Testata: Libero Data: 12 agosto 2024 Pagina: 9 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Kiev avanza ancora a Kursk. Putin lancia missili nordcoreani»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/08/2024, a pag. 9 con il titolo "Kiev avanza ancora a Kursk. Putin lancia missili nordcoreani" l'analisi di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
L’incursione di truppe ucraine nella regione russa di confine di Kursk prosegue e distoglie forze che altrimenti Mosca non può destinare al principale fronte di guerra in territorio ucraino. A parte questo effetto temporaneo, unito all’effetto politico con cui il presidente Volodymir Zelensky tenta di ridare fiducia al paese, l’azione non è sufficiente a cambiare la guerra. Non è chiaro quanti siano i soldati ucraini impiegati nell’intrusione. Inizialmente s’era parlato di «almeno 1000 soldati», ma ieri un funzionario del governo di Kiev ha detto sotto anonimato all’agenzia di stampa AFP che sarebbero «migliaia di uomini». Il Ministero della Difesa di Mosca ha ammesso che la punta massima di penetrazione delle truppe nemiche, appoggiate da veicoli corazzati, è stata di 30 km.
I russi avrebbero fermato le avanguardie ucraine nei villaggi di Tolpino e Obshchy Kolodez.
Secondo Mosca, ieri gli ucraini impegnati nella scorreria hanno perso 230 uomini e 38 veicoli corazzati, fra cui tre autoblindo Stryker di origine americana. Kiev manterrebbe la pressione ancora per un po’, stando a corrispondenti di France Presse che ieri hanno segnalato «decine di veicoli corazzati» in transito dalla regione ucraina di Sumy, limitrofa a quella di Kursk, per rinforzare le truppe in territorio russo. I blindati erano contrassegnati con un triangolo bianco identico a quello sui mezzi impiegati nell’attuale operazione. I russi bombardano le retrovie dell’offensiva per ostacolare i rincalzi, lanciando missili su posizioni nemiche a Staraya Sorochnitsa, Korenevo, Sudzha e Borki. L’aviazione russa è in prima linea con gli aerei d’attacco al suolo Sukhoi Su-25, specializzati nel combattimento a bassissima quota.
L’incursione sembra una versione pantografata in grande delle intrusioni di truppe ucraine, filo-ucraine e mercenarie del maggio-giugno 2023 nella regione di Belgorod, che impegnavano forse 500 elementi. L’azione di disturbo si era esaurita in alcuni giorni senza che la guerra ne fosse influenzata. Ora, Kiev ha impegnato forze superiori, che potranno impegnare i russi per più tempo, ma senza andare oltre a un effetto diversivo. La Russia promette «una dura risposta agli attacchi ucraini a Kursk», come ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova. Russia e Ucraina seguitano a scambiarsi ondate di missili e droni. Kiev ha bersagliato Kursk con missili Tochka-U, uno dei quali finito su un condominio facendo 15 feriti, anche se altri Tochka-U sono stati abbattuti. Droni ucraini hanno colpito anche la vicina regione di Belgorod, specie l’area di Shebekino.
Ma Mosca a sua volta bersaglia Kiev e, pare, anche con ordigni di origine nordcoreana. La capitale ucraina è stata colpita infatti da 12 droni, abbattuti dall’antiaerea, e da due missili che invece hanno causato almeno due morti, un uomo e il suo figlioletto di 4 anni. Ieri Zelensky ha reso noto che il missile che ha ucciso padre e figlio era nordcoreano, anche se di tipo ancora non identificato: «Secondo le prime informazioni, i russi hanno utilizzato un missile nordcoreano e si è trattato di un altro attacco terroristico deliberato contro l’Ucraina. Gli esperti continuano a lavorare per stabilire i dettagli esatti del missile». È noto che la Corea del Nord sta fornendo alla Russia numerose munizioni caricate su treni che percorrono la Transiberiana. In serata, si sono diffuse on line le inquietanti immagini dell’incendio verificatosi alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, presso l’impianto di sistemi di raffreddamento. La Russia sostiene che la colpa sia del bombardamento della città di Energodar da parte delle forze armate ucraine, Zelensky ribatte: «Dal primo giorno del sequestro della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la Russia l’ha utilizzata esclusivamente per ricattare l’Ucraina, l’Europa e il mondo».
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