giovedi` 21 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Michelle Mazel
Europa/Medio Oriente
<< torna all'indice della rubrica
Nasrallah continua a sacrificare i libanesi per soddisfare l’Iran 10/08/2024

Nasrallah continua a sacrificare i libanesi per soddisfare l’Iran
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://israel247.org/nasrallah-continue-a-sacrifier-les-libanais-pour-satisfaire-liran-101557.html

Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah ha dichiarato che "già l'attesa della punizione è una punizione per Israele". Sì, ma anche per il Libano, paese che lui tiene letteralmente in ostaggio. Perché nell'attesa di una recrudescenza del conflitto con Israele, la sua economia va a picco e Beirut è diventata irraggiungibile.

Per essere un bel discorso, è stato un bel discorso. Dal bunker sotterraneo dove si nasconde per proteggersi da un possibile tentativo di assassinio, Hassan Nasrallah si è espresso con grande enfasi.  “Sì, abbiamo subito punizioni pesanti”, ha detto in sostanza, “ma questo non ci ha neppure scalfito, noi non esiteremo  né ci fermeremo. La nostra risposta arriverà, sarà forte ed efficace”, ha affermato. E ha aggiunto: “La snervante attesa degli israeliani, da più di una settimana, fa parte della punizione, fa parte della ritorsione, fa parte della battaglia.”

Probabilmente il capo di Hezbollah non si è accorto di uno strano fenomeno. Mentre lui si frega le mani pensando a cosa succederà agli israeliani, in Libano c’è il si salvi chi può per non dire il panico. Tutti hanno capito che la risposta di Hezbollah porterà necessariamente a una risposta israeliana, e che forse addirittura scatenerà una guerra i cui effetti sarebbero catastrofici.

I posti in aereo vengono venduti a caro prezzo. Molti Paesi, tra cui la Svezia, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, la Giordania e l’Arabia Saudita, hanno invitato i propri connazionali a lasciare il Libano. Diverse compagnie aeree hanno sospeso i loro collegamenti con Beirut, come la tedesca Lufthansa, Air France, Transavia e Kuwait Airways.

Ma torniamo al Libano. L’economia è in caduta libera. I turisti sono scomparsi. Gli abitanti del Libano meridionale, vicino al confine, hanno abbandonato città e villaggi. Nello strano mondo in cui viviamo, grandi amici del Paese dei Cedri come la Francia, ma anche la Svezia, gli Stati Uniti, il Regno Unito e Stati fratelli come la Giordania, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, lungi dal sollecitare Hezbollah a rinunciare alla sua risposta ed a negoziare un accordo, esortano i propri cittadini a lasciare il Libano.

Il giorno dopo il discorso di Nasrallah, più di mille soldati britannici sono stati messi in stato di  allerta, pronti a intervenire per evacuare i loro connazionali fin quando ancora possibile. Centinaia di membri del personale di tre forze, compresi i Royal Marines, sono stati schierati nella base aerea di Akrotiri a Cipro, mentre altre centinaia sono pronte per essere dispiegati nella regione. Insomma, per obbedire agli Ayatollah dai quali dipende totalmente, Hassan Nasrallah è pronto a sacrificare il suo Paese e a lasciare i suoi concittadini totalmente indifesi. Nessuno osa protestare. Il governo libanese tace.

Dall’altra parte del confine sta accadendo qualcosa di strano. Molte compagnie hanno ugualmente sospeso i voli verso Israele. Tuttavia, nonostante le minacce di Nasrallah, decine di migliaia di israeliani che si trovano fuori dal proprio Paese, cercano disperatamente il modo per rientrarvi il più rapidamente possibile...

E l'ONU?  Questa Organizzazione, che dal 7 ottobre non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco, mostrandosi risolutamente ostile a Israele, e che non ha mai condannato Hamas né Hezbollah, che ha attaccato Israele senza provocazione “in solidarietà con Hamas” ovvero su ordine di Teheran, si sta mobilitando per cercare di “evitare un’escalation.”

Scommettiamo che i suoi zelanti dipendenti stanno già valutando come condannare ancora una volta Israele per la sua risposta alla risposta.

 

Immagine correlata
Michelle Mazel


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT