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Libero Rassegna Stampa
13.07.2024 Mosca chiama Pentagono: Non lanciateci i missili
Analisi di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 13 luglio 2024
Pagina: 12
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Mosca chiama Pentagono: Non lanciateci i missili»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/07/2024, a pag. 12, con il titolo "Mosca chiama Pentagono: Non lanciateci i missili" l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Fra Usa e Russia continuano ad esservi contatti telefonici. In una delle ultime trattative fra il Pentagono e i vertici russi, questi ultimi hanno chiesto agli Usa di non schierare nuovi missili a lungo raggio in Germania. I russi, dunque, possono schierare missili a Kaliningrad, capaci di colpire tutta l'Europa centrale. La Nato, però, non può rispondere con mezzi analoghi, se no è "escalation".

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha avuto ieri una conversazione telefonica con il suo omologo russo Andrei Belousov all’indomani della reazione di Mosca sull’annuncio del dispiegamento di missili a lungo raggio Usa in Germania dal 2026. Lo ha riferito il Pentagono, e poi la Tass a fatto sapere che il colloquio era stato chiesto dalla Russia. «I vertici della Difesa russa e statunitense hanno parlato di come prevenire minacce alla sicurezza e ridurre il rischio di una possibile escalation».
Era la seconda conversazione tra i due ministri in un mese: Austin aveva chiamato Belousov il 25 giugno scorso.
Nel frattempo era cresciuta la tensione Russia e Cina erano furibonde dopo il vertice per i 75 anni della Nato in cui i membri hanno, sia pure in maniera diversa, indicato entrambe come avversari strategici. Il vertice della Nato a Washington è stato un evento «vergognoso» che non ha fatto altro che «aumentare i rischi» per la situazione internazionale, ha detto ad esempio il viceministro degli Esteri di Mosca Serghei Ryabkov in un’intervista alla tv russa. «Dopo aver visto il video e ascoltato l’audio del vertice di Washington, siamo giunti alla conclusione che, ovviamente, questo è un “vertice della vergogna”, un evento disastroso che non ha portato una goccia di buon senso all’agenda internazionale, ma non ha fatto altro che aggravare le tensioni e aumentare i rischi» per la situazione internazionale. Per l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, «il vertice della Nato a Washington ha chiarito che i Paesi aderenti hanno imboccato la strada della preparazione alla guerra».

LE ACCUSE

I piani degli Stati Uniti di dispiegare missili a lungo raggio in Germania sono, secondo il Cremlino, «passi verso il ritorno della guerra fredda».
Secondo il portavoce del Cremlino Peskov i piani della Nato sul dispiegamento di missili a lunga gittata sono «una pericolosa escalation».
Anche la Cina esorta l’Alleanza Atlantica a smettere di «incitare allo scontro» dopo le accuse mosse a Pechino in merito alla fornitura di aiuti a Mosca nella sua invasione dell'Ucraina.
A parte le risposte verbali, una risposta concreta da parte di Mosca e Pechino è l’arrivo delle due corvette russe Gromkij e Rezkij nel porto cinese Zhanjiang, nella provincia meridionale cinese del Guangdong, per partecipare alle esercitazioni navali congiunte. Lo ha riferito l’ufficio stampa della Flotta del Pacifico della Russia. Le navi sono state accolte da rappresentanti della Marina cinese, dell'ambasciata russa e dell'amministrazione locale.
La parte pratica delle esercitazioni russo-cinesi si svolgerà dal 15 al 17 luglio. Pechino ha annunciato esercitazioni militari congiunte con la Russia lungo la costa meridionale del Paese in risposta non solo al vertice Nato, ma anche alle dichiarazioni del Giappone che parlano di una crescente minaccia derivante dai forti legami di Pechino con Mosca. Il ministero della Difesa cinese ha affermato che i due partner hanno iniziato le esercitazioni, chiamate Joint Sea-2024, «all’inizio di luglio», e che dureranno fino alla metà di questo mese. Le esercitazioni nelle acque e nello spazio aereo intorno a Zhanjiang, una città nel sud della provincia del Guangdong, servono «a dimostrare la risolutezza e le capacità delle due parti nell’affrontare congiuntamente le minacce alla sicurezza marittima e nel preservare la pace e la stabilità globale e regionale», ha affermato il ministero.
Pechino ha aggiunto che le esercitazioni «rafforzeranno ulteriormente il partenariato strategico globale di coordinamento Cina-Russia per la nuova era». Secondo il ministero, si sarebbero svolti in conformità con il piano annuale di Pechino e Mosca per l’impegno militare.

GLI ALLEATI

I leader della Nato hanno affermato in una dichiarazione che la Cina è «diventata un facilitatore decisivo» dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, spingendo Pechino a mettere in guardia la NATO dal «provocare uno scontro». La Cina sostiene di non essere parte del conflitto ucraino, ma è stata criticata dai leader occidentali per aver fornito sostegno politico ed economico alla Russia, anche nel commercio di beni con usi sia civili che militari. Le forze cinesi stanno organizzando esercitazioni anche con la Bielorussia, un altro alleato russo, al confine orientale della Nato.
Tokyo ha affermato che le attività congiunte Cina-Russia vicino al suo territorio rappresentano una «grave preoccupazione dal punto di vista della sicurezza nazionale».
E non solo il Giappone. A sua volta la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha accusato la Corea del Sud di ricatto e minacce per le potenziali forniture di armi all'Ucraina. A fine giugno, il consigliere per la sicurezza nazionale sudcoreano Chang Ho-jin aveva infatti detto che Seul avrebbe potuto rivedere la possibilità di fornire armi all'Ucraina, dopo che la Corea del Nord e la Russia avevano firmato un patto che impegnava alla difesa reciproca in caso di guerra, e anche in relazione alle sempre più massicce forniture militari nord-coreane alle forze armate russe in Ucraina. «Ci dispiace molto che la politica estera di Seul utilizzi narrazioni della Nato, ricatti e tattiche minacciose, che sono inaccettabili per gli Stati sovrani», ha dichiarato ai giornalisti.

 

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