Le pugili si ribellano Cronaca di Sergio Rivoltella
Testata: Libero Data: 05 agosto 2024 Pagina: 6 Autore: Sergio Rivoltella Titolo: «Il Cio parla ancora di diritti, ma le pugili si ribellano»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/08/2024, a pag. 6, con il titolo "Il Cio parla ancora di diritti, ma le pugili si ribellano", la cronaca di Sergio Rivoltella
Mentre la battaglia tra l’International Boxing Association (Iba) ed il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) si fa sempre più aspra, dal ring olimpico le voci di altre atlete protagoniste fanno capolino sulla questione.
Questa volta è la bulgara Svetlana Kamenova Staneva che attizza il bracere, per la verità ancora infuocato, delle polemiche che hanno dominato il dibattito di questi giorni su scala internazionale.
La pugile bulgara, alla fine del match che l’ha vista sconfitta ai punti con la taiwanese Lin Yu Ting- anche lei squalificata dal regolamento dell’Iba per ragioni simili a quelle dell’algerina Imane Khelif, da giorni al centro delle polemiche- ha mostrato al pubblico le dita incrociate a simboleggiare la “X” che indicherebbe il cromosoma femminile. Un gesto scenografico, ripetuto ben più di una volta, che non ha certo cercato di velare la sua posizione rispetto alla questione in mondovisione e che, chiaramente, costringe gli osservatori a farsi qualche domanda in più sulle posizioni da mantenere rispetto ai criteri di inclusione alle Olimpiadi.
Tra le due atlete c’erano già state un po’ di frizioni fin da prima di arrivare all’apice della polemica. Alla fine del match le due si erano date la mano, ma inizialmente la bulgara aveva voltato le spalle alla rivale. Successivamente, a distanza di qualche ora, sono uscite foto e video del gesto incriminato fatto dalla pugile bulgara prima di lasciare il ring.
Questa polveriera, dopo anni di braccio di ferro tra il Cio e l’Iba, è esplosa ora a Parigi con una vertiginosa escalation. Come ben noto, tutto è scoppiato a seguito dell’abbandono dal combattimento dell’azzurra Angela Carini con la Khelif (approdata poi a medaglia olimpica sicura: alle 22.34 di domani è in semifinale, l’avversaria è la thailandese Suwannapheng), la quale da molti viene indicata come un’atleta intersex. Lo scontro sulla sua partecipazione alle gare femminili ha portato il Cio ieri a un ulteriore passo per difendere le proprie decisioni attraverso il portavoce Mark Adams: «Non riconosciamo i test Iba sul genere perché il loro procedimento non è lecito. Nessuno vuole tornare ai giorni in cui si facevano i test sui genitali».
Il capitolo che si è aggiunto ieri alla querelle lo “scrive” la Wbo (World Boxing Organization), sigla che sta raccogliendo le fuoriuscite dalla Iba. La Wbo, infatti, aveva informato in anticipo il Cio che una delle due pugili coinvolti - la Khelif- non aveva superato il test di genere nel 2022. A farlo sapereè István Kovács, vicepresidente europeo della Wbo ed ex segretario generale dell’Iba, secondo cui il Cio era, appunto, già stato informato della questione.
Un’affermazione che getta un’altra luce sui risultati dei test effettuati dall’Iba nel 2023, che avevano escluso Khelif e la taiwanese Lin Yu-Ting dal Mondiale di Pugilato per la presenza di cromosomi XY, come dichiarato dal presidente dell’Iba, Umar Kremlev. Kovács, dopo aver confermato che i risultati dei test 2022 erano stati comunicati direttamente al Cio, ha affermato che i funzionari olimpici non avevano dato seguito alle sue segnalazioni.
«Ho riferito personalmente i risultati al Cio, ma nonostante l’importanza della questione, non hanno risposto fino ad oggi», dichiara Kovács.
Curiosamente, la World Boxing, è la nuova organizzazione pugilistica mondiale creata per per garantire un futuro alla boxe in chiave olimpica, dopo la nota esclusione dell’Iba dal Cio, che aveva avvisato le varie federazioni: mollate la Iba a guida russa se volete portare atleti a Los Angeles 2028. E infatti a fine luglio, la Federpugilato italiana ha comunicato l’affiliazione alla Wbo.
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