Cosa accadrebbe se gli Hitler iraniani dovessero vincere
Diario di guerra di Deborah Fait
I funerali di Haniyeh a Teheran. In tanti lo rimpiangono anche sui media di sinistra italiani, oltre che su quelli cattolici. "Uomo del dialogo" lo definiscono. E sui media esteri non va meglio. Se si tratta di attaccare Israele, anche il boss dei terroristi diventa un "martire".
È impossibile darsi una spiegazione plausibile e umana di fronte alle reazioni della sinistra dopo l’eliminazione di Ismail Haniyeh a Teheran. Ho aspettato a scriverne proprio perché volevo appurare lo schifo che avrebbero fatto e che, a due giorni dall’aver mandato un criminale a dilettarsi nel paradiso di Allah con le sue 72 vergini, stanno continuando a fare. Ho letto il commento di Giovanna Botteri ”Haniyeh, uomo del dialogo, speranza per un cessate il fuoco”, ho sentito Matteo Pucciarelli di Repubblica, definire Netanyahu “criminale di guerra”, il giornale del Vaticano parla del boss dei terroristi come “uomo del negoziato”. Dunque, per la sinistra e i cattolici, i criminali, se palestinesi, sono delle brave persone e gli ebrei, difendendosi, sono loro, solo loro, sempre loro, dei criminali. Mi sono stufata e penso sia arrivato il momento di difenderci, non solo dai tagliagole palestinesi , e per questo ci affidiamo al nostro esercito, ma anche dai loro sostenitori proto comunisti, catto comunisti, antisemiti e compagnia brutta. Giovanna Botteri: quello che lei chiama -uomo del dialogo- è lo stesso che ha detto “Ci servono più bambini, donne e vecchi morti per vincere la nostra causa!” Ha capito, Botteri? Il suo “uomo del dialogo” è quello che raccomandava ai suoi scagnozzi di far morire quanti più palestinesi potevano per mettere il mondo contro Israele e vincere. Il suo uomo del dialogo è quello che ha avuto la pensata di organizzare il 7 Ottobre, di scannare quanti più ebrei potevano, di sgozzare, di decapitare, di stuprare e mentre accadeva, lui, con i suoi maledetti compari, in un 5 Stelle a Doha, Qatar, godevano come dei ricci, ridevano a crepapelle mostrando il massacro puntando il dito, sullo schermo ad alta definizione. Poi, soddisfatti e felici, si sono inginocchiati per ringraziare il loro Allah per tutti quegli ebrei massacrati. Questo è l’uomo, non dico la bestia per non offendere gli animali, di cui la sinistra piange la morte. Questo è l’uomo, cari Vescovi, che appena si tentava di instaurare un dialogo per liberare gli ostaggi, alzava la posta in modo che Israele non potesse accettare se non rischiando la vita di altre migliaia di israeliani. Quest’uomo era il vero, il maggiore ostacolo all’accordo sugli ostaggi perché gli ordini venivano da lui. E quando il Mossad, Egitto, Stati Uniti si stavano per incontrare a Roma per decidere una soluzione che andasse bene a tutti, ecco che Hezbollah ha sparato un missile sul Golan ammazzando 12 bambini israeliani che giocavano una partita di pallone. Ha detto bene Pietro Senaldi di Libero, durante la trasmissione 4 Di Sera rispondendo a chi definiva Netanyahu criminale di guerra: “ Tutto il mondo dovrebbe ringraziare Netanyahu per aver liberato il mondo da un criminale sanguinario”. All’estero i media non sono stati migliori, anzi, sia la CNN che il Washington Post hanno definito Hanniyeh un leader moderato e pragmatico. Nessuno ha avuto il coraggio di dire che era un assassino, un terrorista, un criminale.
L’odio contro Israele è troppo forte, troppo di pancia, troppo coinvolgente. Cosa c’è di meglio che avere un alibi per continuare la tradizione millenaria dell’antisemitismo? Dire “non odiamo gli ebrei, tanti ebrei la pensano come noi, critichiamo solo la politica di Israele”, una scusa stupida, falsa, ipocrita e miserabile. Sarebbero molto più onesti se ammettessero di non sopportare l’esistenza di uno Stato degli ebrei. Purtroppo non sono onesti, nessun antisemita lo è. Il 7 Ottobre sta svanendo dalla memoria della maggior parte della gente, il massacro dei bambini drusi non ha commosso nessuno fuori da Israele, come non fosse accaduto. Non solo, c’è stato qualcuno che ha cinicamente parlato di “giovani”, non di bambini e adolescenti, qualcun altro, più carogna, ha accennato al Golan occupato. Il Golan è parte di Israele dal 1967 e non è occupato da nessuno. L’unica cosa che fa reagire la maggior parte dei giornalisti, dei politici, della Chiesa, è la cocciutaggine di vivere di Israele. Questo fa una rabbia tale, il coraggio di questo piccolo paese fa andare in bestia la gente talmente tanto che non sanno più cosa dire contro di noi. E allora danno il via alle esternazioni rabbiose più deplorevoli, alle analisi più ciniche, Netanyahu vuole continuare la guerra per tenersi la poltrona, Israele non vuole fare concessioni ai palestinesi. Ma quale guerra? Ma Israele era tanto lontano dall’idea di una guerra che il 7 Ottobre il confine con Gaza era completamente sguarnito, che gli abitanti dei kibbuzim poi devastati dai palestinesi, erano pieni di lavoratori provenienti da Gaza, che ogni settimana dei volontari ebrei andavano ai confini a prendere ammalati da ricoverare negli ospedali di Israele. Nessuno pensava alla guerra ma a difenderci dai terroristi che entravano settimanalmente da Giudea e Samaria, e da Hezbollah che ogni tanto provocavano al nord. Negli ultimi anni dal Libano sono stati sparati 7000 razzi contro il nord di Israele. Probabilmente erano tutte azioni fatte per distrarre il governo da quanto accadeva a Gaza dove si stava preparando il genocidio di Israele come da Carta costitutiva di Hamas e Fatah. Non so, nessuno lo sa, cosa accadrà nei prossimi giorni, forse l’Iran e i suoi compari terroristi, chiamati elegantemente proxi, Hezbollah, Hamas, Jihad islamica, Houti e anche Isis presenti nel Sinai, ci vorranno attaccare per spegnere definitivamente la vita in Israele.
Se accadrà le mie ultime maledizioni andranno all’Occidente che per decenni li ha protetti, giustificati, finanziati. Dopo la Shoah l’Europa è diventata intellettualmente più povera. Cosa accadrà al mondo intero se gli Hitler iraniani riusciranno a vincere e a far scattare la lancetta dell’orologio che segnerà l’ultimo minuto di Israele? Fateci un pensierino e incominciate a correre perché i prossimi sarete voi europei.
Deborah Fait