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La Repubblica Rassegna Stampa
27.07.2024 Trump a Netanyahu: “con me la guerra finirà”
Analisi di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 27 luglio 2024
Pagina: 12
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Netanyahu ospite a casa Trump Il tycoon: Con me la guerra finirà»

Riprendiamo da LA REPUBBLICA di oggi, 27/07/2024, a pag. 12, con il titolo "Netanyahu ospite a casa Trump Il tycoon: Con me la guerra finirà", l'analisi di Paolo Mastrolilli.

Paolo Mastrolilli - North America ...
Paolo Mastrolilli
Netanyahu ospite a casa Trump. Il tycoon: “Con me la guerra finirà” - la  Repubblica
Dopo il discorso al Congresso e gli incontri con Biden e Harris, il premier israeliano è volato in Florida dal leader repubblicano. Nei prossimi giorni a Roma nuovo round di negoziati con i vertici di Cia e Mossad e gli emissari di Egitto e Qatar

NEW YORK — «Se io fossi stato alla Casa Bianca, la guerra a Gaza non sarebbe mai scoppiata, e se vincerò le presidenziali a novembre, finirà molto rapidamente. Se invece vinceranno gli altri, avremo un conflitto ancora più ampio in tutto il Medio Oriente, e forse la Terza guerra mondiale. Le cose stanno semplicemente così. Non siamo mai stati tanto vicini a un conflitto globale come oggi, a causa dell’incompetenza dell’amministrazione Biden. E lo saremmo ancora di più con Kamala, perché lei è anche peggio di lui». Sono le parole con cui Donald Trump ha aperto il suo incontro di ieri a Mar a Lago con il premier israeliano Netanyahu, reduce dai due giorni a Washington dove ha parlato al Congresso, e poi ha visto separatamente Biden e Harris. Un po’ battaglia elettorale senza quartiere, un po’ propaganda, e un po’ la convinzione di avere un approccio più efficace al Medio Oriente, partendo dall’obiettivo di costruire sugli Accordi di Abramo firmati durante il suo governo. Però Trump doveva anche ricostruire il proprio rapporto con Bibi, dopo il gelo calato tra i due quando il premier di Israele aveva riconosciuto la vittoria di Biden nelle elezioni del 2020 e lo aveva chiamato per congratularsi. Durante gli incontri alla Casa Bianca, il presidente in carica ha fatto pressioni affinché Netanyahu superi gli ultimi ostacoli che impediscono di finalizzare l’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Il leader israeliano, infatti, ha aggiunto due richieste che stanno frenando l’intesa, ossia posizionare check point lungo il corridoio di Netzarim, per controllare se i palestinesi che tornano a casa nel nord portano armi, e quella di non ritirare le proprie forze dal Philadelphi Corridor al confine con l’Egitto. Le tensioni però sono salite durante l’incontro con Harris, per le dichiarazioni rilasciate dopo ai giorna-listi: «Israele ha il diritto di difendersi, ma come lo fa conta». La candidata democratica alla Casa Bianca, che sta cercando di recuperare i consensi persi a sinistra da Biden per la linea adottata a Gaza, ha sottolineato le sofferenze della popolazione palestinese, e questo secondo il sitoAxios ha urtato Netanyahu, perché dimostra l’esistenza di differenze tra gli Usa e lo Stato ebraico, che Hamas può sfruttare per dividerli e complicare il negoziato sul cessate il fuoco. Fonti americane hanno confessato che dal comportamento del premier non hanno capito se è davvero interessato a concludere l’intesa, oppure sta solo cercando di guadagnare tempo per continuare le operazioni militari, almeno fino alle presidenziali del 5 novembre. Comunque i colloqui riprenderanno domani o al più tardi dopodomani a Roma, dove si troveranno il capo della Cia William Burns, il premier e ministro degli Esteri del Qatar Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thani, il direttore del Mossad David Barnea e il collega egiziano Abbas Kamel. Lo scopo dell’incontro non è negoziarel’accordo, ma discutere le prospettive per il dopoguerra. Gli israeliani però si sono impegnati a fornire a breve un documento con le nuove richieste da recapitare a Hamas, per vedere se è possibile far procedere la trattativa su tali basi. Su questo sfondo, Netanyahu ieri mattina è volato a Mar a Lago per vedere il candidato repubblicano. Trump si era offeso per il suo riconoscimento di Biden e lo aveva criticato, tanto per il fallimento dell’intelligence che aveva consentito la strage del 7 ottobre, quanto per il modo in cui è stata condotta la guerra: «Va chiusa in fretta, sta rovinando l’immagine di Israele». All’inizio del loro incontro, però, Donald he negato qualsiasi attrito: «Siamo sempre andati d’accordo». Quindi ha criticato le dichiarazioni di Harris come «irrispettose », anche allo scopo di usarle per dimostrare a Netanyahu che dovrebbe scommettere su di lui nelle elezioni del 5 novembre. Il premier lo ha trattato con amicizia, chiedendogli anche di vedere l’orecchio ferito. Non è sceso però nei dettagli di cosa ha chiesto a Biden, per proseguire la trattativa sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, lasciando così un alone di incertezza sulle sue intenzioni.

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