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Michelle Mazel
Europa/Medio Oriente
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Israele accetta i 'palestinesi' invitati ma non qualificati alle Olimpiadi, poi i palestinesi chiedono l'esclusione di Israele 22/07/2024

Israele accetta i 'palestinesi' invitati ma non qualificati alle Olimpiadi, poi i palestinesi chiedono l'esclusione di Israele
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://israel247.org/israel-accepte-des-palestiniens-invites-mais-non-qualifies-aux-j-o-puis-les-palestiniens-demandent-lexclusion-disrael-97151.html

La squadra palestinese ci sarà alle Olimpiadi 2024, benché non esista e non sia mai esistito uno Stato Palestinese. Ma è la Palestina che chiede di escludere dai giochi la squadra di Israele.

“Ma come? Tu hai assassinato e ora usurpi?”

Questo ammonimento biblico – Re I, XXI 19 – è più attuale che mai in questi giorni.

Nove mesi dopo le atrocità commesse da orde di gazawi assetati di sangue contro le popolazioni del sud di Israele, e mentre da nord a sud bombe, razzi e droni lanciati da Hamas da Gaza e da Hezbollah dal Libano, colpiscono quotidianamente lo Stato ebraico, il Comitato Olimpico Palestinese (POC) ha l'audacia di richiedere un’interdizione dell'ultimo minuto per gli atleti israeliani a Parigi con la motivazione che con la loro condotta non avrebbero rispettato lo spirito olimpico. Il loro crimine? Secondo questo comitato, alcuni di questi atleti si sarebbero permessi di far visita a dei soldati di stanza nei battaglioni vicino a Gaza per “incoraggiare l'esercito israeliano.” Un esercito, va ripetuto ancora una volta, intervenuto in seguito alle centinaia di missili lanciati da Hamas il 7 ottobre e che cerca di liberare gli uomini, le donne e i bambini rapiti dai terroristi per farli diventare loro ostaggi, scudi umani e merce di scambio nelle negoziazioni.

Sarebbe quindi contrario allo spirito olimpico mostrare solidarietà ai membri delle forze armate che rischiano la vita giorno e notte per difendere la patria? Il Comitato Olimpico Palestinese, da parte sua, non vede alcun problema nella partecipazione degli atleti palestinesi a questi giochi. Probabilmente non avrebbero espresso la loro solidarietà al loro Paese. Il Comitato ne presenta otto. Un pugile, Waseem Abu Sal, un judoka Fares Badawi, Omar Yaser Ismail nel taekwondo, Jorge Antonio Salhe nel tiro, Yazan Al Bawwab e Valerie Tarazi  nel nuoto, infine Layla Al-Masri e Mohanned Dwedar  per la corsa. Per la cronaca, solo Yaser Ismail si è qualificato ai Giochi, gli altri sette hanno partecipato grazie a uno speciale invito del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale. Israele non si è opposto.

Ma cos’è in realtà il Comitato Olimpico Palestinese? Secondo l’edizione francese di Wikipedia, è il “Comitato che rappresenta la Palestina presso il CIO, nonché il coordinatore delle federazioni sportive palestinesi. È presieduto dal 2016 dal controverso uomo militare e politico Jibril Rajoub, che dirige anche la Federcalcio palestinese e il Consiglio supremo per la gioventù e lo sport.”

Ma si sa che in questo momento il signor Rajoub non risparmia alcuno sforzo purché Israele venga espulsa dalla Federcalcio internazionale?                                                                                                                 La versione francese di Wikipedia inoltre aggiunge ingenuamente: “Creato nel 1934, il Comitato Olimpico Palestinese interruppe la sua attività a causa dei vari eventi politici che agitarono la scena palestinese. Ricreato nel 1986, è stato ufficialmente riconosciuto dal CIO nel 1995.”

Creato nel 1934? Una data sorprendente, vista la situazione nella regione in quel momento. Fortunatamente, c’è il testo inglese di Wikipedia  che ci aiuta a chiarire le cose: “Nel 1933 fu ufficialmente formato il Comitato Olimpico Nazionale Palestinese che nel maggio 1934 venne riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, nonostante non abbia mai partecipato a competizioni. Sebbene questo comitato rappresentasse gli ebrei, i cristiani ed i  musulmani che vivevano nella Palestina mandataria, le sue regole stabilivano che essi “rappresentavano il Focolare nazionale ebraico.”

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Michelle Mazel


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