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La Stampa Rassegna Stampa
12.08.2024 Quando l’Occidente balbetta
Analisi di Nello Del Gatto

Testata: La Stampa
Data: 12 agosto 2024
Pagina: 2
Autore: Nello Del Gatto
Titolo: «Iran, un moderato alla guida degli Esteri»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/08/2024, a pag. 2 con il titolo "Iran, un moderato alla guida degli Esteri: Khamenei ha rinviato i raid di 15 giorni" l'analisi di Nello Del Gatto.

Nello Del Gatto
Nello Del Gatto
Iran, così tramonta il potere di Khamenei - La Stampa
Usa ottimisti sui negoziati previsti giovedì. Il presidente palestinese Abu Mazen oggi a Mosca. Mentre il neopresidente iraniano Pezeshkian convince gli ayatollah di rinviare l'attacco di 15 giorni. I dittatori si organizzano. Perché la Stampa continua nella sua miopia a non capire cosa succede in Medio Oriente?

Il neopresidente dell'Iran, Masoud Pezeshkian - che ha promesso di aprire la Repubblica islamica al mondo e di rilanciare l'accordo sul nucleare del 2015 - ha presentato ieri al parlamento i nomi dei 19 membri del suo gabinetto. Agli Esteri, Pezeshkian ha nominato Abbas Araghchi, un diplomatico di carriera, noto per la sua apertura all'Occidente. Araghchi, di corrente riformista come il presidente, ha svolto un ruolo fondamentale nell'accordo nucleare a partire dal 2013 e fino alla decisione degli Stati Uniti di ritirarsi. Nella squadra di Pezeshkian c'è anche una donna, Farzaneh Sadegh, a dirigere il ministero delle strade e dello sviluppo urbano. Se confermata, sarà la seconda iraniana a ricoprire un incarico ministeriale dal 1979. Il parlamento inizierà oggi a esaminare i candidati, che dovranno passare l'approvazione dell'ayatollah Ali Khamenei. Che mantiene l'ultima parola su ogni decisione. Non ultima, quella che sta tenendo Israele sotto scacco pscicologico. Cioè se e quando sferrare l'attacco al Paese ebraico, dopo l'uccisione, a fine luglio a Beirut, del numero due di Hezbollah, Fuad Shukr e quella a Teheran dell'ex leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Uno spiraglio di luce nel buio della guerra annunciata l'ha rivelato il quotidiano kuwaitiano Al-Jarida, secondo il quale Pezeshkian avrebbe convinto la Guida Suprema a posticipare di un paio di settimane l'attacco a Israele. Giusto il tempo necessario affinché l'assemblea consultiva islamica approvi il nuovo esecutivo. Il giornale rivela che nei giorni scorsi una delegazione americana si sarebbe recata in segreto a Teheran per aprire un canale diretto con il regime per scongiurare la guerra regionale, ottenendo il rinvio dell'attacco. Gli Usa avrebbero anche proposto meccanismi per chiudere le falle nella sicurezza in seguito all'omicidio di Haniyeh sul proprio territorio, in cambio dell'astensione di Teheran dal vendicarsi contro Israele. La tensione è sempre alta. Soldati israeliani stanno tenendo esercitazioni al confine libanese, simulando una guerra con il Paese dei cedri. Di contro, le Guardie Rivoluzionarie iraniane stanno tenendo un'esercitazione militare vicino al confine con l'Iraq. Per molti è un altro tassello della guerra psicologica che vede, da un lato, Israele attendere ogni giorno l'attacco da Iran e da Hezbollah e, dall'altro, i voli supersonici dell'aviazione del Paese ebraico su Beirut che producono forti boati spaventando la popolazione. Ma la sensazione generale è che si stia attendendo Ferragosto, quando al Cairo o a Doha si troveranno i mediatori di Usa, Egitto e Qatar con le delegazioni di Israele e Hamas, per tentare di raggiungere l'accordo su tregua e liberazione ostaggi, che potrebbe spingere l'Iran e i suoi proxy a fermarsi. Il leader di Hamas Yahya Sinwar ha fatto trapelare di essere «interessato». E nella discussione si è inserita anche la Cina. In una telefonata conl'omologo iraniano, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha detto che Pechino sostiene Teheran nella difesa della sua «sovranità, sicurezza e dignità nazionale», ribadendo la condanna da parte cinese dell'assassinio di Ismail Haniyeh. Oggi e fino al 14 agosto il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen sarà a Mosca, dove domani vedrà il presidente russo Vladimir Putin. I due parleranno della situazione a Gaza e anche del post guerra. Sui quali ci sarebbero colloqui in corso tra il Cairo e Ramallah per fare in modo che questa assuma la responsabilità del confine tra il Sinai egiziano e la Striscia di Gaza, puntando poi pian piano a che l'autorità palestinese possa controllare l'enclave, nonostante la contrarietà israeliana.

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