La Repubblica: ordini di scuderia immutati "scrivi qualcosa e taci sul resto oppure scrivi il falso"
Testata: La Repubblica Data: 27 agosto 2003 Pagina: 22 Autore: Daniele Mastrogiacomo Titolo: «Israele, caccia ai killer di Hamas»
La si prenda e la si rigiri a piacimento, Repubblica non cambia. Chiusa la parentesi in cui da Israele era Franceschini a mandare le sue corrispondenze, siamo tornati al cliché consueto: diciamo solo una parte di quel che accade, e cerchiamo di fare in modo che sia sempre quel che mette in cattiva luce Israele. Se non possiamo, poi, fare a meno di dare ragione ad Israele su qualcosa, facciamo in modo da dirne il meno possibile.
Il titolo, ed il cappello che recita "Abu Mazen costretto a rinunciare alla visita nei territori per ricomporre il dialogo con gli integralisti" , forniscono ai lettori solo una parte delle notizie, e ne forniscono una versione faziosa. Mastrogiacomo racconta quanto è avvenuto a Gaza, il tentativo di uccidere un esponente dell' ala militare di Hamas che si è macchiato di molti crimini contro l' umanità (se siamo d'accordo nel definire così il terrorismo che miete decine di vittime alla volta fra i civili), e ne illustra il contesto. Non può fare a meno, per dignità professionale, di citare il fatto che Hamas ha ordinato ai suoi terroristi di usare certe misure precauzionali per sfuggire agli israeliani, ma evita accuratamente di citare che quella centrale ordina ai terroristi di nascondersi in mezzo alla folla, meglio se donne e bambini, per crearsi con questi ostaggi uno scudo umano. E di Abu Mazen scrive che egli ha rinunciato ad un "disperato tentativo di ricomporre la tregua e salvare dal naufragio il processo di pace" aprendo "una nuova trattativa con Hamas". Non scrive, invece, che fin dall'inizio della tregua Abu Mazen aveva chiarito agli israeliani, agli americani, agli europei che egli non avrebbe neppure tentato di disarmare e smantellare le organizzazioni terroristiche. Non scrive che la tregua è stata rotta da Hamas con l'attentato di Gerusalemme nel momento in cui la Road Map sembrava procedere verso i risultati auspicati. Non scrive che Israele non aveva reagito, nei quasi due mesi di hudna, ai pressoché quotidiani attacchi con missili Qassam, imboscate, tentativi non riusciti e talvolta riusciti di compiere attentati suicidi contro civili. Non scrive che la scelta del governo israeliano era stata concepita per consentire ad Abu Mazen e Dahlan di dimostrare concretamente che essi avevano la volontà politica e la determinazione per fermare Hamas , Fatah e la Jihad Islamica.
Ma la cosa non finisce qui: accanto all'articolo di Mastrogiacomo, c'è anche un rettangolo di notizie evidenziate. Una, totalmente falsa, e quindi pericolosa, non può essere passata sotto silenzio, anche per la particolare leggibilità con la quale è stampata. Il testo recita, sotto il titolo LE CASE ABBATTUTE: "Le ruspe israeliane abbattono le case sulla striscia di Gaza con l'obiettivo di scovare gli estremisti". Niente di più falso! E Repubblica non può invocare nemmeno qualche errore tecnico di stampa. E' proprio un falso, che dalla mente ostile del redattore è finito in pagina. Mai Israele abbatte case per scovare terroristi. Le case che vengono abbattute sono quelle dei famigliari che commettono attentati-suicidi e dove la famiglia risulta orgogliosa e complice. Oppure quando in un palazzo viene segnalata e scoperta una santabarbara di armi. Compito dell'esercito di difesa israeliano è distruggere tutte le armi che possono portare morte attraverso gli attentati. Se queste non vengono consegnate e dalla casa parte un attacco contro l'esercito israeliano ecco allora la risposta. Può quindi succedere che la casa salti in aria, quasi sempre a causa degli esplosivi che nascondeva. E quel che ne resta viene abbattuto. Sono questi gli unici casi in cui viene abbattuto un edificio. Grave che Repubblica ne fornisca diversa interpretazione. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione de La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compiata e spedita.