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israele.net Rassegna Stampa
17.07.2024 Israele dovrebbe denunciare l’Iran presso la Corte Internazionale di Giustizia
Analisi di Eytan Gilboa

Testata: israele.net
Data: 17 luglio 2024
Pagina: 1
Autore: Eytan Gilboa
Titolo: «Israele dovrebbe denunciare l’Iran presso la Corte Internazionale di Giustizia»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'analisi di Eytan Gilboa tradotta da Jerusalem Post dal titolo "Israele dovrebbe denunciare l’Iran presso la Corte Internazionale di Giustizia".

Eytan Gilboa
Israele dovrebbe denunciare l'Iran presso la Corte Internazionale di  Giustizia - Israele.net - Israele.net
A differenza dell'infondata accusa presentata dal Sudafrica, la denuncia dell'intento genocida del regime di Teheran contro lo Stato Ebraico è stata ampiamente dimostrata dai suoi piani, dalle sue politiche e dalle sue azioni.
Nella foto l'inaugurazione dell’orologio iraniano che conta i giorni che mancano alla “distruzione di Israele”. Che fine hanno fatto gli avvocati, perché non portano il caso alla Corte Penale Internazionale?

La causa intentata dal Sudafrica contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia, in cui si sostiene che Israele starebbe commettendo un genocidio contro i palestinesi a Gaza, si basa principalmente sulla retorica del primo ministro, di alcuni ministri e parlamentari e persino di alcuni cantanti che secondo il Sudafrica dimostrerebbero un “intento genocida”. Le dichiarazioni su questo argomento attribuite al primo ministro Benjamin Netanyahu e al ministro della difesa Yoav Gallant erano sbagliate giacché erano state erroneamente tradotte dall’ebraico. Ma non è questo il punto. Se le dichiarazioni di intenti costituiscono una prova – e la Corte Internazionale di Giustizia le prende seriamente in considerazione – allora Israele avrebbe dovuto presentare da tempo una denuncia contro l’Iran, viste le sue dichiarate intenzioni, i suoi piani e le sue azioni volte alla distruzione di Israele. Eccone alcune recenti. Alla fine di giugno, l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, ha minacciato Israele dicendo che, se osa avviare una “aggressione militare su vasta scala” in Libano contro gli attacchi di Hezbollah, “ne deriverà una guerra di annientamento. Tutte le opzioni sono sul tavolo – ha aggiunto Saeid Iravani – compreso il pieno coinvolgimento di tutti i fronti della Resistenza”. Nel giugno 2017, il regime iraniano ha piazzato un orologio digitale in Piazza Palestina, a Teheran, che conta i giorni che mancano alla distruzione di Israele. La data obiettivo fissata sull’orologio, il primo gennaio 2040, deriva dalla dichiarazione fatta nel 2015 dalla Guida Suprema iraniana Ali Khamenei: “Entro il 2040 di Israele non rimarrà più nulla”. Questa è solo una delle innumerevoli dichiarazioni che preconizzano la distruzione di Israele rilasciate da leader, presidenti, ministri, parlamentari, comandanti delle Guardie Rivoluzionarie e alti ufficiali delle forze armate dell’Iran. Spesso usano la frase: “Israele deve essere cancellato dalla mappa geografica”. L’intenzione di distruggere Israele non è mera retorica. Oltre ad attivare Hezbollah, le milizie filo-iraniane in Siria e Iraq, e gli Houthi nello Yemen, l’Iran ha attaccato direttamente Israele nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2024. In quell’occasione, l’esercito iraniano ha lanciato contro Israele tra 110 e 130 missili balistici, circa 185 droni e 36 missili da crociera. Negli ultimi mesi ha anche significativamente accelerato il suo programma per conseguire armi nucleari. All’evidenza, l’assalto del 7 ottobre e la guerra a Gaza, con le sue ramificazioni globali, hanno spinto l’Iran a credere che l’obiettivo di annientare lo stato ebraico possa essere raggiunto in un arco di tempo più breve: la deterrenza israeliana è stata gravemente compromesso; Israele e Stati Uniti appaiono in serio disaccordo su diversi aspetti della guerra a Gaza; in tutto il mondo si susseguono enormi manifestazioni contro Israele; diversi paesi occidentali hanno riconosciuto uno stato palestinese come diretta conseguenza del 7 ottobre e della guerra scatenata da Hamas; e la coesione all’interno di Israele è ancora una volta in crisi. Le minacce dell’Iran di distruggere Israele, che molti giudicavano vuoti slogan, sono ora considerate molto più seriamente. Il leader del partito Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, ha detto che l’Iran sta “pianificando per noi una Shoah nei prossimi due anni”, indicando che Teheran pianificherebbe un attacco missilistico su larga scala da diversi fronti con l’obiettivo di annientare Israele. “Siamo nel bel mezzo di un programma di sterminio iraniano”, ha detto Liberman. L’ex primo ministro Ehud Barak ha avvertito che la minaccia potrebbe avverarsi entro sei mesi o un anno. Anche l’ex ministro della giustizia Gideon Sa’ar ha ammonito che Israele deve prepararsi ad affrontare una minaccia esistenziale derivante dal programma di sterminio capeggiato dall’Iran. L’8 dicembre 1949 l’Iran ha firmato la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, e l’ha ratificata il 14 agosto 1956. Pertanto è possibile inoltrare una denuncia contro l’Iran presso la Corte Internazionale di Giustizia. Sin dal momento in cui il Sudafrica ha presentato alla Corte Internazionale di Giustizia la sua denuncia ridicola e infondata, Israele avrebbe dovuto creare un team di esperti, specializzati in Iran, diritto internazionale e organizzazioni internazionali, e presentare presso la stessa Corte una denuncia più che fondata sui piani genocidi dell’Iran e le sue attività contro l’esistenza dello stato ebraico. Sappiamo bene che l’Iran si fa beffe delle organizzazioni internazionali e che la Corte Internazionale di Giustizia è politicizzata e faziosa. Ma lo scopo di una denuncia israeliana contro l’Iran presso la Corte dell’Aja non sarebbe quello di influire né sull’Iran né sulla Corte Internazionale. Piuttosto lo scopo sarebbe quello di creare un clima internazionale che consenta alle persone in buona fede in tutto il mondo di comprendere meglio le minacce con cui Israele deve fare i conti e le inevitabili misure militari che deve adottare per difendersi. Una denuncia legale contro il piano iraniano di distruggere Israele è estremamente più fondata e valida di quella presentata contro Israele. Se la Corte Internazionale di Giustizia accetterà la denuncia, Israele potrà fare appello alla legittimità internazionale per un eventuale attacco preventivo contro l’Iran e i suoi gregari insediati in Libano, Siria, Iraq e Yemen. Se la Corte Internazionale di Giustizia respingerà la denuncia, verranno svelate e comprovate l’ipocrisia e la doppia morale che le Nazioni Unite e le sue agenzie applicano contro Israele. (Da: Jerusalem Post, 8.7.24)

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