entrambi assassinati da Israele nelle scorse settimane, NdR) ha finora permesso a Israele e agli Stati Uniti di rafforzare la loro posizione sul terreno e di utilizzare tutti i mezzi disponibili. Attualmente una nave da guerra Usa è arrivata nella regione. Tutto ciò ha dato a Israele e agli Stati Uniti l'opportunità di aumentare la loro forza e di dispiegare le misure di difesa necessarie per respingere l'attacco. Di conseguenza, l'Iran ha sostanzialmente perso l'elemento più significativo della guerra moderna, ovvero la sorpresa».

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